LA VERITA’ SU D’ALEMA
Il buon giorno del quotidiano La Verità pic.twitter.com/EXL309gZvy
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
Opportuno scappellotto di prof. alla categoria giornalistica https://t.co/afcmrhveFd
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
PARTIGIANI PUTINIANI?
Se Orsini viene ribattezzato prof filo-Putin, si può definire filo-Putin anche l’Anpi, vero? Eppure non vedo titoli sui “partigiani putiniani”. Strano. Strano pure che pochi giornali danno risalto alla questioncella. pic.twitter.com/dgYc5z1OVc
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
DALLA RUSSIA CON AMORE?
I russi nel marzo 2020 ci hanno consegnato: «521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1.000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10.000 tamponi veloci e 100.000 tamponi normali». Materiale che non bastava a fare fronte alle esigenze di mezza giornata.(Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 23, 2022
Russia con amore. "Si trattava di una missione sanitaria per portare aiuti, eppure è stata l’Italia a pagare il conto. Circa tre milioni di euro versati per un’attività che alla fine non sembra aver fornito alcun apporto determinante". (Fiorenza Sarzanini, Corriere della sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
"Circa tre milioni di euro versati per un’attività che alla fine non sembra aver fornito alcun apporto determinante, ma che invece potrebbe essere servita ai russi per ottenere una serie di informazioni «sensibili» sui malati Covid ricoverati negli ospedali". (Sarzanini, Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
Vedo che oggi generali e membri del Cts esprimono critiche in pubblico alla missione russa in Italia nel marzo 2020. Benissimo. Malissimo stare in silenzio fino a ieri.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 23, 2022
“La missione russa al massimo fu propaganda, non spionaggio”, dice il presidente del Copasir, Adolfo Urso, al Fatto Quotidiano.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
DALLA RUSSIA CON I SOLDI?
"La Lega al servizio di Putin: ecco le mail segrete. Da Mosca i suggerimenti a un senatore del Carroccio per togliere le sanzioni". (L'Espresso)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
LE PILLOLE DELL’ANALISTA DARIO FABBRI SULLA GUERRA
“Nella prima fase della guerra l’Italia ha avuto una posizione tiepida di appoggio all’Ucraina. Per questo il governo italiano è stato “minacciato” dagli Stati Uniti per approvare sanzioni molto dure contro la Russia”. (Dario Fabbri a Omnibus)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
“Anche l’Italia partecipa attivamente ad aiutare l’Ucraina nel campo dell’Intelligence”. (Dario Fabbri a Omnibus)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
LA PILLOLA DEL PROF GERMANO DOTTORI (LIMES)
"La guerra in Ucraina all'America non costa nulla, anzi è un'opportunità. Per l'Europa è solo un costo". (Germano Dottori)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 24, 2022
LE COSE TURCHE DI ERDOGAN NELLA NATO
"Confermato acquisto batterie russe anti-missile S-400, confermata ripresa dei voli da Mosca delle compagnie russe, confermata la linea “no-sanzioni” a Putin, che incontrerà a giorni. E gas russo a volontà. Erdogan nella Nato fa quello che vuole e tutti zitti". (Alberto Negri)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
I NUMERI SUL CAMPO
"I russi hanno perso 534 veicoli blindati contro 145 ucraini? Sì, ma ne hanno altri 10mila contro i 2.500 di Kiev". (Gianluca Di Feo, Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 25, 2022
FOREIGN FIGHTER CONTRO
Foreign fighter italiano verso l'Ucraina. Grandissimo ammiratore di Putin, certo che "la vittoria sarà schiacciante". Quarantenne, originario di una città veneta. "Sono in contatto con alcuni generali del Cremlino". "L’avanzata della Nato causa di questo casino". (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 23, 2022
«Sì, certo, saremo pagati, equipaggiati di tutto, non è indispensabile aver già avuto esperienza al fronte. Ci insegnano tutto loro»., dice al Sole 24 ore un foreign fighter greco che sta andando in Ucraina.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 23, 2022
CONFUSIONI CYBER
Attacco hacker alle Ferrovie. Ieri all'Ansa "fonti qualificate della sicurezza nazionale" ipotizzano "hacker russi". Poi Fs escludono l'ipotesi. Oggi Baldoni (agenzia Cybersecurity): "No alla psicosi dell'attacco collegato alla guerra in Ucraina. Qui c'è una matrice criminale".
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 24, 2022
PAPOCCHIO INFRATEL?
Papocchio Infratel (Invitalia). "Manodopera, regole, prezzi: imprese in tilt sulle gare per fibra e 5G. L’intreccio di bandi: cinque in scadenza in meno di un mese, ma il settore non è pronto". (Sole24ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) March 24, 2022
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL QUOTIDIANO LA VERITA’ SU ARMI, D’ALEMA E COLOMBIA:
Dopo un lungo silenzio mediatico Massimo D’Alema ha finalmente detto la sua in tv sulla vicenda della trattativa per vendere navi, sommergibili e aerei alla Colombia con la mediazione di un’improbabile squadretta di consulenti. L’ex primo ministro ha mostrato quanto sia in difficoltà in questo momento durante un’intervista rilasciata alle Iene.
L’inviato Antonino Monteleone inizialmente era stato respinto con perdite, ma poi è riuscito a raccogliere lo sfogo dell’ex segretario del Pds che, tra una parolaccia e l’altra, ha praticato un’incredibile arrampicata sugli specchi per negare il peso della registrazione, svelata dalla Verità. «Il problema è che tutta questa campagna muove da un materiale inquinato, perché se uno intercetta illegalmente tra l’altro perché non è un’intercettazione della magistratura» ha detto l’ex primo ministro, senza spiegare che le registrazioni tra presenti non sono illegali.
Poi ha aggiunto: «Questa roba è stata comunque lavorata con tagli e cuci, quindi è un’informazione a mio giudizio falsa». E le sartine saremmo noi della Verità. «L’Italia è il Paese delle polemiche» ha provato ad ammorbidirlo Monteleone, ricevendo questa replica un po’ sboccata: «Ma la polemica non c’entra un beato cazzo. Si vogliono danneggiare le imprese italiane che hanno avuto un danno molto grande ma questo a voi non ve ne frega un cazzo».
Insomma il povero D’Alema non parlava di armi con sanguinari ex militari colombiani per incassare 80 milioni di euro da spartire con i suoi soci, ma per il bene del Paese. E per questo vorrebbe essere ringraziato: «Io non ho incontrato il governo della Colombia, non ho fatto trattative con nessuno». Quella con Fierro, che lui riteneva essere un senatore, era una semplice «attività di promozione, non una trattativa». E allora le provvigioni di cui i due parlavano?
D’Alema continua l’arrampicata: «Eh beh ma è assolutamente normale che in operazioni di questo genere si diano incarichi professionale di assistenza legale promozione commerciale ma non è una trattativa perché il mio interlocutore non è l’acquirente». Quindi nessuna violazione della legge che regola la compravendita delle armi?
L’ex ministro degli Esteri si accende ancora una volta come un fiammifero: «Ma è una cazzata che non sta né in cielo, né in terra, io parlavo con un signore per sostenere il fatto che loro si dessero da fare a favore della proposta italiana, ma è un fatto promozionale. Non è una trattativa».
In pratica l’ex primo ministro era una specie di ragazzo sandwich, un volantinatore. Intanto ieri, a dargli un ulteriore dispiacere ci ha pensato il suo ormai ex compagno di partito, il ministro della Difesa pd Lorenzo Guerini, che nel rispondere a un’interrogazione di Fratelli d’Italia, ha evidenziato la distanza tra il governo e la trattativa portata avanti dai D’Alema boys, sgomberando «il campo da un equivoco di fondo, rappresentato dall’associazione tra le presunte interlocuzioni avvenute tra le parti e lo strumento del G2G (Government-to-government, ndr)».
Il G2G è una modalità di vendita degli armamenti che affianca quella di mercato e che garantisce all’acquirente garanzie governative sulla gestione del contratto. In questo caso le procedure prevedono «il diretto coinvolgimento delle preposte articolazioni del governo, nell’ambito di un preventivo rapporto istituzionale tra Stati». E niente di tutto questo è accaduto. Tanto che il ministro ha ribadito: «Nessun aspetto della vicenda in questione è pertanto riconducibile all’utilizzo dello strumento del G2G tra il governo italiano e il governo della Colombia».
Quanto alle interlocuzioni istituzionali tra l’ambasciatrice colombiana a Roma e il sottosegretario Giorgio Mulè, per Guerini non rientravano nelle procedure G2G, ma erano «configurabili come normali rapporti tra Paesi» e «nulla hanno avuto a che fare con eventuali collaborazioni tra aziende e società mediatrici, consulenti o professionisti esterni». L’ennesimo schiaffo a D’Alema. Infine il ministro ha riconosciuto il merito dei nostri scoop, definendo la vicenda «una questione oggetto di giusta attenzione mediatica e di inchieste giornalistiche».