Caro direttore,
ho visto che sulla scia dell’ultima puntata di Report hai pubblicato un approfondimento sugli iscritti e le modalità di valutazione delle università telematiche e un articolo sui rapporti tra il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e gli atenei online. Ma forse ti è sfuggito un passaggio molto significativo di quel servizio, che riguarda un argomento al quale sia io sia Trezzano abbiamo dedicato qualche letterina.
Mi riferisco a quando Maria Chiara Carrozza, presidente del Cnr, viene incalzata da un giornalista di Report che le chiede di commentare l’annuncio di qualche mese fa in merito al suo ingresso nell’advisory board di Multiversity, il gruppo che possiede le università telematiche Pegaso, Mercatorum e San Raffaele. La reazione di Carrozza – che prima di arrivare alla presidenza del Cnr è stata ministra dell’Istruzione, professoressa dal profilo internazionale e ricercatrice: non proprio la prima arrivata, insomma – è francamente imbarazzante: sul volto le compare un’espressione quasi di spavento, rimane in silenzio, si allontana dall’intervistatore (che ovviamente la segue), sussurra qualche scusa (“No no, non sono nel board“, “Devo andare al convegno”, “No no, non rispondo su questo tema”) e infine entra in un palazzo, sottraendosi al confronto.
Possibile che una persona della sua esperienza, e senz’altro circondata da grandissimi professionisti della comunicazione, non avesse previsto che prima o poi qualcuno le avrebbe chiesto del papocchio e quindi preparato delle risposte adeguate?
A proposito di professionisti della comunicazione. L’ufficio stampa del Cnr ha detto a Report che Carrozza ha rinunciato alla partecipazione all’advisory board di Multiversity “a causa di una agenda istituzionale rimodulata proprio in quel periodo”, cioè la presidenza dell’European Science Advisor Forum in rappresentanza del ministero dell’Università. Nessun conflitto di interessi, o nessuna questione di inopportunità istituzionale, quindi: il problema erano i troppi impegni in agenda.
Però mi ricordo che il Cnr aveva dichiarato a Start Magazine che “la Presidente Carrozza già nel mese di settembre ha comunicato a Multiversity SpA la sua intenzione di non accogliere l’invito ad entrare a far parte del Board”. Eppure qualcosa non torna. Il comunicato del Cnr che annuncia l’elezione di Carrozza alla presidenza dell’European Science Advisor Forum è datato 15 settembre 2023; il comunicato di Multiversity dove si segnalava la presenza di Carrozza nell’advisory board era datato 26 settembre. L’agenda della presidente del Cnr era stata “rimodulata” dieci giorni prima del comunicato di Multiversity, eppure il suo nome compariva ugualmente.
Quindi, direttore, aiutami a capire. Carrozza era interessata a far parte dell’advisory board di Multiversity, e vi ha rinunciato a causa delle pressioni mediatiche? Oppure vi ha rinunciato per via dell’incompatibilità con la sua carica di chair dell’European Science Advisor Forum? Oppure vi ha rinunciato non per qualche conflitto di interessi, ma per i troppi impegni in agenda?
Segnalo ai lettori che all’articolo 15 dello statuto del Cnr è scritto che “il presidente, il direttore generale, i componenti del consiglio di amministrazione, del consiglio scientifico e del collegio dei revisori dei conti non possono essere amministratori o dipendenti di società che partecipano a programmi di ricerca nei quali è presente il Cnr”. Il Cnr è coinvolto nei cosiddetti Prin, ossia i Progetti di Rilevante Interesse Nazionale, e le università del gruppo Multiversity ne hanno vinti parecchi (Mercatorum sei, San Raffele Cinque e Pegaso quattro), per un valore totale di circa 3 milioni di euro. La presidente Carrozza dovrebbe saperlo bene, giusto?
Questa vicenda mi confonde sempre di più. E mi fa maturare una deludente impressione su talune personalità.
Cordiali saluti,
Francis Walsingham