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Arnese

L’arrocco di Conte, Brunetta a 5 stelle e l’Osservatore Romano su Maradona

Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

 

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BUONA SALUTE ALLA CAMPANIA

 

BRUNETTA PARLA COME GRILLO SU DI MAIO

 

COSE DI CARTA

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ESTRATTO DELL’INTERVISTA DEL CORRIERE DELLA SERA A RENATO BRUNETTA DI FORZA ITALIA:

Professor Brunetta, abbiamo letto sul «Foglio» della sua folgorazione per Di Maio. «Caro Luigi, mi somigli, sei veloce». Addirittura gli ha rivolto la preghiera di «non cambiare troppo».

«Sì però non corra troppo, andiamo con ordine».

Cominci lei.

«Oggi ho finito il libro che stavo scrivendo. Si chiama L’occasione della crisi, presto lo troverete sul web».

Ma che c’entra questo?

«Ci arriviamo. Di questo libro, incentrato sulla necessità che la politica desse risposte a un Paese disperato durante un momento così drammatico per le esistenze delle persone comuni, mi mancava il finale. Poi l’ho trovato, giovedì».

Si riferisce all’unanimità del Parlamento sullo scostamento del bilancio.

«Esatto».

Ci avete lavorato molto. La responsabilità di Forza Italia, Berlusconi, lei…

«Non era scontato che arrivassimo all’obiettivo. Poi, improvvisamente, quando ho visto tutti quei puntini verdi sul tabellone delle votazioni di Camera e Senato non le nascondo che…».

Ci sta dicendo che si è commosso?

«Sì, certo».

Ma proprio con le lacrime?

«Sì, con le lacrime».

Non si sono viste.

«Le ho nascoste dietro la mascherina. Vede, io sono stato segretario generale della Fondazione Brodolini. E sa che cosa diceva Brodolini? “Da una parte sola. Dalla parte dei lavoratori”. Quella frase per me è sempre stata un faro, tanto in gioventù quanto oggi. Di fronte a un Paese lacerato dalla pandemia, di fronte al rischio che la disperazione mettesse in contrapposizione lavoro autonomo e lavoro garantito, ci ho pensato molto. Dalla parte del lavoro, sempre, tutto. Come ha scritto Berlusconi nella sua lettera al Corriere della Sera. Giovedì s’è vista plasticamente quella che descrivo nel mio libro, l’occasione della crisi. La risposta di una politica che ha fatto una scelta etica, di coesione, come aveva ripetuto più volte il capo dello Stato dall’inizio della pandemia».

E l’innamoramento politico per Di Maio?

Vado oltre Se il ministro M5S pensasse di iscriversi al Partito socialista Ue, faccia uno squillo, magari vado anche io

«Ieri (venerdì, ndr) mi chiama il direttore del Foglio Claudio Cerasa, mi chiede di commentare un documento in dieci punti che Luigi Di Maio ha inviato al suo giornale».

La lenzuolata di proposte per il futuro prossimo firmata dal ministro degli Esteri, sì.

«Esatto. Confesso che non l’avevo letta. Per simpatia nei confronti della testata, però, accetto. E mi tuffo nella lettura dell’articolo di Di Maio. In alcuni passaggi, quasi non credo ai miei occhi. Sorprendente, brillante, molto vicino ad alcune posizioni di Forza Italia. Mi creda, lungi da me volerla mettere sul piano accademico però…».

Però?

«Ecco, sembrava uno dei miei studenti più preparati, uno di quelli di cui volentieri avresti fatto il relatore alla tesi di laurea. Però ripeto, non è questo il piano su cui vorrei metterla».

Su quale piano vuol metterla?

«Quello della leadership. Di Maio è un leader, non si discute. Un leader vero. In lui ho visto la fatica che fanno i veri leader, la più gravosa, quella di rendersi protagonisti della necessaria metamorfosi delle forze politiche che guidano. Ecco, Di Maio sta trasformando un movimento caotico in un partito strutturato e responsabile. E queste imprese non le raggiungi se non sei un leader».

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