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Corruzione in Ucraina, che cosa sta succedendo nel governo Zelensky

Prosegue la lotta alla corruzione in Ucraina. Tra ministri e funzionari licenziati o che si dimettono, il presidente Volodymyr Zelensky ha iniziato il rimpasto di governo a pochi giorni dal primo anniversario dell’inizio della guerra. Tutti i dettagli

 

In Ucraina cade la prima testa importante del governo. Lo scandalo della corruzione che ha recentemente portato all’arresto di Vasyl Lozynski, ex viceministro ucraino per lo Sviluppo delle infrastrutture, e a molte dimissioni, vede ora la dipartita – nel senso poetico del termine – del ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznnikov.

Sebbene lui non sia direttamente indagato, alcuni tra i suoi più stretti collaboratori sono stati licenziati o si sono dimessi. È il caso del suo ex vice Vyacheslav Shapovalov e di Bohdan Khmelnytskyi, ex direttore del Dipartimento degli appalti, accusati di essere rispettivamente coinvolti nell’acquisto di razioni militari a prezzi gonfiati e di giubbotti antiproiettile scadenti.

Reznnikov verrà sostituito a breve dall’attuale capo dell’intelligence ucraina (GUR), Kyrylo Budanov.

E questo è solo l’inizio del rimpasto.

CAMBIA LA MUSICA (E ANCHE I SUONATORI)

Finora il governo ucraino non poteva essere criticato per non minare il senso di unità e di fiducia necessari per la resistenza e la lotta alla guerra scatenata dal presidente russo Vladimir Putin il 24 febbraio scorso. Ma adesso, a pochi giorni dal primo anniversario, il presidente Volodymyr Zelensky, conscio dell’indispensabile sostegno dell’Occidente per uscire vittoriosi dallo scontro e per garantire un futuro migliore all’Ucraina che verrà, vuole imporre un cambio di passo e dimostrare che la lotta alla corruzione nel suo Paese è una cosa seria.

“La guerra impone cambiamenti nella politica del personale”, ha dichiarato su Telegram David Arakhamia, uno dei leader del partito Servitore del popolo, lo stesso del presidente.

La lotta alla corruzione è “una dimensione importante del processo di adesione all’Ue”, gli ha fatto eco Ana Pisonero, portavoce della Commissione europea.

GLI ARRESTI E LE INDAGINI

Oltre alla creazione di istituzioni quali l’Ufficio nazionale anticorruzione e l’Alta Corte anticorruzione (fortemente incoraggiate dall’Occidente), il primo segnale del cambio di rotta è stato dato con l’arresto dell’ex viceministro ucraino per lo Sviluppo delle infrastrutture, Vasyl Lozynski, beccato a intascarsi una tangente da 400mila dollari per facilitare l’acquisto di generatori elettrici a prezzi decisamente troppo elevati.

Contemporaneamente era stata diffusa anche la notizia di indagini al ministero della Difesa, dove si diceva che Reznnikov avesse firmato un accordo per l’acquisto di razioni militari a prezzi gonfiati. In realtà, sembrerebbe non essere stato lui in prima persona a essere coinvolto bensì alcuni dei suoi più stretti collaboratori, infatti, uno dei suoi viceministri è stato licenziato e altri due alti funzionari hanno lasciato il loro posto.

Entrambi gli scandali legati alla corruzione e al profitto di guerra hanno spinto Zelensky a intraprendere un importante rimpasto che ha visto l’uscita di scena di una serie di governatori regionali, viceministri e altri funzionari.

Inoltre, le autorità ucraine hanno scoperto un mucchio di contanti, oltre a orologi e auto di lusso, durante le retate effettuate in tutto il Paese il mese scorso e tra le persone coinvolte nelle indagini, afferma Cnn, c’è anche il responsabile ad interim dell’autorità fiscale di Kiev, che avrebbe fatto parte di un piano per nascondere 1,2 miliardi di grivne di tasse non pagate.

RIMPASTO

Il terremoto politico avviene in un momento particolarmente cruciale dato che si teme che Mosca stia preparando una nuova offensiva entro fine mese, per marcare simbolicamente il primo anniversario dell’invasione.

È partito quindi il rimpasto. Reznnikov sarà sostituito dal capo dell’intelligence ucraina, Budanov, “un enigmatico agente dei servizi segreti” di 37 anni, che ha rapidamente scalato i ranghi, scrive Reuters. Ma l’ex ministro della Difesa continua, tuttavia, a godere della stima del presidente, il quale – almeno secondo quanto dichiarato da Arakhamia – sembrerebbe aver immaginato per lui l’incarico di ministro delle Industrie strategiche, che, però, Reznnikov rifiuterebbe per mancanza di “competenze necessarie”.

Ma sono previsti anche altri annunci. Secondo il Financial Times che cita Arakhamia, l’attuale ministro degli Interni ad interim Ihor Klymenko, nominato a seguito della morte in un recente incidente aereo di Denys Monastyrsky, dovrebbe essere confermato, così come Vasyl Malyuk, scelto come capo ad interim del servizio di sicurezza statale ucraino (SBU) lo scorso luglio, dovrebbe diventarne capo a tutti gli effetti.

Per Arakhamia, “le agenzie ‘di forza’ dell’Ucraina – come il ministero della Difesa – non dovrebbero essere dirette da politici in tempo di guerra, ma da persone con un background nella difesa o nella sicurezza”.

Infine, stando a Repubblica, il rimpasto “potrebbe riguardare anche altri ministeri – Sport, Energia e Giustizia – e addirittura il primo ministro Denys Shmyhal, che potrebbe finire in una sede diplomatica estera”.

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