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Economia Cina

Il motore economico della Cina si è ingrippato?

I dati sull'economia della Cina a luglio hanno deluso le attese: il paese ha problemi di deflazione e di disoccupazione giovanile, e il settore immobiliare continua a essere motivo di ansia per il Partito comunista. Ecco fatti, numeri e commenti.

Che sta succedendo all’economia della Cina?

Ieri la Banca popolare cinese, la banca centrale della Cina, ha tagliato il tasso di interesse sui finanziamenti a un anno di quindici punti base, al 2,5 per cento. È stata la riduzione più drastica degli ultimi tre anni ed è giunta a sorpresa, poco prima della pubblicazione dei dati economici di luglio che hanno mostrato un calo degli investimenti, un aumento dei livelli di disoccupazione e una crescita debole della spesa dei consumatori.

UN BRUTTO MOMENTO PER LA CINA

Come ha sottolineato Bloomberg, il quadro economico della Cina appare piuttosto negativo: il mese scorso i prestiti bancari sono crollati ai minimi in quattordici anni, le esportazioni stanno diminuendo e la deflazione (la diminuzione dei prezzi) si sta facendo sentire. Country Garden, una delle più grandi società di sviluppo immobiliare, è a rischio di insolvenza, mentre Zhongzhi, una compagnia finanziaria che gestisce asset per 138 miliardi di dollari, è in ritardo con i pagamenti sui prodotti di investimento.

Considerata l’importanza del settore immobiliare per l’economia cinese, si teme che le difficoltà del comparto possano alimentare una crisi generale. “Il settore immobiliare cinese, un tempo pilastro della crescita economica”, ha spiegato infatti Reuters, “continua a faticare nonostante l’estensione del sostegno finanziario ai costruttori e gli incentivi per gli acquirenti di prime case e per chi le ristruttura”.

A luglio, peraltro, i prezzi delle case nuove sono scesi per la prima volta nel 2023.

COSA DICONO LE PREVISIONI DI CRESCITA PER IL 2023

Le stime ufficiali cinesi prevedono una crescita economica del 5 per cento nel 2023, ma diverse grosse banche occidentali hanno rivisto al ribasso le loro stime: JPMorgan parla ora di un +4,8 per cento, mentre Barclays di un +4,5 per cento. La Cina, peraltro, non sta fornendo tutti i dati: martedì, ad esempio, ha sospeso la pubblicazione dei dati sulla disoccupazione giovanile, in crescita.

TUTTI I PROBLEMI PER IL PARTITO COMUNISTA CINESE (E PER L’ECONOMIA GLOBALE)

Oltre all’indebitamento del settore immobiliare, il Partito comunista cinese deve fare i conti con una scarsa propensione alla spesa della popolazione, alla quale vuole trasferire maggiori risorse dopo le proteste dell’anno scorso sui pagamenti dei mutui e contro le (durissime) restrizioni anti-COVID. Un’economia debole può significare maggiori agitazioni sociali, che andrebbero a loro volta a deteriorare l’immagine della leadership politica di fronte alla popolazione.

La debolezza economica della Cina può inoltre rappresentare un rischio per l’economia globale, trattandosi del paese con il secondo PIL più grande del pianeta che – secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale – dovrebbe essere il maggiore contribuente alla crescita mondiale fino al 2028.

IL PARERE DEGLI ANALISTI

“Il sentiment degli investitori nei confronti della Cina è piuttosto negativo”, ha dichiarato a Reuters Redmond Wong, analista di mercato per Saxo Markets. John Milroy di Ord Minnett ha detto all’agenzia di credere che “la banca centrale cinese non si stia impegnando abbastanza per ridurre i tassi di interesse, incoraggiando le banche a concedere più prestiti e a stimolare un’attività dei consumatori molto piatta”.

COSA DICONO I DATI SULL’ECONOMIA DELLA CINA A LUGLIO

I dati sull’attività economica cinese di luglio hanno, in poche parole, deluso le attese. Le vendite al dettaglio sono cresciute del 2,5 per cento rispetto a un anno fa, ma ci si aspettava un +4,5 per cento. La produzione industriale è aumentata del 3,7 per cento, anziché del 4,4 per cento stimato dagli analisti.

Il tasso di disoccupazione nelle aree urbane – che però non tiene più conto della divisione per fasce di età: quella 16-24 anni era la più critica a giugno, quando ha raggiunto il 21,3 per cento – è passato dal 5,2 per cento di giugno al 5,3 per cento.

Gli investimenti immobiliari sono calati dell’8,5 per cento rispetto al luglio 2022, un risultato peggiore di quello di giugno. Le vendite di prodotti sui marketplace online sono cresciute del 6,6 su base annua, ma si tratta di un dato negativo se paragonato alle percentuali a doppia cifra nei mesi precedenti a luglio.

CNBC ha scritto che c’è un “rallentamento della domanda globale per i […] prodotti” cinesi, anche a causa del riassetto delle filiere globali. A luglio le esportazioni cinesi sono calate del 14,5 per cento su base annua (a giugno la diminuzione era stata del 12,4 per cento), l’attività industriale si è contratta per il quarto mese consecutivo (ma è ai massimi da marzo scorso) e le importazioni sono scese del 12,4 per cento.

– Leggi anche: L’economia della Cina è in crisi strutturale?

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