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Tim Down

Tim down, che cosa è successo? L’articolo di Rapetto

L'articolo di Umberto Rapetto e il tweet di Tim

Nelle tenebre è apparso Eduardo De Filippo che dalle scene di “Napoli milionaria” pronunciava il fatidico “Adda passà a nuttata”.

La miracolosa visione è stato un privilegio riservato a milioni di utenti Tim (o almeno alla parte di loro che erano svegli) che verso le due di stanotte hanno provato il brivido di rimanere totalmente disconnessi dalla Rete. Invocazioni e imprecazioni che si sono levati al cielo alla constatazione che non funzionava più nulla hanno “scetato” (o svegliato, per dirla in maniera non partenopea) il grande Eduardo, costringendolo a dare un segno di vita nel silenzio tombale del cosiddetto #Timdown.

La paralisi del tessuto connettivo telematico del colosso delle telecomunicazioni arriva immediatamente a ridosso delle audizioni sul “perimetro di sicurezza nazionale cibernetica”, quasi quell’espressione idealmente geometrica voglia rammentarci che la linea dell’immaginario poligono non sia chiusa come invece dovrebbe essere.

Difficile dire cosa sia successo stanotte: non si conoscono le cause, ma certamente gli effetti sono stati evidenti a tutti quelli che hanno visto l’eclissi delle luci di modem e router installati nelle proprie abitazioni o uffici. La percezione collettiva del blackout telematico è la più cocente dimostrazione che la vulnerabilità delle nostre telecomunicazioni non la si risolve a colpi di slide su qualche maxischermo.

Il problema è serio. E indifferibile.

Nei venti minuti messi a disposizione di Tim dalla IX Commissione della Camera dei Deputati in realtà non si è parlato a lungo di questo rischio. La chiacchierata generica – senza dubbio ricca di convenevoli formali e di compiacimento al nascere del provvedimento normativo – ha consentito (potrei sbagliarmi) di conoscere cose che probabilmente potevano risiedere in quella manciata di pagine che sono state diligentemente lette dinanzi ai parlamentari. La rituale assenza di domande (complice senza dubbio la fretta di chiudere i lavori secondo lo striminzito calendario e correa la comprensibile noia degli astanti) ha chiuso il cerchio.

Chi è reduce dalla “notte bianca” o, più correttamente, dalla notte in bianco ad implorare che si rianimasse la linea oppure – con mezzi alternativi vista l’assenza di collegamento – ha disperatamente cercato contatto con i call center per sapere cosa stesse succedendo, può apprendere direttamente le buone intenzioni di Tim su questo fronte così come sono state rese pubblicamente disponibili con la diretta streaming dalla Camera dei Deputati. O meglio, potrà vedere il filmato se nel frattempo la connessione è stata ristabilita e nel frattempo non ci sono stati altri inconvenienti.

Quel che è accaduto può avere tre radici.

Essere un attacco hacker che rientra nella tipologia del “denial-of-service”, ovvero mirato a metter “fuori servizio” l’infrastruttura. Tra le possibilità di perpetrare simili aggressioni c’è la saturazione del traffico, ma esistono soluzioni tecnologiche di “drenaggio” che riescono ad evitare il soffocamento delle vie di comunicazione.

Altrimenti, ipotesi numero due, è un problema interno di natura tecnica. La cosa non rassicura perché le infinite simulazioni cui si dà normalmente luogo consentono di prevedere qualunque fattispecie di difficoltà, di pianificare le contromisure e di verificarne l’efficacia. Se così fosse l’iter di gestione dei rischi ha qualche falla o semplicemente qualche passaggio (magari affidato a fornitori esterni) che non rispetta gli standard stabiliti.

Terza possibile causa? La sfiga. È il nemico più difficile da sconfiggere (a poco servono amuleti, scongiuri e allontanamenti di iettatori dalla stanza a fianco) ma sovente è una giustificazione troppo facile a trovarsi. La scarterei e andrei a concentrarmi sulle due precedenti ipotesi.

La lettura dei commenti all’increscioso episodio riportati su Downdetector.it è senza dubbio edificante. Forse qualcuno della IX Commissione della Camera dovrebbe andarli a leggere. Sono sicuramente più interessanti delle tante impomatate esposizioni nell’ambito delle audizioni.

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