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Guerriglia diplomatica tra Russia e Repubblica Ceca

Che cosa sta succedendo fra Russia e Repubblica Ceca. L'articolo di Giuseppe Gagliano

 

La Russia e la Repubblica Ceca hanno ordinato l’espulsione reciproca dei diplomatici nel fine settimana, dopo che le autorità di Praga hanno affermato che il Cremlino avrebbe posto in essere un’esplosione che ha raso al suolo un deposito di munizioni. L’esplosione è avvenuta il 16 ottobre 2014, in una remota area boschiva vicino al villaggio di Vlachovice, che si trova 171 miglia a sud-est della capitale ceca, Praga.

Il deposito di stoccaggio apparteneva all’Istituto tecnico militare del ministero della Difesa ceco ed era gestito da un appaltatore, Imex Group. L’esplosione ha ucciso due guardie di sicurezza e ha costretto l’evacuazione di diverse comunità situate nelle vicinanze. Si presume che sia stato il risultato di un incidente, sebbene gli investigatori non siano stati in grado di determinare la causa dell’esplosione.

Sabato, le autorità ceche hanno annunciato che l’esplosione è stata opera dell’Unità 29155, un’élite russa di spionaggio, il cui obiettivo è sovvertire i sistemi e i processi politici ed economici europei. Come già sottolineato l’Unità 29155 opera sotto la direzione principale dello Stato maggiore delle forze armate russe, comunemente nota come GRU. Presumibilmente esiste almeno dal 2009.

Secondo gli investigatori cechi, due membri dell’Unità 29155 hanno visitato il deposito di munizioni giorni prima dell’esplosione. Hanno usato passaporti falsi provenienti dal Tagikistan e dalla Moldova e hanno affermato di essere membri della Guardia Nazionale del Tagikistan. Sulla base delle loro fotografie sul passaporto, i due uomini, che hanno usato i nomi di copertura Ruslan Tabarov e Nicolaj Popa, sembra che siano essere gli stessi uomini che hanno cercato di uccidere il disertore del GRU Sergei Skripal in Inghilterra nel 2018.

I motivi per cui i russi avrebbero deciso di far saltare in aria il deposito di munizioni non sono chiari. Si ipotizza che alcune delle armi nel deposito fossero destinate ad essere consegnate in Ucraina per conto del commerciante di armi bulgaro Emilian Gebrev. Nel 2015 Gebrev è stato ricoverato in ospedale per diversi giorni per segni di avvelenamento, insieme a suo figlio e uno dei dirigenti della sua azienda. Alla fine si sono ripresi completamente, ma da allora hanno affermato di essere stati presi di mira da Mosca, perché la ditta di Gebrev vende armi agli avversari del Cremlino, compreso il governo dell’Ucraina.

Sabato, il governo ceco ha concesso a 18 diplomatici russi, che secondo le sue dichiarazioni sono ufficiali dell’intelligence, 48 ore per lasciare il paese. Ha anche affermato che fornirà informazioni dettagliate sulla sua indagine relativa all’esplosione ai ministri dell’Unione europea e ai rappresentanti dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico. Ma Mosca ha definito le accuse “infondate e assurde” e ha condannato le espulsioni dei suoi diplomatici,descrivendole come “senza precedenti” e “un atto ostile” progettato “per compiacere gli Stati Uniti”.

Domenica, il ministero degli Esteri russo ha annunciato che 20 diplomatici della Repubblica Ceca sarebbero stati espulsi dalla Russia per rappresaglia all’espulsione dei suoi diplomatici da parte del suo ex alleato della Guerra Fredda.

Da un lato questo episodio sta a dimostrare come le alleanze tra stati siano mutevoli e costruite su interessi altrettanto cangianti ma prova anche in modo eloquente la spregiudicatezza dell’Urss che si serve di metodi ampiamente applicati sia durante l’era leninista-stalinista (dalla Cecka come dal NKVD) sia durante la Guerra fredda.

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