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Autisti Uber

Uber deve assumere i suoi autisti

Una sentenza del Central London Employment Tribunal ha deciso che Uber dovrà riconoscere ai suoi autisti uno stipendio minimo e le ferie pagate Uber dovrà garantire uno stipendio minimo ai suoi driver. E le ferie pagate. A deciderlo è il Central London Employment Tribunal, che ha riconosciuto la società di San Francisco un colosso dei…

Una sentenza del Central London Employment Tribunal ha deciso che Uber dovrà riconoscere ai suoi autisti uno stipendio minimo e le ferie pagate

Uber dovrà garantire uno stipendio minimo ai suoi driver. E le ferie pagate. A deciderlo è il Central London Employment Tribunal, che ha riconosciuto la società di San Francisco un colosso dei trasporti che impiega numerosi “dipendenti”. Solo a Londra gli autisti sono 30.000 e secondo la sentenza, Uber dovrà riconoscere loro alcuni dei diritti basilari che vengono riconosciuti ad un dipendente. Chi lavora per Uber, sostiene il Central London Employment Tribunal, non lo fa nel tempo libero, ma lo fa come occupazione primaria.

La sentenza che decide che Uber dovrà garantire uno stipendio minimo ai suoi dipendenti rappresenta un precedente importante per la gestione degli autisti in tutto il mondo. L’azienda di San Francisco, fino ad oggi, ha considerato i suoi driver come lavoratori autonomi freelance e ha fatto ricorso contro la decisione del tribunale londinese.

Uber deve assumere i suoi divrer. Sentenza storica

uberLa decisione presa dal Central London Employment Tribunal rappresenterà un precedente per tutto il mondo della gig economy, che in questi mesi è alla ricerca di nuove norme che possano regolamentare offerta e domanda di lavoro nell’era digitale.
Chi si affida a piattaforme come Uber non lo fa per hobby, ma per lavorare realmente. E a dirla tutta, anche gli attori della gig economy richiedono un vero lavoratore: le prestazioni, anche se saltuarie, obbligano il non dipendente al rispetto della professionalità e alla responsabilità.

Proprio come tutti i lavori saltuari che i nostri tempi ci propongono, dal cameriere al facchino, anche quelli proposti dalle piattaforme di gig economy sono solo un parte di un processo che sta portando alla frammentazione del lavoro stesso. Visti i cambiamenti, portati dalla crisi (in pochi assumono con contratto stabile sapendo di andare incontro a periodi di scarso lavoro) e dal digitale, con la nascita di piattaforme come Uber, servirebbero nuove regole e nuove norme, che tutelino coloro che offrono la loro prestazione.

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