Immuni, l’app per tracciare i contatti nella Fase 2, stata caricata sugli store di Google e Apple… ma non è ancora disponibile per il download.
Prima ancora della sperimentazione in 4 regioni al via il 5 giugno, oggi è partita un’altra “Immuni”, una campagna di phising con una finta email che prende in ostaggio i pc e chiede un riscatto da 300 euro.
Nel frattempo, si attende il via libera da parte del Garante della Privacy sulla Dpia (la Valutazione dell’impatto sulla protezione dei dati) la cui gestione spetta al ministero della Salute, titolare del trattamento dei dati di Immuni.
IMMUNI ATTESA SUGLI STORE DI APPLE E GOOGLE
Questa mattina fonti del ministero dell’Innovazione retto da Paola Pisano hanno confermato che l’app di contact tracing è pronta per essere usata, ma manca l”ok’ delle due big tech. In queste ore le case madri dei sistemi operativi iOS e Android hanno quindi i codici dell’app, che potrebbe essere disponibile già oggi o nei prossimi giorni per essere scaricata da tutti.
Il sistema di tracciamento dei contatti di Immuni, spiegano dal ministero, non sarà subito attivo. L’app sarà dunque scaricabile forse nelle prossime ore ma potrebbe servire ancora qualche giorno.
AL VIA LA SPERIMENTAZIONE IN 4 REGIONI
Come emerso nei giorni scorsi, la sperimentazione comincerà il 5 giugno in 4 regioni: Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria.
Dal momento che comparirà sugli store di Apple e Google, l’app potrà essere scaricata anche nel resto d’Italia ma il contact tracing non funzionerà. Con la pubblicazione dell’app la palla passerà dal dicastero della ministra Pisano al ministero della Salute che dovrà gestire la fase di sperimentazione. Il tempo stimato è qualche settimana.
PARTITA OGGI UNA CAMPAGNA DI HACKING
Approfittando dell’attesa dell’App Immuni, una campagna di phising ha iniziato a circolare: una falsa email, un sito clonato e un file malevolo che diffonde un ransomware, un virus che ‘prende in ostaggio’ pc o smartphone e poi chiede un riscatto.
Al fine di rendere credibile il download, IMMUNI.exe – questo il nome del file infetto – è stato ospitato su un dominio creato ad arte per replicare i contenuti della Federazione Ordini Farmacisti Italiani: il nome del dominio scelto per clonare il sito ufficiale e’ simile a quello reale, con la lettera “l” al posto della “i”. Una volta che il destinatario della email cade nella trappola e clicca sul link, appare il classico file di testo con le istruzioni per il riscatto: il pagamento di 300 euro in bitcoin per liberare i file cifrati.
A scoprire la campagna di phising è stata Agid-cert, il ‘Computer emergency response team’ dell’Agenzia per l’Italia digitale. La struttura del governo preposta alla cyber-security lo ha segnato alla Polizia postale e delle comunicazioni che sta indagando sulla truffa elettronica.
I DUBBI DI RICHELDI DEL CTS
Tornando alla “vera” Immuni questa mattina un altro esperto è tornato sul tema dell’efficacia dell’app di contact tracing. “Non ho dubbi che tecnicamente la App funzionerà, questo credo che dobbiamo darlo per scontato perché sono settimane che ci stanno lavorando. Quello che non sappiamo e che rappresenta un punto di domanda è quante persone la utilizzeranno, essendo su base volontaria. Ma d’altra parte non c’era alternativa, non si poteva rendere obbligatoria”, ha detto stamani su Radio 24 Luca Richeldi, componente del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, presidente società italiana pneumologia.
E QUELLI DEL VICEPRESIDENTE DEL COPASIR
Dello stesso parere è anche il senatore di Fdi e vicepresidente del Copasir Adolfo Urso. “Come detto fin dall’inizio, la App avrà efficacia ad alcune condizioni” altrimenti “sarà davvero poco efficace e rischia di essere un caso di studio”, ha dichiarato Urso all’Adnkronos questa mattina.
L’efficacia dell’applicazione “dipende: dalla tempestività, ma siamo già in ritardo; da quanti cittadini la scaricheranno, e le prime difficoltà ci inducono a qualche preoccupazione; da quanti test e tamponi verranno effettuati e dall’interoperabilità con le altre App europee” anche in vista della ripresa dei flussi turistici.
SOLO UN ITALIANO SU 6 PRONTO A SCARICARLA
Proprio in merito a quanti cittadini la scaricheranno, i sondaggi non sono positivi. Gli italiani sono divisi su Immuni. Solo il 44% del campione rappresentativo della popolazione maggiorenne si dichiara disponibile a scaricare e dunque utilizzare l’app di tracciamento. A guardare bene il dato appena il 16% la scaricherà certamente mentre quasi un quarto del campione (24% degli intervistati) Ë fermamente contraria ad utilizzarla sul proprio device. È quanto emerge da un sondaggio realizzato da Emg Acqua per conto di Public Affairs Advisors.