Nonostante le sanzioni dell’Ue nei confronti della Russia e della Bielorussia e nonostante la politica multilaterale dell’amministrazione Biden in funzione di contenimento antirussa e anticinese, l’uso della deterrenza nucleare continua a svolgere un ruolo determinante come durante la guerra fredda come stanno a dimostrare le esercitazioni militari navali da parte della Russia nel Mare di Barents – che ha visto la partecipazione di circa 20 imbarcazioni, tra navi da guerra e sottomarini, 10 elicotteri e aerei con lo scopo di salvaguardare la sovranità russa in Artico – e nel Mare di Norvegia.
Infatti proprio il 2 luglio la Flotta del Nord ha posto in essere ampie verifiche allo scopo di testare l’efficacia sotto il profilo della deterrenza delle nuove armi sottomarine a 500 metri di profondità.
Si fa riferimento da un lato al siluro sottomarino nucleare Poseidon 2M39 e al missile ipersonico Zircon.
Mentre Poseidon è un siluro privo di equipaggio dotato di un reattore nucleare nato con lo scopo di superare le difese navali – oltre essere in grado di trasportare testate nucleari diverse megatoni – Zircon è un missile ipersonico che è compatibile sia con l’unità navali di superficie sia con i sottomarini ed è quindi un’arma un’arma strategicamente flessibile.
La sua velocità può arrivare fino a 2,60 km/s e può raggiungere un’altitudine di circa 20 km. La gittata massima di questo missile si aggira sui 1000 km.