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Addio Milano Bella

Addio Milano bella, come si conclude la trilogia di Festa sulla parabola del Pci

Oggi 14 gennaio esce in libreria "Addio Milano bella", il nuovo libro di Lodovico Festa. la recensione di Antonio Pilati

 

“Addio Milano bella” è il capitolo finale, di una trilogia che, nella forma attraente e multiuso del giallo, Lodovico Festa dedica all’evoluzione di quella particolare comunità umana (stile di vita, usanze, obblighi, speranze, bugie) che fu il Partito Comunista Italiano.

Le date sono importanti: l’avvio della saga è situato nel 1977 quando il Pci è al culmine della sua parabola (nelle politiche del 1976 ebbe il miglior risultato della sua storia), si trova alle soglie del governo e ne indirizza la maggioranza all’interno di un sistema politico ancora solido; la seconda puntata si colloca nel 1984 subito dopo la morte di Berlinguer quando il Pci ingaggia con il Psi di Craxi un feroce scontro che blocca il sistema politico e anche le speranze di ripresa della società italiana; l’ultimo episodio è ambientato nel 1993, il Pci ha cambiato nome e stile ma i suoi eredi cercano ancora di dare al Psi il colpo di grazia, il sistema dei partiti è travolto e al suo posto subentrano magistrati e agenzie speciali.

La trilogia spazia su 15 anni cruciali della nostra vita politica, dalla vigilia del delitto Moro a Mani Pulite ed è una specie di controstoria d’Italia, una riflessione sul fallimento dei partiti – architravi della Repubblica – nel dare indirizzo e speranza a una società che negli anni ’80 mostrava vitalità e spirito d’iniziativa. Il punto di vista è quello dei quadri e dei militanti del Pci, comunità generosa e densa di speranze i cui dirigenti la guidano per sentieri contorti e traversi (il compromesso storico inattuabile per vincoli internazionali; l’odio per il Psi, con l’eccezione della coraggiosa e perdente fazione milanese; la questione morale che sostituisce alla politica il giudizio etico e porta ai disastri della Casta e del grillismo) dando una mano al disastro della politica.

“Addio Milano bella” è il momento di sintesi, il punto in cui si tirano le somme e si scopre – giusto per stare in tema – che la trilogia è una matrioska: il giallo è l’aggancio scenico per raccontare la politica come giostra di sentimenti e ambizioni; il Pci è la comunità messa in scena come luogo della trama ma soprattutto come motore di politica; la controstoria d’Italia è il risultato riflessivo finale.

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