26,5 milioni di euro. Tanto vale l’accordo tra T-Mobile Usa e Sprint: la prima acquisirà la seconda, in un matrimonio finanziario che unirà il terzo e il quarto più grande operatore wireless a stelle e strisce. I numeri iniziano a far paura ai leader Verizon communications e AT&T Inc.
L’accordo giunge dopo un tira e molla di quattro anni di trattative: le due società solo nelle ultime ore hanno raggiunto un compromesso per la creazione di una nuova struttura societaria.
L’INTESA
T-Mobile, controllata da T-Mobile Deutsche Telekom, sborserà 26,5 milioni di euro per l’acquisizione di Sprint, controllata all’85% dalla giapponese SoftBank. Nella newco, la Deutsche Telekom deterrà il 42% della società combinata, che avrà un valore di mercato di oltre 80 miliardi di dollari, nei suoi libri contabili.
UN CORTEGGIAMENTO INIZIATO NEL 2014
I primi tentativi (timidi) di fusione ci furono nel 2014, ma l’amministrazione Obama aveva espresso preoccupazioni antitrust sull’accordo. Poi Sprint si era detta pronta ad una possibile fusione con T-Mobile a giugno 2017.
Nessuna trattativa, però, è mai andata a buon fine e a novembre i gruppi avevano fatto sapere di non essere riusciti a trovare una intesa. Il problema è nel controllo della nuova società che nasce dal merger.
UNA FUSIONE CHE PESA
Una possibile fusione farebbe cambiare gli equilibri del mercato tlc americano: At&t è la seconda maggiore telco americana con 93 milioni di clienti. Insieme Sprint e T-Mobile diventerebbero una telco più grande di At&t, con 126 milioni di clienti.
L’INCOGNITA TRUMP
La questione non è così semplice. L’amministrazione Trump, infatti, ha per ora bloccato il merger tra il colosso delle comunicazioni mobili At&t e il gruppo dei media Time Warner, perché lesivo per la concorrenza. Ne è nata una battaglia legale che si sta giocando in queste settimane in tribunale e solo una sentenza in materia chiarirebbe quale potranno essere le decisioni future degli Usa sulle nuove possibili fusioni.