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Becciu, Bergoglio, la Cina e Pompeo

Angelo Becciu è stato il numero due del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e vero artefice dell’accordo con la Cina che tanto ha irritato gli Stati Uniti. La nota dell’Agenzia Nova   La Santa Sede ha comunicato ieri sera le dimissioni del cardinale Giovanni Angelo Becciu dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause…

 

La Santa Sede ha comunicato ieri sera le dimissioni del cardinale Giovanni Angelo Becciu dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi e la sua rinuncia al cardinalato. Un fatto con pochi precedenti nella storia.

La stampa ha immediatamente collegato l’allontanamento di Becciu dal Vaticano all’inchiesta relativa all’acquisto di un immobile di lusso a Londra con 200 milioni di dollari provenienti da un fondo della Sezione affari generali della segreteria di Stato, di cui l’ormai ex cardinale era all’epoca sostituto.

Tuttavia, appare non senza significato che le dimissioni di Becciu giungano a poche ore dall’arrivo a Roma e in Vaticano del segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Lo stesso Pompeo che, meno di una settimana fa, inviava un duro monito alla Santa Sede contro il rinnovo dello storico accordo con la Cina a proposito delle modalità di nomina dei vescovi cattolici cinesi.

“Due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina”, ma nel frattempo “gli abusi sui fedeli sono solo peggiorati”, scriveva il capo della diplomazia di Washington sulla rivista neo-con “First Things”, aggiungendo che, se rinnovasse l’intesa, “il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale”. È da tempo che la “nuova Guerra fredda” tra Stati Uniti e Cina fa sentire i propri riverberi nei palazzi del Vaticano.

La Casa Bianca si è opposta duramente, fin dall’inizio, all’apertura della Santa Sede verso la Repubblica popolare e negli ultimi mesi ha continuato a premere perché la Chiesa cattolica cestini l’accordo del 2018.

La precedente visita di Pompeo a Roma, nell’ottobre del 2019, era stata preceduta di ventiquattr’ore da una perquisizione della gendarmeria pontificia negli uffici della segreteria di Stato vaticana proprio nel quadro dell’inchiesta riguardante gli investimenti della Santa Sede a Londra.

Negli stessi giorni era stato a Roma anche il procuratore generale degli Stati Uniti, William Barr. Successivamente, nel gennaio del 2020, sarebbe stato ricevuto in Vaticano anche il vicepresidente Mike Pence.

Angelo Becciu è stato il numero due del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato e vero artefice dell’accordo con la Cina che tanto ha irritato gli Stati Uniti. Lo scorso 14 settembre, cinque giorni prima dell’attacco di Pompeo su “First Things”, Parolin aveva definito “buone” le possibilità che l’intesa con Pechino venga rinnovata.

L’accordo “provvisorio” è scaduto il 22 settembre, ma finora dalla Santa Sede non sono arrivati annunci.

(Estratto di un articolo pubblicato dall’Agenzia Nova; qui la versione integrale)

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