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Ecco come Bezos (e non solo) prova a ingraziarsi la coppia Trump-Musk

Jeff Bezos lancia messaggi concilianti a Elon Musk: il rivale nel settore aerospaziale avrà un ruolo nell'amministrazione Trump, ma il fondatore di Amazon e Blue Origin pensa che non ci saranno problemi di concorrenza. Anche Zuckerberg tenta di avvicinarsi a Trump.

Il fondatore di Amazon e di Blue Origin, Jeff Bezos, pensa che Elon Musk, nonostante l’incarico governativo, non rappresenterà una minaccia ai suoi affari: i due miliardari, infatti, sono rivali nel settore aerospaziale e l’amministratore delegato di SpaceX sarà a capo del dipartimento dell’Efficienza governativa, un ente esterno al governo di Donald Trump ma che si occuperà di ridurre le spese delle agenzie federali statunitensi.

Bezos ha definito SpaceX un “ottimo concorrente” e si è detto convinto che Musk “non userà il suo potere politico per avvantaggiare le sue aziende o per svantaggiare i suoi concorrenti”, aggiungendo comunque che potrebbe sbagliarsi.

CHI HA PAURA (NON SOLO BEZOS) DELLA COPPIA TRUMP-MUSK?

Qualche giorno fa, però, il Wall Street Journal ha pubblicato un articolo nel quale raccontava che gli imprenditori rivali di Musk – tra cui lo stesso Bezos, ma non solo – temono che il rapporto tra il fondatore di Tesla e il presidente eletto possa ripercuotersi negativamente sui loro business.

Nel caso specifico di Bezos, Trump gli ha affibbiato un soprannome poco lusinghiero (Jeff Bozo, traducibile come “Jeff il cretino”) e ha definito Amazon un’azienda monopolista: Amazon, peraltro, non si occupa solo di commercio elettronico ma è anche la maggiore fornitrice di servizi di cloud computing al mondo attraverso Amazon Web Services.

Tra gli imprenditori spaventati dalla coppia Musk-Trump c’è poi Sam Altman, l’amministratore delegato di OpenAi, che ha un rapporto conflittuale con Musk; i due sono anche concorrenti, visto che pure Musk si occupa di intelligenza artificiale attraverso una startup dedicata (xAI) e un chatbot (Grok).

ZUCKERBERG STA CORTEGGIANDO TRUMP

Anche Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta Platforms, non è in buoni rapporti con Musk e compete direttamente con lui nel settore dei social media: Facebook, Instagram e Threads da una parte; X (l’ex-Twitter) dall’altra.

Nei mesi scorsi Zuckerberg ha deciso di non appoggiare pubblicamente nessuno dei due candidati alle elezioni; a fine novembre ha cenato con Trump nel suo resort di Mar-a-Lago. Tanta premura si spiega con il fatto che il Partito repubblicano ha spesso accusato le piattaforme di Meta di censurare i contenuti di orientamento conservatore.

Dopo l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021 la società bannò i profili Facebook  e Instagram di Trump (sono stati riattivati nel 2023); in risposta, Trump disse che avrebbe incarcerato Zuckerberg sulla base di una sua presunta interferenza con le elezioni del 2020, vinte regolarmente da Joe Biden.

LA SCELTA DEL WASHINGTON POST

Tornando a Bezos, l’imprenditore si è detto “ottimista” per il secondo mandato di Trump, il cui piano di riduzione degli oneri normativi sulle aziende potrebbe avere “buone possibilità di successo”. Ha detto anche che cercherà di convincere il presidente che la stampa non è sua nemica.

Bezos è l’editore del Washington Post, uno dei principali quotidiani statunitensi, che alle scorse elezioni – per la prima volta da decenni – ha deciso di non appoggiare alcun candidato. Pare che la scelta di ritirare l’endorsement sia partita proprio da Bezos, interessato ad avere buoni rapporti con il prossimo governo.

TUTTI I CONTRASTI TRA BLUE ORIGIN E SPACEX

Se Trump ha storpiato Bezos in Bozo, Musk ha invece soprannominato Blue Origin Sue Origin. Il gioco di parole – sue significa “fare causa” – è legato appunto alla causa aperta dalla società nel 2021 contro il governo americano a seguito della decisione della Nasa di assegnare a SpaceX un contratto da 2,9 miliardi di dollari per un lander lunare.

Un lander lunare – semplificando – è un veicolo spaziale in grado di raggiungere la superficie della Luna. Blue Origin sosteneva che l’agenzia spaziale avesse dato a SpaceX un vantaggio sleale rispetto agli altri concorrenti, permettendole di rivedere il prezzo dell’offerta per l’ottenimento del contratto.

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