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Ubisoft Ia

Ubisoft pizzicata dai fan a usare immagini generate dalla IA

Polemiche a non finire per alcune creatività che Ubisoft ha divulgato ad Halloween, realizzate dagli algoritmi di IA. I fan l'accusano di licenziare gli artisti per sostituirli con l'intelligenza artificiale. La software house francese ha poi sviluppato un software in grado di scrivere sceneggiature

Non sono solo le software house cinesi a utilizzare i più moderni ritrovati in campo di IA per la creazione di artwork legati alla sponsorizzazione dei videogiochi. Qualche mese fa, ricorda la testata verticale Multiplayer, lo sviluppatore di Alchemy Stars era stato costretto a chiedere scusa dopo che si era scoperto che i poster del gioco erano stati realizzati parzialmente dall’Intelligenza artificiale. Per fugare ogni dubbio l’etichetta si è impegnata a far disegnare in sessioni pubbliche i prossimi artwork per dimostrare che l’IA non sarà più coinvolta. Ma adesso il problema si fa sentire anche nella vecchia Euroa. Nelle ultime ore alcune immagini a scopo promozionale pubblicate dalla multinazionale francese Ubisoft sui suoi social hanno suscitato polemiche a non finire tra gli utenti, tanto da dover essere ritirate dalla software house.

LO SCHERZETTO GIOCATO DALLA IA A UBISOFT

L’account olandese di Assassin’s Creed, videogame di punta di Ubisoft, ha pubblicato per Halloween un’immagine con il protagonista del gioco, Ezio Auditore, circondato dalle zucche, dopo che Ubisoft Latam aveva pubblicato un’immagine analoga, poi rimossa.

L’immagine al centro delle polemiche

Entrambe erano frutto di intelligenze artificiali e agli utenti non c’è poi voluto molto per accorgersene, dato che tutte e due risultavano piene degli errori tipici delle creazioni generate (non senza polemiche, viste le cause intentate a Stable Diffusion, MidJourney o Dall-E e ai software per provare a bloccare lo scraping degli algoritmi) dalle intelligenze artificiali, come dita storte, alcuni simboli mal riprodotti e una curiosa “ragnatela” di luminarie che oltre a risultare sfalsate, sono posizionate in modo da essere incomprensibilmente al centro della scena.

Gli utenti non si sono solo lamentati della scarsa qualità delle immagini, sorprendendosi del fatto che a quanto pare nessun occhio umano avesse controllato le stesse prima di procedere con la pubblicazione sui social, ma hanno fatto notare che Ubisoft ultimamente ha proceduto con una lunga serie di licenziamenti evidentemente con lo scopo, la teoria dietro molti commenti, di rimpiazzare i creativi con l’intelligenza artificiale.

UBISOFT ASSOLDA IA ANCHE PER LE SCENEGGIATURE

E non è la prima volta che la software house fondata dalla famiglia Guillemot si attira critiche del genere. Analoghe erano state espresse quando la divisione canadese aveva alzato il velo su La Forge, algoritmo capace di scrivere sceneggiature di videogame, ormai in una fase avanzata di sviluppo, tanto che la software house qualche tempo fa aveva voluto mostrarne le potenzialità in un video.

Sono numerosissimi i titoli open world sviluppati dal Gruppo francese, dal già menzionato Assassin’s Creed a Watch Dogs fino ad arrivare a Far Cry e The Crew, giusto per ricordare i più noti e ciascuno di loro prevede migliaia di personaggi non giocanti che un domani potrebbero essere interpellati dal giocatore senza che un umano abbia scritto per loro linee di dialogo ad hoc.

IN CINA LA SITUAZIONE È SFUGGITA DI MANO

Intanto, secondo il report di Rest of World nel Paese asiatico la ricerca di illustratori professionisti per videogiochi è diminuita del 70% a causa delle intelligenze artificiali. Dal momento che in Cina i diritti dei lavoratori non godono di tutele particolari, le compagnie di sviluppo hanno iniziato ad adottare in massa le IA, infaticabili, senza stipendio, dalla creatività inesauribile e, soprattutto, rapidissime.

La disegnatrice Amber Yu, che guadagnava tra i 430 e i 1000 dollari per ogni poster realizzato, ha dichiarato di aver viste crollare le sue opportunità lavorative con l’entrata in scena delle intelligenze artificiali. Un altro illustratore ha dichiarato a Rest of the World senza mezzi termini che: “il modo con cui ci guadagnavamo da vivere è stato distrutto.”

Il colosso Tencent approfitta da tempo del vuoto normativo in Cina per implementare in tutti i campi l’uso delle IA generative. E dato che oggi l’etichetta è il publisher più grande del mondo, è ben evidente la sua capacità di influenzare il mercato. Miyoho, marchio di Shanghai divenuto improvvisamente famoso in tutto il mondo per l’action RPG gratuito Genshin Impact (pubblicizzato persino sui tram di Milano, per comprendere la penetrazione di queste software house nel mercato occidentale), per un altro suo titolo, Tears of Themis, ha deciso di usare l’IA per continuare il doppiaggio di un personaggio dopo che l’attore ingaggiato era stato arrestato.

L’altro grande editore cinese che si contende le scene con Tencent, vale a dire NetEase, ha deciso di sponsorizzare la propria IA all’interno di un evento, permettendo ai giocatori accorsi di generare delle skin per il gioco senza la mediazione di alcun creativo umano.

Da questo punto di vista la Cina rischia di rappresentare per l’Occidente il futuro che ci attende: senza seri interventi volti a regolamentare il mondo delle IA e le possibili, catastrofiche, conseguenze in quello del lavoro, molti lavoratori potrebbero essere presto sostituiti dagli algoritmi. Non solo nei videogiochi.

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