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Casaleggio salato, Speranza indifferente, Spallanzani russa, Copasir alla frutta, Creval in salsa francese

Creval, Speranza, Gabrielli, Figliuolo, Appendino, Urso, Copasir, Gabrielli, Coinbase e non solo. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

DRAGHI VISTO DAL NEW YORK TIMES

HUFFINGTON POST SPERANZOSO

 

L’INDIFFERENZA DI SPERANZA

 

CAOS VACCINALE

SPALLANZANI RUSSERA’?

AGENDA EUROPA

AGENDA DRAGHI

I NUMERI DI FIGLIUOLO

LE RENDITE DEMOCRAT

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GLI AFFARONI DELLA TORINO GRILLINA

CASALEGGIO SALATO

TREMONTI SU COINBASE

CYBER GABRIELLI

COPASIR ALLA FRUTTA

FRANCESISMI BANCARI

RECOVERY SPAGNOLO

CINESERIE

IL SOLE FOLGORA IL SOFA-GATE

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ESTRATTO DI UN COMMENTO DI ADRIANA CERRETELLI SUL SOLE 24 ORE:

Ci sono a settembre le elezioni in Germania e nel maggio ’22 in Francia. La fine dell’era Merkel e quella possibile di Emmanuel Macron. In entrambi i casi il rischio di spinte più nazionaliste che europeiste nei due Paesi-guida dell’Unione. Con il punto interrogativo in Italia sul futuro del governo Draghi in vista dell’elezione nel ’22 del nuovo capo dello Stato.

In meno di 100 giorni l’America di Biden corre verso l’immunità vaccinando 4 milioni di persone al giorno, pompa a man bassa denaro in ricostruzione e rilancio dell’economia, infrastrutture, industria e consenso sociale: la sua ricetta per tener testa all’espansione cinese con un Paese dinamico e riproiettato al futuro.

In quest’ottica l’Europa del “sofagate” appare non solo ridicola ma patetica. Ha sbagliato il copione della storia. Ma non è facendo saltare qualche testa, ammesso che lo faccia, che troverà la via della riscossa.

Per farlo dovrà rompere con l’ambiguità strutturale delle sue istituzioni comuni, figlia della non-scelta tra modello comunitario (Commissione) e intergovernativo (Consiglio), tra Unione federale e confederale, dove a muovere la macchina europea è sempre e solo la convergenza degli interessi nazionali. Il che funziona (male) quando ci si può permettere di metterci mediamente due anni per arrivare a una decisione comune. Quel tempo è finito. O si autorigenera in fretta o questa Europa perderà il treno della nuova storia in cantiere.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI ANTONELLA OLIVIERI DEL SOLE 24 ORE SU CREVAL:

Nel Creval il Credit Agricole troverà un “tesoretto” fiscale che potrà immediatamente monetizzare con la fusione e che è quantificabile in quasi 3 euro per ciascuna azione Creval. La Legge di bilancio 2021, che porta la data del 30 dicembre 2020, ha introdotto infatti un potenziale incentivo ai processi di aggregazione aziendale realizzati attraverso operazioni di fusione, scissione o conferimento d’azienda. In particolare, la legge finanziaria, come ricorda il prospetto dell’offerta, consente la trasformazione in credito d’imposta del valore delle perdite fiscali sia nell’ipotesi in cui le Dta (le imposte attive differite) a tale valore siano iscritte in bilancio sia nel caso in cui non lo siano, a fronte del pagamento di una commissione lorda del 25% delle Dta, deducibile ai fini Ires e Irap.

Nel caso del Creval, al 31 dicembre 2020 erano iscritte a bilancio Dta per 81 milioni e fuori bilancio altri 180 milioni. Di suo alla stessa data il Crédit Agricole aveva a bilancio 136 milioni di Dta. A fronte di un costo stimato in 66 milioni, complessivamente il gruppo si troverà a beneficiare di un asset fiscale di 331 milioni, a patto che si realizzi la fusione entro 12 mesi dal pagamento delle azioni consegnate in offerta: un bel “regalo” considerato che a 12,50 euro (il prezzo massimo del rilancio) il Creval viene valutato 875 milioni.

Anche imputando tutti i costi alla parte contribuita dal Creval, dalla banca acquisita arriverà il contributo di 195 milioni netti di capitale potenzialmente distribuibile, che, spalmati su 70 milioni di azioni della ex popolare, fanno 2,78 euro per azione. Considerando solo i 180 milioni fuori bilancio, al netto della quota-parte di commissioni, si tratterebbe comunque di oltre 2 euro per azione.

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