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Londra

Come cambieranno i laburisti britannici con Keir Starmer?

Il congresso dei laburisti si è concluso con una vittoria striminzita per Keir Starmer. Ecco idee e proposte sull'economia. L'analisi di Daniele Meloni

Alla fine, Sir Keir Starmer non ha resistito alla battuta, e durante il suo discorso alla conference laburista a Brighton ha esordito così: “Sono stati 4 giorni difficili, ma poi domenica è arrivato il risultato che speravamo: Arsenal 3 Tottenham 1”. In realtà, il leader laburista è stato molto meno fortunato della sua squadra del cuore e il congresso si è concluso, nella migliore delle ipotesi, con una vittoria striminzita per Sir Keir. Vediamo nel dettaglio perché.

LE TRE RIFORME APPROVATE DAL COMITATO ESECUTIVO

Starmer avrebbe voluto cambiare radicalmente la modalità di elezione del leader del partito che si basava sul principio “One member, one vote” (OMOV). Ha proposto una riforma che distribuiva i voti validi per l’elezione per un terzo ai parlamentari, per un terzo ai sindacati e per un terzo ai militanti, ma il Comitato Esecutivo Nazionale (NEC) lo ha invitato a ritirarla. Alla fine, grazie anche all’appoggio del sindacato dei lavoratori del pubblico servizio, Unison, è riuscito a far passare una mozione che prevede che per essere candidati alla leadership del Labour occorra il 20% dei voti dei parlamentari del partito, invece del 10. Il predecessore di Starmer, Jeremy Corbyn, approfittò di questa norma per farsi eleggere leader nel 2015, quando la sua doveva essere solo una candidatura di bandiera.

Inoltre, un passo in avanti è stato fatto nella lotta all’antisemitismo che ha colpito il Labour nell’era Corbyn. Su proposta di Starmer il NEC ha stabilito che d’ora in avanti sarà una struttura esterna e indipendente a occuparsi di tutti i casi e di tutte le denunce formali sul tema all’interno delle sezioni del partito. La conference ha dato il bentornato a Louise Ellman, la parlamentare che si era dimessa dal partito in polemica con Corbyn proprio sull’antisemitismo. Infine, Starmer ha ottenuto procedure più stringenti per la deselezione dei parlamentari in carica: in passato i corbyniani avevano approfittato delle norme vigenti per eliminare i rivali riformisti interni.

STARMER POCO CONVINCENTE SULL’ECONOMIA

Nel suo discorso Sir Keir non ha escluso un aumento delle tasse sui redditi in caso il Labour dovesse tornare al governo. Prima della conference la Cancelliere dello Scacchiere Ombra del partito, Rachel Reeves, lo aveva escluso. A pagare dovrebbero essere i manager dei fondi equity e le scuole private, che in Inghilterra hanno un regime di tassazione agevolato che le parifica alle charity. Benché nel suo discorso di investitura nel 2019 Starmer avesse ribadito il suo sostegno per rinazionalizzare l’acqua, l’energia, le ferrovie e il sistema assicurativo, durante la conference si è tirato indietro ed è stato accusato di non aver attaccato abbastanza il governo per il caro bollette e, soprattutto, per il caos carburante. La sensazione è che il leader Laburista conosca le posizioni dei sindacati sul tema e non voglia rischiare di mettere in pericolo il suo tentativo di presentarsi come centrista con dichiarazioni fuori luogo o che evochino epoche passate. Una battuta d’arresto Sir Keir l’ha registrata anche sull’aumento del salario minimo: il NEC ha approvato una mozione non vincolante per portarlo a 15 sterline contro il suo parere. Reeves ha inoltre promesso di investire altri 28 miliardi nella lotta al cambiamento climatico se il Labour vincerà le elezioni, ma il messaggio economico di Starmer sembra sia stato diluito dalle spese imponenti del governo: come si può accusare Johnson di spendere troppo se l’opposizione vuole spendere di più? Come si può accusare i Tories per gli aumenti delle tasse se il Labour vuole tassare di più?

LA LOTTA TRA SIR KEIR E LA SINISTRA RADICALE

“Preferisco vincere le elezioni che non avere un partito unito”, ha detto il leader del Labour alla political editor della Bbc, Laura Kuenssberg. Le due cose non sono in contrasto, anzi: avere un partito unito alle spalle è prerequisito per vincere. E in questo momento il Labour è diviso. L’intervento di Starmer è stato continuamente sabotato dai corbyniani della sinistra radicale e il giorno prima del suo discorso, il leader dell’Opposizione ha dovuto affrontare il caso delle dimissioni di Andy McDonald, il Ministro per l’Occupazione del suo Shadow Cabinet. McDonald ha agito per causare il massimo danno a Starmer e per protesta contro la sua posizione sul salario minimo. In precedenza, la conference era rimasta di stucco, quando, con un intervento sul Financial Times, Sharon Graham, la neo-leader di Unite, il sindacato più potente affiliato al partito, aveva comunicato che non avrebbe preso parte ai lavori del congresso per dedicarsi alle vertenze dei suoi assistiti. Invece, la Bakers Union, il sindacato dei fornai, ha annunciato durante la 4 giorni di Brighton la sua rinuncia all’affiliazione. Forse questi sommovimenti serviranno a Starmer nel suo intento di virare verso il “centre ground”, e per manifestare la sua distanza dai sindacati, ma la sinistra interna continuerà a cercare di “smontare” la sua leadership giorno dopo giorno.

IL LABOUR COME “PARTITO DEI PATRIOTI”

Un altro topic toccato da Starmer fin dal giorno della sua elezione a leader è quello del patriottismo. “Il Labour è il partito dei patrioti” ed è “l’unico in grado di essere il partito di tutto il Regno Unito”. Per farlo deve però recuperare posizioni soprattutto in Scozia, laddove il governo dell’Snp è stato definito “disastroso” per lo UK dal leader nel suo speech. Il rapporto con i Tories è di competizione aperta per riconquistare il Red Wall, la muraglia rossa laburista del nord-est, crollata alle elezioni del 2019 e sbriciolatasi sul grembo di Boris Johnson. “Non è una cattiva persona”, ha detto Starmer di quest’ultimo, “è solo una persona superficiale, uno showman il cui show non ha più nulla da mostrare”.

RAYNER E BURNHAM: INSIDIE PER LA LEADERSHIP?

La vice di Starmer, Angela Rayner, ha occupato tutte le prime pagine dei giornali nei giorni precedenti all’intervento del suo leader, con un audio rubato in cui ha definito i Conservatori “scum”, feccia. Sir Keir ha preso le distanze: “Non userei quei termini personalmente”. I commentatori più cattivelli, come Christopher Hope del Telegraph, hanno fatto notare come l’attivismo di Rayner può voler significare una potenziale scalata al partito. Già dopo la suppletiva di Hartlepool si parlò di una sua leadership bid, ma ora pare che Red Angela voglia fare sul serio e battere sul tempo un altro concorrente ambizioso, il sindaco della Greater Manchester, Andy Burnham, che in molti pronosticano come futuro leader. Burnham potrebbe approfittare della prossima suppletiva per entrare ai Comuni lasciando il suo ruolo di sindaco e da lì fare partire la sua ascesa, frenata nel 2010 e nel 2015 quando si candidò per essere poi sconfitto da Ed Miliband e Jeremy Corbyn.

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