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Tutti i piani di Amazon Web Services (Aws) per il cloud in Italia

Ecco i miliardi che Amazon Web Services (Aws) investirà e per fare cosa. Fatti, numeri e approfondimenti

Amazon Web Services (AWS) ha recentemente informato il governo italiano delle proprie intenzioni di espandere la presenza nel Paese, con un nuovo investimento significativo per ampliare le infrastrutture cloud esistenti. Secondo fonti governative riportate dal Sole 24 Ore, AWS ha avviato il processo per accedere alla procedura fast track “Invest in Italy”, che consente di accelerare le pratiche burocratiche e agevolare la costruzione di data center. La notizia è stata poi confermata dal Ministro dell’Industria e del Made in Italy, Adolfo Urso, questa mattina a Radio 24.

La regione Lombardia, già sede delle attuali zone di disponibilità AWS lanciate in pieno lockdwon nel 2020, è stata scelta come epicentro di questa nuova fase di investimento, stimata in 1,2 miliardi di euro nella fase iniziale. Questo intervento si aggiunge al piano già avviato di 2 miliardi di euro destinati alla Regione AWS Europa (Milano) entro il 2029, con un impattoeconomico stimato di 3,7 miliardi di euro sul PIL nazionale.

LOMBARDIA E MILANO: UN CENTRO STRATEGICO PER IL CLOUD

La Lombardia è stata scelta per la centralità e l’importanza dell’infrastruttura di rete, caratteristiche che rendono la regione un punto di riferimento per la digitalizzazione non solo in Italia, ma anche per tutto il bacino del Mediterraneo. Milano, in particolare, rappresenta un punto di connessione cruciale tra Europa e Asia grazie al cavo Sparkle, che la collega direttamente a Mumbai, facilitando il traffico dati su larga scala. La capacità di ospitare servizi cloud a bassa latenza è considerata un valore aggiunto per le aziende locali e internazionali, che necessitano di elevati standard di sicurezza e velocità nella gestione dei dati.

Lombardia, per AWS, rappresenta anche una piattaforma solida per potenziare i servizi di intelligenza artificiale e machine learning destinati alle imprese italiane. Con un’infrastruttura cloud più ampia, l’obiettivo di AWS è chiaramente quello offrire ad aziende e istituzioni una maggiore resilienza dei servizi digitali, rispondendo alla crescente domanda di capacità computazionale richiesta per l’adozione delle nuove tecnologie, a cominciare dalla stessa Regione, essendo l’in house tecnologica Aria tutta in cloud su AWS, come recentemente spiegato dal suo Direttore Generale Lorenzo Gubian.

GLI ALTRI INVESTIMENTI DI AWS IN EUROPA E NEL MONDO

L’interesse di AWS per l’Italia si inserisce in una strategia più ampia di espansione europea. In Spagna, AWS ha recentemente aggiornato il proprio piano di investimento a 15,7 miliardi di euro, destinati alla costruzione di una nuova infrastruttura per data center nella regione di Aragona. In Germania, invece, AWS ha annunciato un piano di 7,8 miliardi di euro entro il 2040, mentre sono 10 i miliardi destinati al Regno Unito. In tutti questi i casi, questi investimenti rispondono alla crescente domanda di servizi cloud, un mercato che sta espandendosi rapidamente in tutto il continente e oltre. Secondo le ultime previsioni di Gartner, Inc. la spesa degli utenti finali a livello mondiale per i servizi di cloud pubblico dovrebbe crescere del 20,4% per un totale di 678,8 miliardi di dollari nel 2024, rispetto ai 563,6 miliardi di dollari del 2023.

Anche a livello globale, AWS sta registrando un incremento della domanda di servizi cloud. L’azienda di Seattle è già leader di mercato insieme davanti ad Microsoft Azure e Google Cloud, e ha osservato una crescita di ben il 19%, per un fatturato totale di 27,5 miliardi di dollari. Il reddito operativo, anche noto come EBIT o risultato ante oneri finanziari, è ancora migliore su tutte le divisioni: quello complessivo è pari a 17,4 miliardi, laddove nello stesso periodo dell’anno scorso era di “soli” 11,3 miliardi, e perfino la divisione internazionale che l’anno scorso era in rosso di 100 milioni riporta un +1,3 miliardi. Ma è ancora una volta AWS che segna un record: l’EBIT nel Q3 2023 era di 7 miliardi, quest’anno è salito a 10,4.

IL RUOLO DELL’ITALIA COME HUB DIGITALE NEL MEDITERRANEO

L’interesse di AWS per l’Italia è un riflesso della crescente rilevanza del Paese come hub digitale strategico per il Mediterraneo e – visti tutti i rercenti annunci delle varie Big Tech, ultimo in ordine di tempo era stato quello di Microsoft nelle scorse settimane, va sottolineato come il governo Meloni sia riuscito ad adottare misure capaci di migliorare l’attrattività del Paese, creando un contesto favorevole per gli investimenti tecnologici e accelerando la digitalizzazione delle infrastrutture.

In particolare, il Piano Mattei, accompagnato da una serie di provvedimenti di semplificazione normativa, sta iniziando a rappresentare uno degli elementi chiave per attrarre investimenti esteri, incentivando la costruzione di infrastrutture e facilitando l’adozione di tecnologie innovative. L’Italia si è così ben posizionata per attrarre i principali operatori del settore cloud, e il piano di AWS ne è un esempio andando a fornire capacità computazionale anche all’Africa, di cui è l’infrastruttura più vicina. “Collaboriamo con la Presidenza italiana del G7 e le Nazioni Unite attraverso l’AI for Sustainable Development Hub, un’iniziativa che mira a favorire lo sviluppo sostenibile attraverso l’intelligenza artificiale, rafforzando le capacità digitali nella maggior parte del mondo. Questo sforzo, insieme agli investimenti di AWS in Italia e in Africa, è allineato con il Piano Mattei per l’Africa, mira a potenziare le competenze computazionali e digitali, creando nuove opportunità per una crescita economica sostenibile”, ha ad esempio dichiarato recentemente l’Head of AI/GenAI Policy di AWS, Sasha Rubel.

PROCEDURA FAST TRACK E NUOVO CODICE ATECO PER I DATA CENTER

Per supportare l’espansione dei data center, AWS ha optato per la procedura fast track, già utilizzata anche da Silicon Box, per ridurre i tempi burocratici e agevolare le operazioni di costruzione e ampliamento delle infrastrutture digitali. Questa procedura consente di accelerare i tempi di autorizzazione, minimizzando i passaggi burocratici necessari per ottenere i permessi di costruzione e accelerando l’avvio delle operazioni.

In parallelo, il governo italiano sta lavorando – seocndo sempre quanto ripèortato dal Sole 24 ore – alla creazione di un codice Ateco specifico per il settore dei data center. Questa nuova classificazione permetterebbe di regolamentare meglio il settore, garantendo alle aziende una maggiore chiarezza normativa e un quadro regolatorio definito. Il codice Ateco, che identifica e classifica le attività produttive italiane, rappresenta un passo importante per garantire il supporto normativo necessario a un’industria in rapida crescita e fondamentale per la digitalizzazione dell’economia italiana.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E CONSUMO ENERGETICO: UNA SFIDA APERTA

La crescente adozione di AI generativa sta generando una domanda di capacità computazionale senza precedenti, che porta a un aumento esponenziale del consumo energetico nei data center. La formazione e l’esecuzione di modelli di AI richiedono una quantità enorme di risorse, e le stime suggeriscono che il fabbisogno energetico dei data center potrebbe triplicare entro il 2030. La International Energy Agency ha calcolato che nel 2022 il consumo globale di energia dei data center oscillava tra 240 e 340 TWh, pari all’1-1,3% del consumo mondiale.

Secondo Terna, il gestore della rete nazionale, le richieste di connessione alla rete per i data center sono aumentate significativamente negli ultimi anni, passando da 1 GW nel 2021 a quasi 20 GW nel 2024. Questo incremento richiede interventi infrastrutturali per evitare sovraccarichi e garantire una fornitura costante.

SOLUZIONI ENERGETICHE SOSTENIBILI PER I DATA CENTER

Per contrastare l’impatto ambientale, le grandi aziende stanno puntando sull’energia rinnovabile e su tecnologie di raffreddamento avanzate per ridurre il consumo di energia. AWS ha già raggiunto l’obiettivo di alimentare il 100% delle sue operazioni globali con energie rinnovabili, mentre altri attori del settore, come Data 4, prevedono di aumentare la produzione energetica autonoma e sostenibile. Alcuni data center italiani, come il Leonardo supercomputer di Cineca a Bologna, stanno esplorando la possibilità di collegarsi a parchi energetici dedicati, per garantire una fornitura di energia pulita.

AWS ha dichiarato di aver già raggiunto l’obiettivo di alimentare il 100% delle sue operazioni globali con energie rinnovabili, e si è posta l’obiettivo di diventare “water positive” entro il 2030. Per quanto riguarda il consumo energetico, AWS sta adottando tecnologie avanzate per ridurre l’uso di acqua e migliorare l’efficienza del raffreddamento nei data center, che è uno dei principali fattori di consumo energetico in queste strutture.

RICADUTE OCCUPAZIONI: 70.000 NUOVI POSTI DI LAVORO PREVISTI

L’espansione delle infrastrutture cloud di AWS avrà ricadute anche sul fronte occupazionale. Secondo le stime dell’associazione italiana dei costruttori e operatori di data center (IDA), il settore prevede investimenti per oltr 15 miliardi che potrebbero generare circa 70.000 nuovi posti di lavoro in Italia entro il 2028, includendo figure professionali specializzate in ingegneria, IT, costruzioni e cybersecurity. AWS sta inoltre investendo nella formazione di talenti locali attraverso programmi come AWS re/Start, pensati per preparare nuove figure professionali nel settore cloud e colmare il divario di competenze digitali. Questi programmi mirano a sostenere la crescita del settore, offrendo opportunità di formazione e carriera nel campo delle tecnologie digitali.

SFIDE NORMATIVE E OPPORTUNITÀ PER IL SETTORE

Il contesto normativo italiano rappresenta una delle sfide più rilevanti per il settore dei data center. Al momento, l’Italia non dispone di una regolamentazione specifica per i data center, e le autorizzazioni sono spesso soggette a lunghe procedure burocratiche. Il disegno di legge attualmente in discussione presso il Parlamento potrebbe rappresentare un passo decisivo per risolvere queste ambiguità normative e creare un ambiente più favorevole agli investimenti. Se approvata, la nuova legge stabilirebbe regole chiare per la costruzione e la gestione delle infrastrutture digitali, facilitando ulteriormente l’arrivo di capitali esteri e consentendo una crescita ordinata del settore.

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