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Emiliano

La Verità su Emiliano, Decaro e la sorella del boss

Il quotidiano La Verità di Maurizio Belpietro sbugiarda le tesi di Emiliano e Decaro? I Graffi di Damato (non solo su Bari...)

I GRAFFI NON SOLO SU DECARO

In quel silenzio non affaticato, come l’ha voluto definire riduttivamente Repubblica, ma sgomento nel quale si è chiuso al momento dell’omelia durante la messa delle Palme a San Pietro Papa Francesco vestito di rosso, il colore del sangue versato da Gesù sulla croce e di quello che scorre in tante parti del mondo; in quel silenzio sgomento, dicevo, possiamo ben riconoscerci tutti. Anche chi non ha condiviso di recente certe sortite del Pontefice. Ho a dovuto intervenire per correggerle, come il Segretario di Stato Pietro Parolin dopo le interpretazioni alle quali si era prestata quella bandiera bianca proposta, raccomandata, consigliata da Francesco alla pur tanto “martoriata” Ucraina, come lo stesso la definisce abitualmente, per qualcosa che non si è ben capito se funzionale più alla resa che si aspetta Putin o ad una trattativa cui lo stesso Putin continua a preferire altre bombe su Kiev, e missili che sorvolano imprudentemente la Polonia partecipe dell’Alleanza Atlantica.

LE PUTINATE DI PUTIN

Tutto per Putin è un buon pretesto per continuare e intensificare la sua guerra: persino la strage a Mosca, con centinaia e centinaia fra morti e feriti, appena compiuta, firmata, documentata dal terrorismo islamista, prevista e inutilmente segnalata dai paesi occidentali quasi fra la derisione del Cremlino in festa per il quinto mandato presidenziale dell’autocrate. Una strage che secondo Putin, e le sue convenienze propagandistiche, porterebbe il segno degli ucraini. Che meriterebbero quindi ancor più di prima la “denazificazione” annunciata all’inizio della cosiddetta “operazione speciale”, più di due anni fa, e la disintossicazione dai costumi occidentali biasimati dal Patriarca di Mosca di fronte a un Putin consenziente facendosi il segno della croce.

IL “PASTICCIO EMILIANO”

Di fronte a tanto scempio di ragione, umanità e altro, e senza volere scendere ancora più giù, sino al Medio Oriente e dintorni, non si sa se piangere o ridere di più nella nostra Italia per il “Pasticcio Emiliano”, come riduttivamente e generosamente lo chiama la Gazzetta del Mezzogiorno riferendo della partecipazione del governatore pugliese, Michele Emiliano appunto, alle proteste politiche, mediatiche e di piazza contro il Putin italiano che sarebbe il prefetto e ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Il quale si è proposto di accertare secondo le procedure di legge se e di quanto possa essere considerata infiltrata e condizionata dalla mafia locale l’amministrazione comunale di Bari guidata dal collega di partito e amico personale di Emiliano, nonché sindaco Antonio Decaro.

LA VERITA’ SBUGIARDA DECARO

Nella foga populista della difesa dell’amico sindaco il governatore si è vantato di averlo mezzo raccomandato, quando Decaro era il suo assessore ai trasporti al Comune, alla sorella del capo della malavita locale. Decaro, a dir poco imbarazzato, ha smentito al pari della congiunta del malavitoso che sta scontando l’ergastolo in carcere. Ma una foto pubblicata dalla Verità smentisce entrambi. E inguaia Bari più di Piantedosi.

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