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StM, saranno segati i chip di Agrate Brianza?

Il produttore italo-francese di semiconduttori Stmicroelectronics vuole ridurre i costi e ridisegnare la propria base produttiva. Gli stabilimenti italiani di Agrate e Catania sono a rischio? Tutti i dettagli

Il consiglio di sorveglianza di Stmicroelectronics ha approvato all’unanimità il programma per la riduzione dei costi. Del consiglio della società di semiconduttori, controllata dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca statale francese Bpifrance, fanno parte, per la quota italiana, Paolo Visca (ex-capo di gabinetto del ministero dello Sviluppo economico), Maurizio Tamagnini (Fsi) e Donatella Sciuto (Politecnico di Milano).

Come riporta Il Sole 24 Ore, le azioni che Stmicroelectronics dovrà intraprendere per realizzare il programma “non sono però state illustrate nel dettaglio”. Dalla presentazione del piano industriale, il 20 novembre, si sa tuttavia che la società ha intenzione di ridurre i propri costi di una percentuale high single digit, cioè a cifra singola ma poco sotto il 10 per cento: la base dei costi ammonta al momento a 11,8 miliardi di dollari.

CHE SUCCEDERÀ ALLE FABBRICHE DI AGRATE E CATANIA?

L’amministratore delegato Jean-Marc Chery aveva inoltre spiegato che Stmicroelectronics vuole “ridisegnare” la sua base produttiva e migliorare la capacità produttiva di semiconduttori in silicio da trecento millimetri (nei siti di Agrate e di Crolles in Francia) e di semiconduttori al carburo di silicio da duecento millimetri (a Catania).

Sebbene Chery abbia assicurato che non ci saranno chiusure di fabbriche, le autorità italiane temono comunque che i piani di ridisegno portino la società a focalizzarsi sulla Francia, penalizzando gli stabilimenti in Italia e in particolare quello di Catania, qualora venisse cancellata la produzione di dispositivi da duecento millimetri.

Anche la fabbrica di Agrate, comunque, potrebbe non reggere il confronto con quella di Crolles, che è molto più grande e più efficiente sotto il punto di vista operativo; al contrario, lo stabilimento di Agrate “è ancora indietro coi programmi”, scrive Il Sole 24 Ore.

L’output di Agrate dovrebbe salire a tremila pezzi alla settimana nel 2025 e raggiungere la soglia dell’efficienza – cioè quattromila pezzi – l’anno successivo. Già oggi, però, Crolles supera questi livelli: di conseguenza, Stmicroelectronics potrebbe decidere di concentrare lì tutta la produzione di semiconduttori da trecento millimetri.

I TAGLI DI STMICROELECTRONICS PREOCCUPANO ITALIA E FRANCIA

La scorsa settimana un gruppo di senatori del Partito democratico ha depositato un’interpellanza rivolta ai ministri Giancarlo Giorgetti (Economia) e Adolfo Urso (Imprese) affinché chiedano a Stmicroelectronics di rispettare le garanzie occupazionali, industriali e tecnologiche nel nostro paese. Il programma per la riduzione dei costi dell’azienda è stato però approvato all’unanimità, dunque anche dai consiglieri italiani.

Pure in Francia, comunque, i sindacati temono che il programma in questione possa ripercuotersi negativamente sui livelli occupazionali, in particolare sulle fabbriche dedicate ai componenti da duecento e da centocinquanta millimetri.

Il governo francese ha contribuito con 2,9 miliardi di euro all’espansione dello stabilimento di Crolles, mentre quello italiano ha stanziato 2,1 miliardi per gli impianti di Agrate e Catania.

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