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Elezioni europee, ecco il programma (un po’ pentastellato) del Pd

Le proposte del Pd per le elezioni europee del 2019 su fisco, economia, scuola, lavoro, immigrazione. Proseguono gli approfondimenti di Start Magazine sui programmi delle maggiori forze politiche per l’elezione del Parlamento europeo. Qui l’articolo sul Movimento 5 Stelle e qui l'articolo su +Europa

Indennità europea di disoccupazione per i paesi in recessione o con un numero alto di persone senza lavoro.

Un piano per economia e lavoro finanziato dal bilancio europeo.

Web tax europea, con profitti tassati dove sono effettivamente realizzati.

Revisione del pacchetto clima-energia, con obiettivi più ambiziosi.

Incentivi e misure per eliminare la povertà infantile.

Più fondi per Erasmus ed entro il 2024 riconoscimento reciproco e automatic tra i diversi Stati Ue di tutti i titoli di studio e dei periodi di studio all’esterno.

Istituzione del salario minino europeo.

5 miliardi per sviluppo e riqualificazione delle aree urbane e dei piccoli comuni.

Approvazione della riforma del regolamento di Dublino sull’immigrazione per arrivare a una gestione comune delle frontiere europee e alla definizione di vie legali della migrazione.

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ECCO ALCUNI DEI CAPITOLI DEL PROGRAMMA ELETTORALE DEL PD PER LE EUROPEE 2019 (QUI IL PROGRAMMA COMPLETO)

UN’INDENNITÀ EUROPEA DI DISOCCUPAZIONE

Per evitare il circolo vizioso tra recessione e austerità, è necessario avere un bilancio dell’eurozona, finanziato da specifiche risorse proprie, Eurobond e da una quota dei profitti della Bce, per perseguire politiche anticicliche attraverso l’erogazione di un’indennità europea di disoccupazione per i paesi in recessione o con un numero alto di persone senza lavoro.

UN PIANO STRAORDINARIO DI INVESTIMENTI PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA E LA COESIONE SOCIALE LAVORO, INNOVAZIONE,SOSTENIBILITÀ

Per rilanciare la crescita, l’occupazione e affrontare le sfide della sostenibilità sociale e ambientale occorre un piano straordinario di investimenti in capitale umano, ricerca, infrastrutture materiali, immateriali e sociali, energie rinnovabili, welfare. Un piano finanziato dal bilancio europeo (da portare all’1,3% del Pil), da Eurobond emessi dalla Bei e acquistati dalla Bce e dagli Stati membri attraverso lo scorporo dal calcolo del deficit degli investimenti.

CONTRO IL DUMPING FISCALE, PER UNA CONCORRENZA LEALE: UN’ALIQUOTA MINIMA EUROPEA AL 18%

I profitti delle grandi multinazionali, a partire da quelle dell’economia digitale, vanno tassati dove sono effettivamente realizzati e non spostati artificialmente in Paesi a bassa tassazione. Per contrastare la concorrenza fiscale sleale bisogna approvare la base imponibile comune e consolidata per le imprese, la digital tax e introdurre un’aliquota minima effettiva europea del 18% sulle imprese. In materia fiscale bisogna passare dal voto all’unanimità a quello a maggioranza qualificata.

UN’EUROPA CHE SALVA IL PIANETA: ZERO EMISSIONI ED ECONOMIA CIRCOLARE

Se vogliamo fermare il cambiamento climatico e rilanciare lo sviluppo sostenibile dobbiamo rivedere in modo più ambizioso il pacchetto clima-energia per giungere al dimezzamento delle emissioni nel 2030 e a zero emissioni nette nel 2050. Con la definizione di un Piano straordinario, l’Ue dovrà essere capace di mobilitare i 290 miliardi l’anno di investimenti necessari per la completa decarbonizzazione del sistema energetico europeo. I più alti obiettivi di riciclaggio che abbiamo introdotto si devono accompagnare con misure concrete di prevenzione della generazione di rifiuti a partire dalla progettazione eco-compatibile. Per proseguire la strategia contro l’inquinamento della plastica, bisogna anticipare al 2025 la data in cui tutti gli imballaggi di plastica dovranno essere pienamente riciclabili, compostabili o riutilizzabili.

UNA GARANZIA EUROPEA PER I BAMBINI E PER I GIOVANI

6 miliardi di euro nel bilancio europeo dedicati ai 25 milioni di bambini svantaggiati del nostro continente, con un approccio innovativo per eliminare la povertà infantile dall’Unione europea assicurando a tutti i bambini a rischio povertà accesso gratuito all’assistenza sanitaria, all’istruzione, all’assistenza per l’infanzia, all’alloggio e a una alimentazione adeguata. Riformare ed ampliare la “Garanzia giovani” per favorire l’accesso delle giovani generazioni alla formazione e al lavoro.

UNO SPAZIO EUROPEO DELL’EDUCAZIONE E DELLA RICERCA

La conoscenza, la formazione permanente, la ricerca sono gli strumenti fondamentali per affrontare la sfida dell’innovazione, della trasformazione del lavoro, della sostenibilità, dell’inclusione e della costruzione della cittadinanza europea. Per questo occorre rendere più europei i percorsi di studio e di formazione, mobilitare le risorse necessarie a livello europeo e nazionale e introdurre obiettivi ambiziosi e vincolanti all’interno del semestre e dei programmi europei:

a) triplicare i fondi per Erasmus+ nel periodo 2021-2027 portandoli a 45 miliardi come richiesto dal Parlamento;

b) entro il 2024 riconoscimento reciproco e automatico di tutti i titoli di studio e dei periodi di studio all’esterno;

c) entro il 2030 raggiungere in tutta Europa la percentuale di:
• 50% di laureati;
• dispersione scolastica sotto il 5%;
• servizi educativi per il 50% dei bambini tra 0-3 anni e per il 100% di quelli tra 3-6
• 5% del Pil dedicato alla ricerca

UN SALARIO MINIMO EUROPEO

Occorre garantire la piena attuazione del principio della parità di retribuzione per lo stesso lavoro nello stesso luogo, contrastare il dumping sociale e salariale attraverso la crescita dei salari per rafforzare il potere d’acquisto e la produttività in modo omogeneo e coordinato tra i vari paesi europei. Questo obiettivo si ottiene con l’adozione di un salario minimo europeo parametrato alle condizioni dei diversi paesi e definito sulla base del dialogo tra le parti sociali e della contrattazione collettiva nazionale e di settore. Il rafforzamento e l’estensione del dialogo sociale e della contrattazione collettiva in tutta l’Ue sono condizioni essenziali per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei cittadini europei e per la coesione e il progresso sociale.

COESI CONTRO LE DISEGUAGLIANZE: 5 MILIARDI PER AREE URBANE E PICCOLI COMUNI

È necessaria una nuova visione ecosostenibile per le città e le aree metropolitane, in particolare per le periferie. Nessun territorio deve rimanere indietro: i fondi di coesione devono diventare sempre più il centro di una politica attiva contro la povertà e le diseguaglianze, a cominciare dalle aree più deboli. Nella prossima programmazione, almeno 5 miliardi di euro devono essere stanziati a disposizione delle aree urbane e dei piccoli comuni che soffrono lo spopolamento e la perdita di servizi essenziali, come votato dal Parlamento.

UN SISTEMA EUROPEO COMUNE PER L’ASILO E L’IMMIGRAZIONE

Occorre approvare la riforma del regolamento di Dublino sula base del testo votato dal Parlamento. Il principio è che chi arriva in Italia arriva in Europa, e serve un sistema europeo imperniato sui principi di solidarietà e di equa ripartizione, che tuteli i diritti e le libertà fondamentali e sanzioni i paesi che non fanno la loro parte. Bisogna arrivare a una gestione comune delle frontiere europee e alla definizione di vie legali della migrazione che consentano la gestione dei flussi e la realizzazione di politiche di integrazione a partire del rafforzamento del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione.

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