Con un perentorio segno di matita rossa il neo-Cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy Hunt, ha tagliato quasi tutte le disposizioni contenute nel mini-budget dello scorso 23 settembre e, con esse, anche le politiche neo-thatcheriane su cui la Premier Liz Truss aveva costruito la sua campagna per diventare leader Tory.
Giornata epocale e frenetica quella di ieri a Westminster. In mattinata Hunt ha comunicato la definitiva retromarcia del governo direttamente dal ministero del Tesoro, di cui da venerdì è diventato titolare. Poi, ha affrontato la Camera dei Comuni, dove una Truss impassibile sedeva accanto a lui senza battere ciglio. Tornano in auge la Bank of England, l’Ufficio per la Responsabilità del Budget e il Tesoro nella scelta delle politiche economiche dell’esecutivo, che si avvarrà anche di un nuovo Economic Council composto da 4 persone, una di cui è Rupert Harrison, l’ex capo dello staff dell’ex Cancelliere George Osborne.
Dopo avere annunciato in fretta e furia l’addio al taglio dell’aliquota per i ceti più abbienti da 45 a 40% e l’aumento della corporate tax dal 19 al 25% dal prossimo mese di aprile, Hunt ha ieri dato il colpo di grazia a tutto il resto. Gli aiuti statali contro il caro-bollette confermati solo fino alla primavera (prima erano previsti per 2 anni). Addio al taglio di un 1 punto percentuale delle imposte sull’aliquota più bassa, dal 20 al 19%. Cestinati pure il congelamento delle tasse su birra, vini e liquori e l’Iva sugli acquisti dei turisti stranieri.
Le norme dell’infausto mini-budget dell’ex Cancelliere Kwarteng che restano in vigore sono solo quelle che hanno già iniziato l’iter parlamentare alla Camera dei Comuni: l’accantonamento dell’aumento della National Insurance, che resta all’1,25% e non passa all’1,50% (come previsto in precedenza), e le norme sull’abolizione dell’imposta sul bollo per i passaggi di proprietà degli immobili.
Hunt ha ripetuto più volte che il governo si ispira a criteri di prudenza nella sua politica di bilancio, facendo richiamo al fiscal conservatism. Ma ha anche sottolineato che da qui al 31 ottobre – giornata in cui presenterà la strategia fiscale a medio-lungo termine del governo – nulla è escluso. Nemmeno l’aumento delle tasse sugli extra-profitti delle imprese energetiche e l’addio all’aumento delle spese per la difesa al 3% del Pil. Resta, invece, la norma che toglie il tetto al bonus dei banchieri: per il nuovo Cancelliere lo stato raccoglierà maggior gettito eliminando il “cap”.