skip to Main Content

Antisemitismo

Israele e Sudan tra politica e servizi

Le aziende israeliane hanno dominato il mercato delle intercettazioni telefonici e della sorveglianza elettronica nell'Africa subsahariana per diversi anni. Il punto di Giuseppe Gagliano.

 

All’inizio di ottobre, una delegazione militare sudanese ha visitato Israele con discrezione. Per due giorni, gli ufficiali – tra cui il tenente generale Mirghani Idris Suleiman, che dirige i sistemi dell’industria della difesa dello Stato – si sono incontrati con i loro omologhi israeliani. Una visita controversa, perché in Sudan, come in altri paesi del continente, si discute di riavvicinamento e normalizzazione delle relazioni con lo Stato ebraico.

Mentre Israele ha aperto la sua prima rappresentanza diplomatica in Africa nel 1957, in Ghana, le sue relazioni con il continente si sono sviluppate principalmente negli ultimi dieci anni sotto l’impulso del suo ex primo ministro Benjamin Netanyahu (2009-2020). Ma al di là delle relazioni stato-stato, esiste una diplomazia parallela composta da uomini d’affari, consulenti di ogni tipo e aziende presenti a lungo nel continente e che servono indirettamente gli interessi della loro patria. I loro nomi sono Eran Moas, Gaby Peretz, Didier Sabag, Orland Barak, Hubert Haddad, Eran Romano o Igal Cohen, e hanno come aree preferite intelligence, ascolto, sicurezza informatica, armamenti, che fungono da porta d’accesso alle aziende del loro paese.

Questi ultimi hanno dominato il mercato delle intercettazioni telefonici e della sorveglianza elettronica nell’Africa subsahariana per diversi anni. I più noti sono NSO, fondata da Shalev Hulio che produce il famoso spyware Pegasus, e Verint. Possiamo anche menzionare Mer Group (Congo, Guinea, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, dove equipaggia la National Intelligence Agency), o Elbit Systems (Sudafrica, Angola, Etiopia, Nigeria…).

Queste società hanno come risorsa principale il loro stretto legame con l’esercito e i servizi segreti. Molti di loro sono alunni dell’unità IDF 8200 (specializzata in guerra informatica). È il caso, ad esempio, di Shabtaï Shavit, proprietaria di Athena GS3, una filiale del gruppo Mer, che ha gestito il Mossad dal 1989 al 1996. Conosce particolarmente bene il continente per aver favorito le relazioni dei suoi servizi con lo Zaire di Mobutu Sese Seko e poi con il Camerun. Verint è, da parte sua, guidato dall’ex ufficiale dell’esercito israeliano Dan Bodner.

Naturalmente alcune società evitano completamente di evidenziare qualsiasi legame con Israele nel tentativo di penetrare mercati in cui i governi non hanno normalizzato le loro relazioni diplomatiche con lo Stato ebraico.

Back To Top