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Banca Mondiale

Cosa farà la Banca Mondiale (e l’italiana Dedalus) nel Gabon

Il punto di Giuseppe Gagliano.

 

Molto impegnata nella digitalizzazione dello Stato del Gabon – ha approvato lo scorso luglio un progetto da 68 milioni di dollari per smaterializzare la sua amministrazione -, la Banca Mondiale finanzia dal 2016 la trasformazione del servizio sanitario del Paese per 56 milioni di dollari.

IL PROGETTO EGABON

Questo progetto, denominato EGabon, sta entrando in una fase critica, poiché normalmente dovrebbe essere completato nel mese di gennaio.

Nelle prossime settimane un team della Banca Mondiale si recherà a Libreville per aggiudicarsi l’appalto principale del progetto: la costruzione di un sistema sanitario integrato che permetta la condivisione dei dati medici dei pazienti all’interno del servizio ospedaliero.

LA GARA D’APPALTO

La banca ha indetto una gara d’appalto a maggio. Il valore del contratto è di circa 24 milioni di dollari (dei 56 milioni di dollari per il progetto, 21 sono già stati spesi dal 2016).

CHI HA RISPOSTO

Tre società hanno risposto: la francese Atos, la cui offerta si aggira intorno ai 35 milioni di dollari e riguarda una licenza (il Gabon non sarà proprietario dello strumento); lo spagnolo Sivsa, che ha presentato un progetto per 24 milioni di dollari; e l’italiana Dedalus, ad oggi miglior offerente, e la cui offerta è strutturata attorno ad un’architettura Oracle.

Se Dedalus non ha, ad oggi, ricevuto alcun appoggio dalla rete diplomatica del suo Paese, mal introdotta in Gabon, non è il caso di Atos e Sivsa. Le ambasciate di Francia e Spagna stanno esercitando un’intensa attività di lobby da maggio per sostenere il loro campione nazionale e convincere i membri del Gabon della commissione che si pronuncerà sul merito delle rispettive offerte.

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