Caro direttore,
stamattina ho letto con interesse il vostro pezzo sugli sponsor dei Global Citizen Awards, il premio che l’Atlantic Council ha conferito – per mano di Elon Musk – a Giorgia Meloni. Ho notato che tra i partner dell’evento c’era anche Formiche, la rivista di Paolo Messa, che come avete scritto è nonresident senior fellow del think tank.
Fammi andare ad abbeverarmi alla fonte del sapere, ho pensato. Così ho aperto Formiche, ma con mio grande stupore non ho trovato nessun articolo sulla cerimonia: la cosa che ci si avvicinava di più era una ripresa del discorso di Meloni alle Nazioni Unite (nemmeno all’Atlantic Council!). Ho riprovato verso le 14, subito prima di mettermi a scrivere questa letterina, e ancora non c’era nessun pezzo sul premio o sulle parole della presidente. Verso le 15 mi pare di aver intravisto un pezzetto sul discorso per il premio.
Che strano. Avevo letto che la presenza di Musk aveva creato qualche turbamento tra i membri dell’istituzionalissimo think tank, visti i rapporti tra l’imprenditore e il candidato alla presidenza Donald Trump (non manca molto alle elezioni negli Stati Uniti). E sapevo anche che Messa, da moderato illuminato qual è, aveva dato rassicurazioni sul fatto che dietro alla premiazione di Meloni da parte di Musk non ci fosse alcun messaggio politico, ma che fosse solo la dimostrazione della stima umana provata dall’uno per l’altra, come si evince da un suo virgolettato a Repubblica che ho visto menzionato sul nostro giornale.
Magari sui social l’interesse di Formiche sarà stato più evidente e consono all’evento, ho pensato. Apro X sul telefono, vado sul profilo di Formiche: niente anche lì. Davvero strano. Cerco ancora, fino a quando non mi imbatto nella firma giornalistica di punta del giornale, Gabriele Carrer, che ha scritto un paio di tweet molto interessanti.
“Ritirando il Global Citizen Awards dell’Atlantic Council, la premier Meloni ha citato un articolo pubblicato su Politico un anno fa in cui l’autore, Anthony J. Constantini, definiva le sue politiche ‘nazionalismo occidentale’. Mi chiedo se abbia letto altro dello stesso autore”, scrive il giornalista, che allega lo screenshot di un articolo di tale Constantini che invita l’Occidente a non incoraggiare le presunte “delusioni” dell’Ucraina aggredita nella guerra contro la Russia. Non mi sembra proprio la più atlantista delle posizioni, che peraltro cozza con il discorso di Meloni sulla difesa delle libertà e dei valori democratici dai regimi autoritari: “difendiamo l’Ucraina perché abbiamo conosciuto il caos di un mondo nel quale prevale la legge del più forte”, ha detto la presidente alla cerimonia dei Global Citizen Awards.
Carrer rincara la dose, pubblicando un secondo screenshot di un post ripubblicato da Constantini su X dove si fa ironia sui campi di rieducazione per i promotori della cosiddetta decrescita felice.
Una battuta è una battuta, per carità. Però effettivamente mi sono domandato anche io chi fosse questo Anthony Constantini menzionato da Meloni: sai che sono appassionato di affari internazionali, eppure il suo nome non mi ha acceso nessuna lampadina.
Su X Constantini si definisce un analista di politica estera e di populismi, con base a Vienna e fellow del think tank statunitense Defense Priorities, che propone un approccio isolazionista e non-interventista degli Stati Uniti nelle questioni globali, inclusa la guerra in Ucraina. Non esattamente un atlantista, insomma.
Quindi, ricapitoliamo. Meloni viene premiata dall’Atlantic Council per il suo ruolo nel rafforzamento delle relazioni transatlantiche, ma a conferirle il premio è un trumpiano di ferro e lei tiene un discorso dove cita un analista di orientamento non-atlantista. Formiche di Messa è partner dell’evento ma tiene molto basso l’evento coperto meglio e con più articoli da tutti i giornali italiani e il suo migliore e bravo giornalista di Formiche sfotticchia su X.
Che dire? Evviva X!
Salutoni.
Francis Walsingham