La Federal Trade Commission, cioè l’agenzia governativa degli Stati Uniti dedicata alla tutela della concorrenza, ha avviato una grossa indagine sulle pratiche commerciali di Microsoft. Stando a Bloomberg, che ha diffuso la notizia, l’autorità antitrust ha chiesto alla società tecnologica di consegnarle informazioni su tutti i suoi settori di business, dal cloud computing ai software e dai sistemi di cybersicurezza alle applicazioni di intelligenza artificiale.
Pare che l’indagine sia partita informalmente un anno fa dopo una serie di incidenti di cybersecurity che hanno coinvolto, appunto, i servizi di sicurezza informatica di Microsoft, come il famigerato caso CrowdStrike.
Microsoft è una delle principali contrattiste del governo americano, incluso il dipartimento della Difesa.
IL RUOLO DI LINA KHAN
L’indagine su Microsoft sarà una delle ultime mosse di Lina Khan, che guida la Federal Trade Commission dal 2021 e che è nota per il suo approccio duro nei confronti delle grandi aziende tecnologiche – le cosiddette Big Tech – e il loro potere di mercato. A questo proposito, nel 2017 Khan pubblicò il saggio Amazon’s Antitrust Paradox (una citazione al celebre The Antitrust Paradox di Robert Bork, il testo per eccellenza della legislazione antimonopolistica americana), nel quale sosteneva che la struttura e le pratiche della società ponessero problemi di anticoncorrenzialità.
Il mandato di Khan sta per terminare e si pensa che il suo successore – lo nominerà Donald Trump – sarà meno “invasivo”, nell’ambito della più generale deregolamentazione che dovrebbe caratterizzare la prossima amministrazione presidenziale. La decisione su come procedere con l’indagine su Microsoft spetterà insomma al prossimo presidente della Federal Trade Commission.
L’ANTITRUST AMERICANO CONTRO MICROSOFT, IERI E OGGI
Microsoft è già stata protagonista di un grande caso antitrust negli Stati Uniti, oltre vent’anni fa, quando il governo le fece causa per presunte pratiche anticoncorrenziali legate all’abbinamento del sistema operativo Windows con il browser Internet Explorer, puntando – ma senza successo – allo scorporo.
Adesso, invece – così riporta Bloomberg – pare che la Federal Trade Commission voglia concentrarsi sul “pacchetto” offerto da Microsoft che include la suite per ufficio, i software di cybersicurezza e i servizi cloud. Secondo l’agenzia governativa il guasto informatico CrowdStrike, che lo scorso luglio ha bloccato moltissimi sistemi informatici nel mondo, rappresenterebbe una prova che la concentrazione di mercato da parte di Microsoft potrebbe avere ripercussioni negative sull’intera economia degli Stati Uniti.
LE RAGIONI DELLA CONCORRENZA
Le aziende rivali di Microsoft sostengono che i termini di licenza della società e l’accorpamento dei suoi software con i suoi servizi cloud rendano difficile la concorrenza a chi sviluppa sistemi di cybersicurezza e di autenticazione.
Anche Slack (lo sviluppatore dell’omonimo software di comunicazione aziendale) e Zoom Communications (che gestisce l’omonima piattaforma di videoconferenze) protestano, sostenendo che l’abbinamento di Teams alla suite Office di Microsoft non consenta loro di competere ad armi pari.