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Tecnologia, se l’Europa (e non solo) ostacola i colossi americani

Norme sulla privacy, indagini antitrust, imposizione di quote sui contenuti vendibili: secondo il New York Time, l’Ue ha deciso di ostacolare i big americani della tecnologia Ue a difesa della propria cultura, contro i Big della tecnologia. A denunciarlo è un articolo del New York Times, che accusa il Vecchio Continente di fare protezionismo culturale,…

Norme sulla privacy, indagini antitrust, imposizione di quote sui contenuti vendibili: secondo il New York Time, l’Ue ha deciso di ostacolare i big americani della tecnologia

Ue a difesa della propria cultura, contro i Big della tecnologia. A denunciarlo è un articolo del New York Times, che accusa il Vecchio Continente di fare protezionismo culturale, mettendo i bastoni tra le ruote ai grandi colossi americani che ormai hanno cambiato il mercato e le nostre abitudini. Facebook è uno dei mezzi di comunicazione per eccellenza. Amazon domina le vendite di libri, mentre YouTube e Netflix stanno prendendo il sopravvento sulla televisione tradizionale. Apple e Google, invece, controllano il mercato degli smartphone. Insieme a Microsoft, queste aziende hanno creato una serie di piattaforme tecnologiche ineludibili che governano gran parte del mondo degli affari.

Uno scenario, come scrive il quotidiano americano, di ‘ansia sociale’ a cui i governi Europei intendono far guerra con norme sulla privacy e indagini antitrust. E non solo: la guerra ad Amazon e Netflix l’Europa la fa anche sui contenuti, imponendo ai due colossi una quota minima di contenuti europei. Gli sforzi europei, almeno secondo quanto racconta il NewYork Times, sono solo una minima parte dell’esercito che si è schierato contro le aziende tech americane. Anche Cina (che ha chiuso iBooks e iTunes), India (che ha dichiarato illegate Free Basics) e Brasile rivolgono i loro sforzi verso il mondo della Silicon Valley.

Il rischio? La frammentazione del settore. “La mia ipotesi è che questo è solo l’inizio”, ha detto Dongsheng Zang, direttore del Asian Law Center presso la University of Washington School of Law. “I Governi cercheranno di soddisfare sempre più le loro esigenze, e il problema è la frammentazione delle aziende globali tech.” Ha aggiunto: “Questo potrebbe essere un problema per l’America.”

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La storia, a dirla tutta, è vecchia. I Governi hanno da sempre cercato di imporre le proprie regole sulle multinazionali con tasse, nome sulla privacy e sulla sicurezza. Ma la battaglia del momento dovrebbe essere più spettacolare. Le più grandi aziende tecnologiche, infatti, sono americane, hanno sede in America e abbracciano i valori americani come il libero commercio. Dunque se è vero che l’Ue intende fare protezionismo, è vero anche che i colossi stanno spingendo il mondo intero verso nuove regole.

Un esempio concreto è Amazon che vende prodotti provenienti dalle diverse nazioni. Sulla piattaforma, ovviamente, prevarranno le regole dell’azienda a quelle delle singole nazioni in materia di commercio. E così le regole imposte dall’app store di Apple e Google potrebbero diventare una linea guida per gli sviluppatori di tutto il mondo.

I governi per avere più controllo potrebbero introdurre oneri sempre più pesanti. Chi vincerà la guerra? Non è facile dirlo: i giganti della tecnologia americani sono enormi, ma hanno bisogno della benedizione dei governi nazionali, e queste benedizioni non sono facili da ottenere.

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