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Hostaria del Pd

Qualche somiglianza tra le risse intestine del Pd e  quella che resta una delle gag più esilaranti del cinema italiano... Il corsivo di Michele Magno

 

Due esponenti di Articolo 1 (tra i quali Arturo Scotto, il coordinatore del partito che vuole fondersi con il Pd) e Paolo Ciani, capo di una microformazione (Demos) generosamente accolta nella lista “Pd-Italia democratica e progressista”, hanno votato contro il decreto sulle armi all’Ucraina.

La senatrice Susanna Camusso, già segretaria della Cgil, invece si è astenuta (per non lasciare scoperta la posizione del “ni”).

Da ultimo, i democratici si dividono sull’iscrizione al partito dell’ex pasdaran pentastellato Dino Giarrusso, e perfino sulla presenza di Zelensky al Festival di Sanremo. In compenso, Stefano Bonaccini apre le porte e Elly Schlein le spalanca al neomovimento pacifista di Giuseppe Conte.

Si intitola “Hostaria!” il sesto dei quattordici episodi del film “I nuovi mostri” (1977). Diretto da Ettore Scola, il cortometraggio è ambientato in un’umile e rustica bettola romana, dove il cameriere e il cuoco, proprietari del locale (due straordinari Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman), litigano furiosamente in cucina per questioni di gelosia, fino a insudiciare il minestrone in cottura tra sberle, sputi, lancio di cibo di ogni specie.

La zuppa-guazzabuglio risulterà comunque gradita a un gruppo di commensali capitolini d’alto rango.

Ecco, trovo qualche somiglianza tra le risse intestine del Pd e  quella che resta una delle gag più esilaranti del cinema italiano.

Ma dubito che questa volta il minestrone in cottura possa risultare gradito ai commensali, anche a quelli di palato buono.

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