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Rai Way

Tutti i subbugli politici su Rai Way

Un decreto firmato da Mario Draghi autorizza Viale Mazzini a scendere sotto il 51% nella società delle torri Rai Way. Si apre così la strada al riassetto del settore. E nei partiti c'è subbuglio. Ecco perché.

 

La governance di Rai Way, la società che detiene il controllo e la gestione delle torri di trasmissione del servizio pubblico, diventa un caso politico.

La Rai potrà ridurre la propria partecipazione in Rai Way, proprietaria di 2300 antenne, per favorirne la crescita ma mantenendo allo stesso tempo il controllo dell’infrastruttura strategica del Paese.

È quanto indicato — secondo quanto risulta a Radiocor — nella bozza del Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi. Di fatto, il decreto apre alla possibilità per Rai, attualmente titolare del 65% della società delle torri televisive, di scendere sotto il 51% nell’azionariato. La soglia minima di capitale a cui Rai potrà scendere è il 30%.

L’operazione spiana così la strada al riassetto del settore broadcasting in Italia.

“Significa che può passare in mano privata la maggioranza dell’azienda quotata in Borsa e proprietaria della rete di diffusione del segnale radiotelevisivo”, sottolinea La Verità.

Eventualità che agevolerebbe l’ipotesi di un consolidamento con la società delle torri Ei Towers, operazione di cui si era molto discusso negli anni scorsi.

E se mercato e analisti sono pro consolidamento del settore delle torri, politici tutt’altro.

Tanto che la Vigilanza Rai convoca i ministri Franco e Giorgetti, l’ad Fuortes e i vertici del gruppo delle torri per un ciclo di audizioni che inizierà martedì 15 marzo.

Tutti i dettagli.

COSA PREVEDE IL DPCM DRAGHI PER RAI WAY

La modifica introdotta dal Dpcm — spiega Radiocor  — va inquadrata nell’ambito della necessità di rafforzamento finanziario e patrimoniale della Rai previsto dal piano industriale di Viale Mazzini. Ai prezzi attuali di Borsa, il pacchetto di controllo in mano a Rai ha un controvalore di circa 900 milioni di euro.

AGGREGAZIONE CON EI TOWERS?

Ma il riassetto azionario favorito dal Dpcm, secondo l’attesa del mercato, potrebbe allo stesso tempo creare le condizioni per l’aggregazione industriale con Ei Towers. Ovvero la società delle torri televisive controllata dal fondo F2i al 60% e partecipata da Mediaset, ribattezzata Mediaforeurope (Mfe), al 40%.

Nella bozza si fa riferimento alla possibilità che Rai definisca accordi di gestione e di governance in caso di operazioni straordinarie con altri player. Rai Way inoltre, secondo i dettami del provvedimento, dovrà rimanere quotata.

LE PROTESTE DI ITALIA VIVA

Immediata la protesta del partito guidato da Matteo Renzi. Il Dpcm firmato da Draghi serve a superare un analogo provvedimento che stabilisce che il controllo di Rai way debba rimanere nelle mani di Rai introdotto nel 2014 dal governo Renzi. Questo bloccò l’offerta pubblica di acquisizione e scambio lanciata da Ei Towers nel 2015. In seguito si è sempre parlato dell’opportunità di un consolidamento, ma senza che poi accadesse qualcosa di concreto.

“Leggendo una bozza del Dpcm pubblicata da Repubblica (nessuna versione ufficiale finora è stata diffusa), si apprende che il provvedimento sarebbe finalizzato a “contribuire al contrasto al cambiamento climatico” permettendo alla Rai di “rafforzare i suoi piani di sviluppo e sostenibilità”. Davvero il governo vende le torri della Rai per combattere il cambiamento climatico? Davvero qualcuno crede che le centinaia di milioni che la Rai ricaverà dalla svendita dei ponti di trasmissione sarà usata per aiutare l’ambiente, invece che per coprire il buco di bilancio denunciato dall’Ad Fuortes fin dal primo giorno in cui si è insediato? Ma chi vogliono prendere in giro? Che garanzie ci sono che la vendita della quota di Rai Way non servirà semplicemente per fare cassa?” scrive su Huffington Post Michele Anzaldi, deputato di Italia Viva e segretario della Commissione di Vigilanza.

LA NOTA DEL PD

“Conoscere le ragioni e le prospettive della cessione di una quota del capitale di Rai Way da parte della Rai oggetto di un decreto del governo, sapere come verranno reinvestite le risorse derivanti e come sarà gestita un’infrastruttura strategica come Rai Way dentro il piano industriale di cui si attende ancora di conoscere le linee strategiche: per questo come ufficio di presidenza della Vigilanza Rai abbiamo richiesto le audizioni dell’ad Fuortes e dei ministri Franco e Giorgetti”. Così in una nota la capogruppo Pd in commissione di Vigilanza Rai Valeria Fedeli.

“La scelta di alienare una parte importante della proprietà di Rai Way rischia di avere un impatto importante l sulle prospettive di sviluppo della Rai e anche sui livelli occupazionali, andando ad investire l’infrastruttura su cui si regge la trasmissione del segnale. Una scelta che va dunque ben motivata, spiegata, analizzata e che sarebbe dovuta essere discussa in altri modi, tempi e termini. Ecco perché è necessario poter ascoltare in tempi brevi i soggetti di cui è stata richiesta l’audizione in Commissione”, conclude la nota.

E QUELLA DEI 5 STELLE

“Autorizzare la Rai a scendere sotto il 51%, fino al 30%, nel capitale di Rai Way, che oggi si attesta al 65%, è un’azione da valutare molto attentamente. Parliamo di una rete infrastrutturale che riveste un’enorme importanza, serve quindi un dibattito ampio per capire la portata di questa decisione, anche per le conseguenze nettamente più ampie della cessione. Per questo chiediamo un’audizione immediata in Vigilanza dell’ad Carlo Fuortes, del presidente e dell’ad di Rai Way, Giuseppe Pasciucco e Aldo Mancino, del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti e del ministro dell’Economia Daniele Franco e presenteremo in merito un’interrogazione al presidente del Consiglio Mario Draghi”. Così, in una nota, i componenti del Movimento 5 Stelle in Ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza Rai Primo Di Nicola e Sabrina Ricciardi.

E FORZA ITALIA?

Infine, anche da Forza Italia arrivano critiche sull’operazione.

“Perdere il controllo delle torri di Rai Way sarebbe veramente una sciocchezza da parte del servizio pubblico radiotelevisivo”, ha commentato il senatore di Forza Italia e componente della commissione di Vigilanza Rai Maurizio Gasparri. Quest’ultimo ha ricordato di essersi già opposto anni fa, da ministro, alla “svendita di Rai Way”, definito un “patrimonio fondamentale per la Rai”. “Scendere sotto il 51% da parte del servizio pubblico – aggiunge – sarebbe una scelta folle e suicida. Quelle antenne servono a tanti scopi e hanno realizzato anche forme di collaborazione importanti, non soltanto nel campo radiotelevisivo tra la Rai ed altre aziende. La questione va discussa urgentemente in Parlamento. Perché rinunciare al controllo di questa struttura sarebbe una scelta davvero irresponsabile”.

Comunque, la privatizzazione di Rai Way fa tornare in campo l’ipotesi di un polo con Mediaset, gruppo controllato dalla Fininvest della famiglia Berlusconi, attraverso Ei Towers.

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