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Nato Concetto Strategico

Chi e perché interroga Stoltenberg

Una missiva inviata al segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sulle tensioni tra Grecia e Turchia. Il corsivo di Teodoro Dalavecuras

 

L’ultima uscita di Jens Stoltenberg di alcuni giorni fa, quando ha invitato Grecia e Turchia a trovare “un punto d’incontro” sulle questioni dell’Egeo orientale, dove da tempo Erdogan dispiega una tattica aggressiva nei confronti della Grecia, aveva creato ad Atene oltre che fastidio anche stupore, tanto che Stoltenberg non ha potuto evitare di farsi ricevere domenica 19 giugno dal premier Kyriakos Mitsotakis per cercare di rimediare a quella che potrebbe essere considerata, nell’ipotesi più benevola, una gaffe.

Sicuramente, però, le regole non scritte dell’etichetta diplomatica hanno impedito a Mitsotakis di esprimere con la franchezza del caso il punto di vista dei greci sulle parole di Stoltenberg. Ci ha pensato, con una “lettera aperta” pubblicata su Kathimerini dello stesso giorno, Petros Molyviatis che, pur firmandosi “cittadino ellenico”, è un autorevolissimo esponente dell’establishment politico diplomatico ateniese con trascorsi di ambasciatore all’Onu, alla Nato e a Mosca, tre volte ministro degli Esteri e, nei primi sei difficili anni (1974 – 1980) della democrazia ellenica rinata dalle ceneri della giunta militare, capo dell’ufficio politico del primo ministro Costantino Karamanlis.

“Egregio signor segretario generale della Nato”, esordisce Molyviatis “negli ultimi tempi lei fa dichiarazioni sulla crisi che domina nelle relazioni Grecia – Turchia. Apparentemente queste dichiarazioni mantengono l’equidistanza tra i due Paesi”.

“Nella realtà, tuttavia, sono inaccettabili nella forma, nella sostanza favoriscono l’aggressore ai danni dell’aggredito e in ultima analisi danneggiano l’Alleanza”. E da questo punto in avanti il “cittadino Molyviatis” va giù piatto.

“Il segretario generale della Nato è l’impiegato dei governi che lo assumono e che ne versano lo stipendio col denaro dei loro contribuenti. Non dà forma a politiche – che sono opera dei governi – né esprime delle posizioni senza l’approvazione dei governi stessi. E appare evidente che queste dichiarazioni non sono state approvate dal governo ellenico”.

“La ragione di vita di qualsiasi alleanza è evidentemente la solidarietà tra i membri dell’alleanza stessa. Qui però abbiamo uno Stato-membro della Nato, la Turchia,

– che rivendica ufficialmente e pubblicamente territori di un altro Stato-membro, la Grecia e, nello specifico, 152 isole e isolotti dell’Egeo orientale,

– sorvola quotidianamente con velivoli militari questi territori,

– ha dispiegato di fronte alle isole in questione la più grande flotta da sbarco di tutto il Mediterraneo e al tempo stesso chiede il disarmo di queste isole.

“Quando lei, signor segretario generale, invita la Grecia a dialogare con la Turchia per risolvere il loro contenzioso, nella sostanza chiede alla Grecia di fare della propria integrità territoriale oggetto di trattative con la Turchia. E lo chiede nel momento stesso in cui lei rappresenta un’Alleanza che è stata costituita e continua a esistere proprio per questa ragione, cioè la protezione dell’integrità territoriale degli Stati-membri”.

“Questa non è una posizione equidistante. È un incoraggiamento per l’aggressore ai danni dell’aggredito. E in ultima analisi non conduce al rafforzamento della coesione dell’Alleanza ma alla sua decomposizione”.

“Signor segretario generale, se lei non è investito del potere di intervenire per correggere questa situazione inaccettabile e senza precedenti in seno all’Alleanza, credo che la cosa migliore da fare per lei sia di tacere sino alla scadenza del suo mandato. Sinceramente, Petros G. Molyviatis, cittadino ellenico”.

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