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Lanciatori

Spazio, quale sarà il contributo europeo al Vega E di Avio?

L'Italia può definirsi veramente soddisfatta dei risultati raggiunti alla ministeriale Esa di novembre? E quale sarà il contributo europeo al lanciatore Vega E? Fatti, numeri e approfondimenti

 

Sono passati 2 mesi dal Consiglio Ministeriale dell’Esa (27-28 novembre) dei record. Il budget stanziato è il più alto finora e ha superato tutte le attese (14,4 miliardi di euro). Grande soddisfazione dalle istituzioni italiane.

“Il Consiglio Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea è un successo su tutti i fronti per l’Italia” ha dichiarato a margine della ministeriale il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, delegato a sovraintendere la politica spaziale (Comint): “Con una sottoscrizione totale pari a 2 miliardi e 288 milioni di euro, la più alta di sempre, il nostro Paese si afferma come una potenza spaziale mondiale”.

Dietro soltanto alla Germania (principale contributore con 3,294 miliardi di euro) e alla Francia ( 2,664 miliardi di euro).

IL “FALSO” SUCCESSO DELLA MINISTERIALE ESA PER L’ITALIA?

Un successo tanto decantato per il nostro Paese sia dalle istituzioni sia dalla stampa, ma che non corrisponderebbe alla situazione reale dello spazio italiano nella cornice europea rimarcano in un articolo pubblicato su Limes il professore Mariano Bizzarri dell’Università La Sapienza, già presidente Consiglio Scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana, il senatore della Lega William de Vecchis e il giornalista Alessandro Sansoni. “Con quali piani e strategie sia arrivata l’Italia all’appuntamento è tutto da capire. Sulla maggior parte dei quotidiani italiani è stato pressoché impossibile trovare notizie utili. Una cosa sembra certa: il governo e il parlamento sono giunti manifestamente impreparati a tale scadenza, subendo, ancora una volta, il peso di decisioni prese (per tempo) da Francia e Germania” si legge: “Vediamo i dati, almeno i pochi disponibili al momento. Siamo intanto passati da un contributo italiano di 1,6 a 2,3 miliardi di euro. Dove prenderemo questi soldi resta da vedere. E soprattutto come verranno utilizzati e a beneficio di chi”.

L’ALLARME RIGUARDO IL FUTURO DI VEGA E (AVIO)

“In particolare, desta preoccupazione che la riunione di Siviglia abbia di fatto oscurato il programma italiano di sviluppo Vega-E, a cui sono in fondo legate le sorti di Avio”, si legge su Limes.

I LANCIATORI EUROPEI IN COMPETIZIONE

L’Ue sta sviluppando due lanciatori: Ariane 6 con prime contractor la franco-tedesca Ariane Group, destinato a portare i satelliti in orbita alta, e Vega C con l’italiana Avio, per i satelliti medio-piccoli in orbita bassa.

Come hanno scritto Michele Nones e Jean-Pierre Darnis dello Iai, “i due lanciatori sono complementari, ma, evidentemente, con il lanciatore più grande si possono anche trasportare satelliti piccoli (anche grazie alla tecnica dei lanci multipli) e in orbite più basse, mentre non può avvenire il contrario. Vi è, pertanto, una fascia di mercato in cui i due sistemi sono in competizione”.

Poco prima dell’appuntamento a Siviglia, Avio ed Ariane Group hanno siglato il 20 novembre un protocollo di “non aggressione” per il Vega-C e l’Ariane 6, chiarendo le responsabilità gestionali, tecniche ed industriali dei due programmi. L’agenzia spaziale europea ha invitato inoltre ad instaurare un rapporto di complementarità tra i due vettori, sulla base delle rispettive capacità e caratteristiche.

COSA È STATO DECISO ALL’ESA

Alla riunione di Siviglia sono assegnati 2,238 miliardi di euro al trasporto spaziale più gli oltre 500 milioni in cinque anni destinati alla base di lancio di Kourou nella Guyana Francese.

Per quanto riguarda l’accesso allo spazio, “continueremo ad avere due lanciatori sovrani europei (Ariane e Vega)”, ha dichiarato il ministro francese per l’Istruzione e la ricerca Frédérique Vidal, sottolineando la “complementarità” tra Ariane e il lanciatore italiano.

LE MIRE FRANCESI

Pare dunque che Parigi non abbia seguito le raccomandazioni parlamentari che invitavano a concentrarsi sullo sviluppo di Ariane 6 e a mettere in discussione gli sviluppi di Vega E (lanciatore specifico oggi nelle fasi iniziali dello sviluppo tecnologico) che porterebbero alla competizione fratricida in Europa.

Eppure secondo lo stesso quotidiano francese La Tribune, la Francia dovrà monitorare attentamente le aspirazioni dell’Italia di lanciare Vega E, che potrebbe essere uno dei rivali più seri di Ariane 6.

IL PROGETTO VEGA E

Il programma Vega E è stato finanziato alla Conferenza Ministeriale 2016 per le attività preparatorie che includono, oltre alle attività di sistema preliminari per la definizione della configurazione del lanciatore e dello stadio, la realizzazione ed il test del primo modello di sviluppo del nuovo motore. Un anno dopo Avio ha ottenuto dall’Esa un contratto per Vega E dal valore di 53 milioni di euro avviando lo sviluppo del nuovo lanciatore insieme a Vega C.

L’azienda di Colleferro ha lavorato su entrambi i lanciatori contemporaneamente, con Vega C in attesa del lancio inaugurale nel 2020 e il primo volo di Vega E proiettato nel 2024. L’Asi ha promosso lo sviluppo della configurazione evoluta di Vega E (derivata dal progetto nazionale ‘Lyra’) basata sulla sostituzione della parte alta del lanciatore Vega C (terzo e quarto stadio costituiti dal motore a propellente solido Z9 e dal motore a propellente storabile AVUM) con un unico stadio alto (VUS Vega Upper Stage) equipaggiato con un motore a propellente liquido ossigeno-metano.

LE RASSICURAZIONI DI FRACCARO

Ma torniamo all’ultimo Consiglio ministeriale dello scorso novembre. “L’evoluzione del lanciatore Vega si conferma il fiore all’occhiello della nostra produzione nel settore spaziale” ha dichiarato Fraccaro a Siviglia. “Il programma ha raccolto sottoscrizioni trasversali, dal Belgio alla Norvegia passando per Spagna e Svizzera, con una quota di investimenti importanti da parte della Francia per l’evoluzione di Vega. Le Cassandre sono state smentite, le contrattazioni che abbiamo portato avanti sono andate a buon fine e questa è un’ottima notizia per la filiera scientifica e industriale italiana alla base del successo di Vega E. Questo risultato conferma la necessità di continuare a investire nel segmento, in particolare sugli sviluppi futuri di Vega” .

LA SODDISFAZIONE DI AVIO

I programmi dedicati all’accesso allo Spazio, come Vega, Ariane e Space Rider, nei quali Avio svolge un ruolo di primo piano, sono stati pienamente confermati e hanno ricevuto una allocazione di budget totale di 2,2 miliardi di euro, di cui circa 460 milioni da parte italiana.

“Questo significa — ha spiegato l’ad di Avio Giulio Ranzo al Sole 24 Ore — poter proseguire gli investimenti sul Vega C, il lanciatore che farà il primo volo nell’estate 2020. È stato varato un programma per ridurre il costo dei lanci attraverso tecnologie ancora più innovative. È significativo che questo sia stato deciso quando non è ancora finito lo sviluppo. Ulteriori stanziamenti importanti sono stati decisi per il Vega E, un programma che pensiamo di introdurre intorno al 2025. Adesso ci sono i soldi per completare gli investimenti per finire il motore a metano e ridurre ulteriormente i costi di lancio fino al 2030″.

NON MENZIONATO VEGA E

Eppure degli stanziamenti destinati al Vega E ancora non si sa nulla. Come si legge nell’articolo di Limes, “desta preoccupazione che la riunione di Siviglia abbia di fatto oscurato il programma italiano di sviluppo Vega E, a cui sono in fondo legate le sorti di Avio”.

“Il programma è stato approvato, ma sarà finanziato per la maggior parte dall’Italia, mentre Germania e Francia si sono dissociate. Ciò vorrà dire che non solo dovremo fare il lanciatore con mezzi nostri, ma che gli spazi di “mercato” per il suo utilizzo saranno sostanzialmente nulli. Prima dei nostri vettori l’Esa finirà infatti per usare quelli dei francesi”.

COSA SI LEGGE NELLA RISOLUZIONE APPROVATA DALLA MINISTERIALE DI SIVIGLIA

Vediamo dunque cosa c’è scritto nella terza risoluzione approvata alla Ministeriale di Siviglia a proposito dei lanciatori europei e di Vega E. A proposito del trasporto spaziale, il Consiglio “rammenta che lo sviluppo dei lanciatori Ariane 6 e Vega C ha raggiunto la sua fase finale con l’imminente volo inaugurale di questi due lanciatori, un passo che consoliderà ulteriormente l’accesso autonomo dell’Europa allo spazio; e ribadisce l’obiettivo comune che lo sfruttamento di ciascuno di tali sistemi di lancio, compresi i rispettivi cambiamenti futuri, beneficia dello sfruttamento dell’altro sistema di lancio”.

Inoltre, il consiglio ministeriale “sottolinea gli obiettivi di ridurre i costi di servizio annuali dei sistemi di lancio di Ariane e Vega e di aumentarne la versatilità in risposta alle esigenze dei clienti istituzionali e commerciali in un mercato mondiale sfidante; si compiace a tal fine del programma per il miglioramento della competitività di Ariane 6, Vega C e P120C [i motori di nuova generazione]; e accetta che il programma in questione sia disciplinato mutatis mutandis dalle norme di attuazione applicabili al programma per Ariane e Vega; rammenta che l’eliminazione graduale dello sfruttamento dei lanciatori Ariane 5 e Vega, parallelamente all’introduzione graduale dello sfruttamento dei lanciatori Ariane 6 e Vega C, sono tutte priorità programmate per il periodo 2020-2022”.

Infine, nella risoluzione il Consiglio “riconosce con apprezzamento l’introduzione di nuovi programmi relativi al trasporto spaziale in particolare per: a) preparare future soluzioni di trasporto spaziale competitive e pulite nell’ambito del programma preparatorio per i futuri lanciatori (FLPP), fermo restando che lo sviluppo di tali soluzioni dipendono dalle decisioni da prendere in occasione della riunione del Consiglio a livello ministeriale prevista per il 2022, fatti salvi i miglioramenti della competitività dell’industria attraverso la ristrutturazione industriale, il consolidamento interno e integrati da miglioramenti della competitività di Ariane 6, Vega C e P120C”.

Dunque la ministeriale Esa ha confermato l’importanza sia di Ariane 6 sia di Vega C e P120C ma del Vega E nessuna menzione.

2020 INAUGURATO CON IL LANCIO DI ARIANE 5

Nel frattempo, lo scorso 16 gennaio Arianespace ha avviato l’attività di lancio del 2020 con una missione Ariane 5 a doppio satellite della Guyana francese che ha portato con successo in orbita geostazionaria i satelliti Eutelsat Konnect prodotto da Tahles Alenia Space e Gsat-30 dell’agenzia spaziale indiana (Isro). Avio ha fornito il motore di primo stadio.

“Si tratta del primo lancio di successo di Ariane 5 nel 2020, che riafferma l’affidabilità del prodotto mentre è già in fase avanzata lo sviluppo dei lanciatori di nuova generazione Vega C e Ariane 6, il cui volo di qualifica è per entrambi previsto entro la fine del 2020”, ha dichiarato Ranzo in occasione del lancio. “Nel frattempo stiamo lavorando intensamente per il ritorno al volo di Vega, che procede spedito e che è confermato entro marzo 2020”.

VEGA SI PREPARA AL RITORNO IN VOLO

L’azienda di Colleferro si sta mettendo alle spalle il periodo difficile successivo al fallimento del lancio numero 15 del Vega, l’11 luglio scorso, dopo 14 lanci consecutivi riusciti.

Questo mese è iniziata infatti la campagna di integrazione del volo di Vega VV16 previsto per la fine di marzo che includerà il nuovo adattatore per carico utile SSMS.

BRUXELLES HA ACQUISTATO 4 LANCI DELL’ARIANE 6

Tuttavia, sembra che Ariane proceda spedita rispetto a Vega. A gennaio oltre al successo del lancio di Ariane 5,  la Commissione europea ha pre-ordinato 4 lanci dell’Ariane 6 per mettere in orbita satelliti della costellazione Galileo. La configurazione per questi lanci sarà Ariane 62, ossia la versione con due booster a propellente solido P120, prodotti da Avio. Il primo di questi lanci è previsto per il 2022.

Come ha riportato Spacenews, l’Agenzia spaziale europea sta finanziando l’89%  del costo di sviluppo di Ariane 6 (pari a 3,6 miliardi di euro), con l’industria che fornisce il resto.

Lo scorso 21 gennaio la Commissione europea e la Banca europea per gli investimenti hanno annunciato un prestito di 100 milioni di euro a ArianeGroup per contribuire a finanziare lo sviluppo di Ariane 6.

Non resta dunque che capire il contributo europeo destinato allo sviluppo di Vega E.

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