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Iran Russia

Tutte le mosse anti-Swift di Iran e Russia sulle banche

Iran e Russia hanno collegato i sistemi di comunicazione interbancaria per emanciparsi dallo Swift. Dall'inizio della guerra in Ucraina i due paesi hanno approfondito molto le relazioni sul commercio e le armi. Tutti i dettagli.

L’Iran e la Russia hanno collegato i loro sistemi di comunicazione e trasferimento interbancari per favorire il commercio e le operazioni finanziarie. Lo ha rivelato il vice-governatore della banca centrale iraniana all’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars.

LE SANZIONI OCCIDENTALI A IRAN E RUSSIA

Sia Teheran che Mosca sono sotto sanzioni occidentali. Quelle all’Iran sono state reintrodotte nel 2018 dagli Stati Uniti, dopo che l’allora amministrazione di Donald Trump decise di ritirarsi dall’accordo sul nucleare del 2015 (anche noto con la sigla JCPOA). Da quell’anno l’Iran è stato scollegato dalla rete SWIFT, il sistema di messaggistica finanziaria impostosi come standard internazionale per i pagamenti.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, il 24 febbraio 2022, anche la Russia è stata estromessa dallo SWIFT.

LE DICHIARAZIONI DELLA BANCA CENTRALE IRANIANA SULLO SWIFT

Il vice-governatore Mohsen Karimi ha detto a Fars che “le banche iraniane non hanno più bisogno di utilizzare lo SWIFT […] con le banche russe […] per l’apertura di lettere di credito e trasferimenti o garanzie”. Ha inoltre ha spiegato che “circa settecento banche russe e 106 banche non russe di tredici paesi diversi saranno collegato a questo sistema” diretto tra Teheran e Mosca, ma non ha specificato quali.

Dalla banca centrale russa non sono arrivate dichiarazioni ufficiali. In Iran invece la notizia è stata molto commentata: il capo della banca centrale Mohammad Farzin, ad esempio, ha scritto su Twitter che, grazie all’accordo con la Russia, “il canale finanziario tra l’Iran e il mondo viene riparato”.

LA CRISI ECONOMICA IN IRAN E LE PAROLE DI KHAMENEI

In Iran, le sanzioni statunitensi hanno aggravato parecchio la condizione dell’economia: il tasso di inflazione ha superato il 50 per cento, il più alto da diversi decenni; la disoccupazione giovanile è molto elevata; stando ai dati ufficiali, oltre la metà degli iraniani si trova al di sotto della soglia di povertà.

Il regime iraniano deve inoltre fare i conti con le forti proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini, oltre cento giorni fa, e poi allargatesi. Il timore delle autorità è che il peggioramento della situazione economica possa innescare nuove manifestazioni di rabbia.

La guida suprema Ali Khamenei ha riconosciuto che i governanti iraniani si ritrovano ad affrontare “un problema tangibile di benessere e di sostentamento”, riporta Reuters, che potrebbe portare a una perdita di capacità di proiezione all’estero. “Nel mondo di oggi”, ha detto Khamenei, “lo status di un paese è legato in gran parte al suo potere economico. Abbiamo bisogno di crescita economica per mantenere la nostra posizione regionale e globale”.

I CONTI DELLA RUSSIA

Nel 2022 la Russia ha registrato un deficit di bilancio di circa 3300 miliardi di rubli, che nel mese di dicembre – stando ai calcoli di Bloomberg – ha raggiunto la cifra record di 3900 miliardi. Tuttavia, la posizione finanziaria di Mosca rimane complessivamente buona, e per il 2023 si prevede un rapporto deficit-PIL del 2 per cento, simile a quello dell’anno scorso (2,3 per cento).

Il bilancio della Russia è però molto legato alle entrate petrolifere, e i prezzi del suo greggio sono crollati dopo il price cap imposto dall’Unione europea e dai paesi membri del G7. L’obiettivo del 2 per cento di deficit si basa su un prezzo di vendita del petrolio di 70 dollari al barile, che è però più alto di circa 20 dollari rispetto ai valori di dicembre.

Se insomma il greggio russo dovesse mantenersi sui livelli di fine 2022, allora le entrate statali subirebbero una perdita stimata di 2400 miliardi di rubli.

COMMERCIO E ARMI: I NUOVI LEGAMI TRA RUSSIA E IRAN

Dall’inizio della guerra in Ucraina, Mosca e Teheran hanno potenziato molto le relazioni bilaterali per reagire all’isolamento occidentale. Oltre agli scambi di armi – droni iraniani per caccia russi, principalmente -, i due paesi stanno anche realizzando un nuovo corridoio commerciale per aggirare le sanzioni.

Attraverso questo corridoio tra l’Europa orientale e l’oceano Indiano – lungo 3300 chilometri, e fatto di rotte fluviali, ferroviarie e marittime verso e da il mar Caspio -, Russia e Iran vogliono garantirsi un accesso maggiore ai mercati asiatici e mettere le loro filiere al riparo dalle ritorsioni occidentali.

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