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Zambon

“Ho ricevuto pressioni monetarie per non parlare”. Parola di Zambon (ex Oms)

Tutte le nuove accuse dell’ex funzionario Oms, Francesco Zambon, autore del libro “Il pesce piccolo” (Feltrinelli)   Non fu la Cina a silenziare il report Oms sulla gestione delle prime fasi della pandemia da Covid-19. È questo che Francesco Zambon ha detto a chiare lettere oggi in un’intervista a La Verità e nel corso della…

 

Non fu la Cina a silenziare il report Oms sulla gestione delle prime fasi della pandemia da Covid-19. È questo che Francesco Zambon ha detto a chiare lettere oggi in un’intervista a La Verità e nel corso della trasmissione Omnibus su La7

Oggi esce il suo libro, “Il pesce piccolo” edito da Feltrinelli, in cui racconta la sua versione dei fatti sull’occultamento di un report che metteva in luce tutte le inadempienze italiane nella gestione della prima fase della pandemia. Nei giorni scorsi si è fatta largo l’ipotesi che a voler vedere cancellato quel rapporto fossero state le pressioni del Governo cinese. Le cose non sono andate proprio in questo modo. 

Le preoccupazioni della Cina e il ritiro del rapporto 

A ritirare dalla pubblicazione il report fu lo stesso Zambon ma solo per effettuare una correzione a un box sulla Cina. “Fu l’ufficio Oms di Pechino a chiamarmi per chiedermi di correggere quel box – dice Zambon a Francesco Borgonovo del quotidiano La Verità -. Ma quella correzione non è affatto il motivo per cui il report è scomparso. Le “cose da sistemare” erano altre. Io ritirai il rapporto per fare correzioni sulla Cina che mi avrebbero richiesto un paio di ore. Ma dopo 24 minuti ricevetti una mail dall’Oms in cui mi si diceva che non avevo più il potere di rimetterlo online. Mi dissero che il potere di ripubblicarlo l’aveva il mio superiore Hans Kluge”. La Cina, come dice lo stesso Zambon, era preoccupata dalla cronologia degli eventi perché la prima trasmissione da uomo a uomo viene datata al 21 gennaio 2020 mentre nel report dell’Oms si faceva riferimento a un contagio precedente. Basti pensare che Taiwan aveva suggerito che la trasmissione da uomo a uomo fosse avvenuta il 31 dicembre 2019, ma non fu ascoltata. (qui l’approfondimento di Start sul tema)

Che cosa ha detto Zambon

Nel libro di Zambon c’è un capitolo intitolato “Non fu la Cina”. Ma se non fu la Cina chi fu a giovare delle pressioni cui fu sottoposto Zambon? “Quello della Cina è stato un pretesto, un tentativo di depistaggio – continua Francesco Zambon a Omnibus -. In quel capito dico che fu la Cina a chiedere il ritiro del rapporto per la correzione. Ma non è questo il motivo per cui il rapporto è scomparso. Il motivo lo dobbiamo andare a trovarlo nelle pressioni che sono arrivate del Governo italiano. C’è un messaggio di Zaccardi (capo di gabinetto del ministro della Salute) che dice “Vediamo se riusciamo a far morire il rapporto”. O nel messaggio del direttore generale europeo Hans Kluge che dice che il ministro Speranza era molto irritato. Ci interessa dell’irritazione dei ministri o vogliamo andare un po’ oltre”. Inoltre la cancellazione di quel rapporto mirava a proteggere chi rivestiva ruoli apicali nell’organizzazione. “La persona da proteggere era Ranieri Guerra – sottolinea Zambon a Omnibus – ma poi se ne sono inserite molte altre.  Quello che emerso dalle indagini della magistratura, con le chat tra Ranieri Guerra, Brusaferro e il ministro Speranza, definisce un ampio spettro di interessi personali”.

“L’Oms non è un organismo indipendente” 

“Quello che è successo veramente è che c’è stato un conflitto di interesse – aggiunge l’ex funzionario Oms a Omnibus -. Il pesce piccolo all’inizio del racconto sono io ma poi mi sono reso conto che siamo tutti pesci piccoli: io, Ranieri Guerra, il ministro Speranza, il direttore Tedros. Siamo tutti ingranaggi più o meno piccoli di una macchina più grande”. La macchina più grande è l’Oms, un organismo internazionale che, probabilmente a torto, viene reputato indipendente. “L’Oms non è un organismo indipendente – continua Zambon rispondendo a Gaia Tortora, conduttrice odierna della trasmissione de La7, Omnibus -. Al momento non lo è. Io sono stato criticato internamente da ex dipendenti che mi hanno detto che io lotto sulla base di principi ed ideali. Sì, certo, io mi ispiro alla costituzione dell’OMS, salvaguardare la salute di tutti i cittadini. E deve essere una organizzazione immune da ogni influenza interna. Così è nata, ed è un sogno di indipendenza. Ma tra il sogno e quello che è adesso bisogna arrivare a un compromesso”. 

Le pressioni dell’Oms su Zambon 

La storia personale e il libro di Zambon tracciano un quadro dell’Oms decisamente sconfortante. Quello che dovrebbe esser un organismo sovranazionale sembra invece fortemente influenzato dal interessi governativi. “Ho ricevuto pressioni prima che lasciassi l’Oms – continua Zambon a La7 – pressioni monetarie per evitare che io parlassi, e quella è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso”. 

Il mistero dell’origine del virus secondo Zambon

Nell’intervista a La Verità Zambon torna a parlare anche delle incertezze sull’origine del virus. “Nel report Oms ci sono quattro ipotesi e quella dell’origine di laboratorio viene presentata come altamente improbabile – dice a Borgonovo -. Ma è tutto da mettere in discussione perché chi ha fatto il report non ha avuto accesso a informazioni sufficienti”. Tra l’altro “è lo stesso report Oms a citare il trasloco di uno dei laboratori di massima sicurezza di Wuhan: dice esplicitamente che non si sono verificati incidenti, ma il solo fatto che lo citi è interessante e meriterebbe approfondimenti”. Questo avveniva il 12 dicembre 2019. “Non mi riferisco alla natura artificiale o a un possibile uso bellico del virus, questo no – conclude Zambon -. Ma che il virus sia uscito per sbaglio da un laboratorio rimane certamente possibile”. 

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