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Tutte le mosse della Cina tra Hong Kong, Australia e Montenegro

La Cina restringe la libertà di espressione a Hong Kong, fa la guerra economica all'Australia e intrappola Montenegro nel debito. L'analisi di Giuseppe Gagliano

Fra gli strumenti che la Cina sta ponendo in essere per consolidare la sua potenza a livello regionale ma anche a livello globale anche in funzione antiamericana vi sono la soppressione della libertà di espressione, la guerra economica e la trappola del debito.

COSA SUCCEDE A HONG KONG

Incominciamo dalla libertà di espressione, che costituisce certamente un grave pericolo per un sistema di potere come quello cinese monopartitico e autoritario. Difficile negare che la libertà di informazione e di critica a Hong Kong ormai abbia i giorni contati o volga al termine. Infatti che il periodico di Hong Kong Apple Daily ha concluso la sua esistenza il 23 giugno poiché, ufficialmente, secondo l’Ufficio di sicurezza della regione ad amministrazione speciale di Hong Kong (Hksar) ha rilevato la presenza di gravi violazioni sulla legge della sicurezza nazionale.

L’eccezionalità dunque di cui Hong Kong godeva anche in relazione alla libertà di espressione sta volgendo al termine. D’altra parte, questo drastico provvedimento è la diretta conseguenza degli arresti e della incursione che la polizia aveva compiuto nella redazione del periodico. Non dimentichiamoci infatti che il fondatore e cioè Jimmy Lai è in carcere.

LA GUERRA ECONOMICA ALL’AUSTRALIA

Sotto il profilo della guerra economica un nuovo paragrafosi aggiunge alle relazioni sino-australiane. Infatti queste hanno subito un ulteriore deterioramento dal momento che la Cina ha denunciato l’Australia al WTO a causa delle misure antisovvenzione e antidumping adottate dal governo australiano su determinati prodotti importati dalla Cina come le torri eoliche, lavelli in acciaio inox eccetera.

Naturalmente lo scopo della denuncia mossa dalla Cina e in modo particolare dal Ministero del commercio estero è quello di salvaguardare le proprie aziende. Questa azione, posta in essere dalla Cina sul piano giuridico, non è altro che una variante della guerra economica che ormai da anni sta caratterizzando la relazione con l’Australia.

Inoltre, questa reazione sul piano giuridico da parte cinese deve anche essere letta come una risposta al richiamo fatto proprio dal WTO per aver imposto dazi antidumping sul vino australiano oltre che sull’orzo.

LA TRAPPOLA DEL DEBITO CON IL MONTENEGRO

Infine sotto il profilo della trappola del debito, un sofisticato strumento di guerra economica applicato dalla Cina soprattutto – ma non solo – in Africa con lo scopo di dominare l’economia del paese destinatario del debito senza neppure sparare un colpo.

Quello contratto dal Montenegro con la Cina dovrebbe essere ripagato per la cifra di 809 milioni di dollari attraverso un rifinanziamento erogato da un’istituzione finanziaria di uno Stato Europeo ancora da rivelare almeno secondo quanto dichiarato dal Ministero delle finanze del Montenegro Milojko Spajic, il 24 giugno, durante una sessione della commissione parlamentare per le finanze e il bilancio.

Da informazioni riservate ottenute dalla Reuters sembra che tre siano gli istituti europei che dovrebbero riparare al debito del Montenegro e cioè l’Istituto di Credito per la Ricostruzione della Germania KfW, l’Agenzia di Sviluppo francese AFD e la Cassa Depositi e Prestiti CDP Italiana.

Lo specifico il debito contratto dal Montenegro con Pechino, e cioè con la Export-Import Bank of China, che dovrà essere restituito a partire da luglio 2021 finalizzato per costruire un’autostrada che collegherà il Montenegro e la Serbia che andrà dal Mar Adriatico al confine serbo. Naturalmente questo progetto infrastrutturale non solo rientra nel progetto della nuova via della seta al quale il Montenegro due aderito nel 2017 ma dovrebbe essere portato a termine da un’azienda statale cinese e cioè dalla China Road and Bridge Group.  Ma come altri progetti cinesi anche questo è caratterizzato da scandali relativi alla corruzione dei subappaltatori e a danni ambientali (in particolare relativi al fiume Tara). Secondo stime assai attendibili, il totale dei debiti del Montenegro ammonta a circa 3,60 miliardi di dollari.

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