Stmicroelectronics, l’azienda di semiconduttori controllata dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca statale francese Bpifrance, ha posticipato dal 2027 al 2030 il raggiungimento dei 20 miliardi di dollari in ricavi e ha presentato un modello finanziario intermedio, dicendo di aspettarsi ricavi sui 18 miliardi e un margine operativo del 22-24 per cento entro il 2027-2028.
“Attraverso l’attuazione del programma di rimodellamento della produzione e dell’iniziativa di ridimensionamento della base di costo”, si legge nel comunicato, la società “prevede di concludere il 2027 con un risparmio da milioni di dollari a tre cifre”.
STMICROELECTRONICS RIMANDA GLI OBIETTIVI AL 2030
Come si vede nell’immagine allegata alla nota, Stmicroelectronics ha rimandato al 2030 anche l'”ambizione” di raggiungere un margine lordo del 50 per cento, un margine lordo del 50 per cento, un margine operativo superiore al 30 per cento e un flusso di cassa libero di oltre il 25 per cento.
COME VANNO LE AZIONI
Il titolo di Stmicroelectronics alla borsa di Milano ha aperto in positivo, ma – come riporta Milano Finanza – alle 9:40 ha iniziato a calare dello 0,9 per cento per un valore di 23 euro e una capitalizzazione di 21,2 miliardi. Dall’inizio dell’anno le azioni sono diminuite del 49 per cento.
I RISULTATI DEL TERZO TRIMESTRE E LE STIME SULL’ANNO INTERO
A inizio novembre la società aveva pubblicato i risultati del terzo trimestre del 2024, abbassando anche – per la terza volta – le aspettative per l’anno intero: il fatturato stimato per il 2024 è adesso di 13,2 miliardi, mentre la previsione precedente indicava un valore compreso tra i 13,2 e i 13,7 miliardi.
Nel periodo luglio-settembre, invece, il risultato ante oneri finanziari è stato di 381 milioni di dollari (il 69,3 per cento in meno su base annua) e i ricavi sono ammontati a 3,25 miliardi (-26,6 per cento).
CHE STA SUCCEDENDO
I problemi di Stmicroelectronics sono legati alla bassa domanda di chip per il settore industriale e quello automobilistico: tra i clienti dell’azienda c’è la casa statunitense Tesla, ma anche il gruppo cinese Geely.
L’amministratore delegato Jean-Marc Chery sostiene che l’ascesa dei produttori cinesi stia “ridisegnando le dinamiche di mercato” assieme agli incentivi forniti dai governi (non solo quello cinese). A suo dire, infatti, i governi “hanno introdotto distorsioni nel panorama dell’industria dei semiconduttori e hanno portato a comportamenti insoliti nella catena di fornitura, come la doppia prenotazione, l’accumulo eccessivo di scorte e un significativo eccesso di investimenti in capacità”.
La Cina vale attualmente il 15 per cento del fatturato di Stmicroelectronics.
È TEMPO DI RIORGANIZZAZIONI PER STMICROELECTRONICS?
Chery ha spiegato recentemente che la società ha intenzione di “ridisegnare” la sua base produttiva e migliorare la capacità produttiva di semiconduttori in silicio da trecento millimetri (nei siti di Agrate e di Crolles in Francia) e di semiconduttori al carburo di silicio da duecento millimetri (a Catania), “ridimensionando la nostra base di costi globale”. L’amministratore ha aggiunto infatti che “questo programma dovrebbe rafforzare la nostra capacità di far crescere i nostri ricavi con una migliore efficienza operativa”.
COME ANDRÀ IL 2025
Oggi, durante il Capital Markets Day di Stmicroelectronics, Chery ha detto di avere “fiducia nel fatto che il 2025 sarà migliore di quello che il mercato aspetta, superiore al consensus, ma bisognerà vedere l’andamento dei segmenti verticali”. Ciononostante, l’azienda prevede “un calo dei ricavi fra il quarto trimestre 2024 e il primo trimestre 2025 ben al di sopra della normale stagionalità”.
“Il 2025 sarà un anno di transizione”, ha aggiunto Chery, “perché nel 2024 si è visto un terremoto finanziario. Ci potranno essere correzioni delle scorte, che avranno un certo effetto, e di conseguenza ci saranno alcune distorsioni che avranno un effetto almeno nel primo semestre”.