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Stmicroelectronics

Giorgetti ha risolto gli squilibri francesi in StMicroelectronics?

StMicroelectronics si avvia verso la riconferma dell'amministratore delegato Chery. Ma non è tutto: in risposta alle lamentele italiane per lo sbilanciamento francese dell'azienda di semiconduttori, Lorenzo Grandi entrerà nel consiglio di gestione. Superate le tensioni Italia-Francia? Ecco tutti i dettagli

Il consiglio di sorveglianza di STMicroelectronics, l’azienda di semiconduttori a controllo italo-francese, ha ufficializzato oggi la ricandidatura di Jean-Marc Chery al ruolo di amministratore delegato per i prossimi tre anni. È stato inoltre proposto Lorenzo Grandi – l’attuale direttore finanziario – al consiglio di gestione della società, sempre per un periodo di tre anni. Le nomine verranno ufficializzate durante l’assemblea degli azionisti del 22 maggio prossimo.

Il principale azionista di STMicroelectronics, con il 27,5 per cento, è STMicroelectronics Holding; la holding è ripartita a metà tra il ministero italiano dell’Economia e FT1C1, che fa capo alla banca statale francese Bpifrance.

LE TENSIONI ITALIA-FRANCIA

La nomina di Grandi e la conferma della proposta di rinnovo del mandato di Chery giungono dopo settimane di indiscrezioni giornalistiche sulle tensioni tra Italia e Francia in merito proprio alla leadership di STMicroelectronics, che opera in un settore sensibile come quello dei semiconduttori.

Il governo di Giorgia Meloni vorrebbe dall’azienda maggiori investimenti in Italia anziché in Francia, e sembrerebbe inoltre non aver gradito nemmeno la riorganizzazione voluta da Chery, che ha ridotto il numero delle divisioni interne ed eliminato l’unità capeggiata da Marco Monti – chiamata Automotive and Discrete Product -, composta principalmente da italiani. La mossa pare aver rafforzato, a Roma, la percezione che il sistema decisionale di STMicroelectronics sia finito più saldamente in mano francese: per questo, Bloomberg aveva scritto che Palazzo Chigi era contrario alla riconferma di Chery.

STMicroelectronics aveva definito “pure speculazioni” queste ricostruzioni.

GRANDI RIBILANCIA LA PRESENZA ITALIANA IN STMICROELECTRONICS?

La proposta di Lorenzo Grandi per il consiglio di gestione di STMicroelectronics potrebbe permettere di smussare le tensioni tra Roma e Parigi e riequilibrare la presenza italiana con quella francese ai vertici della società.

L’Ansa scrive, citando fonti vicine al governo, che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha “lavorato” al riequilibrio di STMicroelectronics attraverso l’ingresso di Grandi nel board. L’agenzia scrive inoltre che all’assemblea di maggio verrà esaminata “una novità strutturale nella governance della società: non più più un amministratore unico ma una seconda figura proprio nella persona di Lorenzo Grandi”.

DIVIDENDO IN RIALZO PER IL 2024

Martedì aveva fatto notizia la perdita in borsa del titolo di STMicroelectronics, calato di circa l’1 per cento in borsa dopo una perdita più forte – del 6,9 per cento – tra i l12 e il 18 marzo. Tra le cause era stato segnalato il dividendo distribuito il 18 marzo (una cedola trimestrale da 0,06 dollari, rappresentante la quarta parte del dividendo 2023 da 0,24 dollari in totale).

Il dividendo che verrà distribuito tra il secondo trimestre del 2024 e il primo del 2025 – e che verrà votato all’assemblea di maggio – sarà più alto, a 0,36 dollari per azione.

LE DICHIARAZIONI UFFICIALI

Nei documenti di STMicroelectronics si legge che la decisione di proporre la riconferma di Chery è stata presa “sulla base delle sue specifiche competenze necessarie per svolgere adeguatamente l’incarico attività di membro del comitato di gestione”, ma anche tenendo conto della “sua performance” come amministratore delegato.

IL COMMENTO DI EQUITA

“Visto il lavoro svolto negli ultimi anni riteniamo che la riconferma di Chery come ceo sia positiva per l’azienda e riteniamo che le decisioni sugli investimenti (mix geografico) siano legate principalmente al livello dei sussidi pubblici che i paesi forniscono sui specifici progetti ed al mantenimento di una adeguata supply chain e non da altri motivi, come suggerito recentemente dalla stampa”, hanno dichiarato gli analisti di Equita.

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