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Artico Russia

La Russia dominerà il commercio nell’Artico?

Il traffico navale nell'Artico sta aumentando notevolmente, grazie soprattutto ai progetti estrattivi di risorse naturali. Cosa dice l'ultimo studio dell'Arctic Council.

Stando a un nuovo rapporto del Gruppo di lavoro sulla protezione dell’ambiente artico marino del Consiglio artico, negli ultimi dieci anni il traffico navale nell’oceano Artico è aumentato sensibilmente.

Il numero di imbarcazioni che attraversano la regione, infatti, è cresciuto di quasi il 40 per cento tra il 2013 e il 2023, passando da 1298 navi all’anno a 1782. La singola categoria di imbarcazioni più numerosa sono i pescherecci, seguiti dalle navi da carico e dalle portarinfuse (dedicate al trasporto di prodotti non-liquidi).

IL RUOLO DELLE RISORSE NATURALI

A detta di Hjalti Hreinsson, che ha partecipato alla stesura del rapporto in quanto project manager del Gruppo di lavoro, sono diversi i fattori che hanno contribuito alla crescita del trasporto marittimo nell’Artico. “Uno di questi, forse il più importante, è l’aumento dell’estrazione di risorse naturali. Rispetto ad altre aree marine del mondo, nell’Artico non ci sono molte navi, e i nuovi progetti avranno un forte impatto sulle statistiche”.

Lo studio, infatti, si sofferma su grandi progetti estratti portati avanti uno nell’Artico canadese, e l’altro nell’Artico russo: si tratta rispettivamente della miniera Mary River, nel territorio del Nunavut, dove si estrae minerale di ferro; e dell’impianto Yamal LNG, nell’omonima penisola della Siberia nordoccidentale, dedicato al gas liquefatto.

Come ha spiegato Hreinsson, “la miniera di Mary River nel Nunavut e il progetto Yamal hanno portato a un aumento del traffico marittimo” nel Circolo polare artico. “Il numero di navi portarinfuse è aumentato in modo significativo, così come il traffico di gasiere, che prima del 2018 non erano quasi presenti nell’area”.

VIAGGI PIÙ LUNGHI

Oltre al numero di navi, anche la lunghezza dei viaggi per l’Artico è aumentata: negli ultimi dieci anni la distanza totale percorsa da tutte le imbarcazioni nella regione è più che raddoppiata, passando da 6,1 milioni di miglia nautiche a 12,9 milioni. L’area che ha registrato la crescita più significativa è quella dell’Artico russo, per via del già citato Yamal LNG (lo gestisce Novatek) ma anche dei progetti petroliferi Arctic Gate e Prirazlomnoye di Gazprom e del terminale Varandey di Lukoil.

CRESCE IL COMMERCIO PER LA ROTTA DEL MARE DEL NORD

I volumi dei carichi passati per la cosiddetta “Rotta del mare del nord” sono cresciuti di oltre tredici volte dal 2013 al 2023, passando da 2,8 milioni di tonnellate a 36,3 milioni.

La Russia ritiene che la Rotta del mare del nord – che va da Murmansk, vicino al confine con la Norvegia, fino allo stretto di Bering, vicino all’Alaska statunitense – possa diventare un’alternativa al canale di Suez.

Benché l’attraversamento sia difficile per via delle acque ghiacciate, specialmente in inverno, la rotta artica permetterebbe a Mosca non soltanto di ridurre i tempi di trasporto marittimo verso l’Asia, ma anche di emanciparsi dai “colli di bottiglia” e dai porti sotto il controllo delle potenze occidentali, visto il deterioramento delle relazioni con l’Europa e con gli Stati Uniti successivo all’invasione dell’Ucraina. Al momento, tuttavia, non è possibile prevedere se la Russia riuscirà a superare le difficoltà logistiche e a fare della Rotta del mare del nord una tratta conveniente per le esportazioni di petrolio e gas liquefatto in Cina e nel resto d’Asia.

LA RUSSIA DOMINA IL TRASPORTO MARITTIMO NELL’ARTICO

Il sito specializzato gCaptain riporta che, se si tiene conto della bandiera delle imbarcazioni che navigano nella regione, la Russia possiede una posizione dominante nel trasporto marittimo per l’Artico: nel 2022, su un totale di 1661 navi, quelle battenti bandiera russa erano 885, seguite da quelle norvegesi (180) e danesi (122).

La presenza russa nelle acque del Grande nord potrebbe aumentare ulteriormente – al netto però della disponibilità di navi rompighiaccio – con l’entrata in funzione, prevista per il 2024, del progetto petrolifero Vostok di Rosneft.

E LA CINA?

Quanto alla Cina, nell’ultimo decennio le imbarcazioni battenti bandiera cinesi o di proprietà cinesi che hanno navigato per l’oceano Artico sono state meno di un centinaio. Nel 2023, però, la compagnia di navigazione cinese NewNew Shipping ha istituito il primo servizio regolare di trasporto container nella regione. Una nave della compagnia, la NewNew Polar Bear, è sospettata del danneggiamento del gasdotto sottomarino Balticconnector tra Finlandia ed Estonia nell’ottobre 2023.

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