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Covid Germania

Il motore dell’industria tedesca batte in testa?

Numeri, commenti e approfondimenti dopo i dati odierni sugli ordini industriali in Germania comunicati dall'istituto di statistica federale

Che cosa succede all’economia tedesca? O meglio: che cosa sta succedendo all’industria della Germania?

Le domande del genere si affastellano oggi dopo gli ultimi dati sugli ordini industriali in Germania.

Ecco numeri, commenti e scenari.

I DATI COMUNICATI OGGI

Gli ordini industriali, in Germania, a giugno, hanno segnato un crollo del 4%, con un calo ben oltre le attese degli economisti, che avevano immaginato una riduzione di -0,5%. E’ quello che ha comunicato l’istituto di statistica federale. La contrazione, che riguarda tutti i settori, arriva dopo la significativa crescita registrata a maggio (+2,6%).

LA CRITICA DEL FMI

E nello stesso giorno arriva pure un rimbrotto del Fondo monetario internazionale per Berlino. La Germania, che si ostina a mantenere un forte surplus commerciale, è corresponsabile del rischio crescente di una guerra commerciale. Lo ha affermato il capo economista del Fmi, Maurice Obstfeld, in un intervento sulla Welt.

L’INTERVENTO SULLA WELT

“Tutti i Paesi, anche la Germania, hanno la responsabilità di proteggere la stabilita’ finanziaria”, afferma in un titolo dal titolo “Gli squilibri globali danneggiano il libero commercio”. Per l’economista il surplus commerciale tedesco e ‘”sproporzionato”. Gli squilibri attuali non sono un pericolo immediato, ma gli scambi vanno verso un’ulteriore estensione, e con questo verso una minaccia della stabilità globale nel medio periodo. Nei Paesi in eccedenza vengono la Germania si osservano anche “solo timide misure” contro il fenomeno. Obstfeld chiede di spingere la domanda interna, investendo su infrastrutture e digitalizzazione “.

L’ANALISI DI MF

“Il surplus tedesco viene a volte criticato dagli altri partner dell’Ue, ma senza troppa convinzione – ha scritto nei giorni scorsi Marcello Bussi di Mf/Milano Finanza – Secondo le regole dell’Ue, il surplus commerciale non dovrebbe essere superiore al 6% del pil. Ma quello della Germania è da anni intorno al 9%”.

CHE COSA HA DETTO IL DIRETTORE DELL’IFO

Anche in Germania si inizia a dubitare delle condizioni di salute del motore dell’economia tedesca: «Il surplus commerciale sta diventando tossico. Ormai risulta essere uno svantaggio invece di una risorsa», ha detto nei giorni scorsi ai microfoni di Cnbc Gabriel Felbermayr, il direttore dell’Ifo, il centro studi di Monaco di Baviera che elabora il seguitissimo indice di fiducia delle imprese tedesche.

IL BIVIO PER LA GERMANIA

Il conflitto politico più aspro si giocherà d’ora in avanti all’interno della Germania, e soprattutto tra questa e gli Usa, ha scritto l’editorialista Guido Salerno Aletta: “Riguarderà da una parte il mantenimento del modello ordoliberista, che formalmente si oppone a qualsiasi intervento di stimolo alla domanda, vuoi attraverso la politica fiscale vuoi attraverso quella monetaria da parte della Bce, e dall’altra il modello di sviluppo export-led che finora ha assicurato alla Germania crescita ed occupazione”.

L’ANALISI DI GUIDO SALERNO ALETTA

Conclusione di Salerno Aletta: “Una riforma strutturale dell’economia tedesca, che dovesse contare solo sulla domanda interna per riassorbire un saldo attivo strutturale pari all’8% del pil in un sistema produttivo in cui la quota asservita all’export si avvicina al 46%, richiederebbe sacrifici paragonabili a quelli imposti alla Grecia, tenendo conto che sono localizzate in Baviera e ad ovest del Reno gran parte delle fabbriche automobilistiche tedesche. Ordoliberismo ed export-led economy si sono tenuti per mano. E non si può rinunciare a quest’ultima, se non abbandonando il primo”.

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