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Ministeriale Esa

Come Ariane e Avio si contendono gli investimenti Ue sullo Spazio

La prossima Conferenza ministeriale Esa dovrà approvare i nuovi investimenti comuni, fra cui quelli relativi ad Ariane 6 e Vega C (con Avio). L'analisi di Jean-Pierre Darnis e Michele Nones pubblicata su pubblicato su affarinternazionali.it

L’accordo firmato il 20 novembre fra l’Agenzia spaziale europea, l’Esa, e le società Arianespace, Ariane Group ed Avio per definire meglio i ruoli dei diversi attori nel campo dei lanciatori, rappresenta un tassello importante per il rafforzamento della strategia europea di accesso allo spazio e conferma anche la rilevanza delle dinamiche bilaterali per fare progredire le convergenze europee.

LA SITUAZIONE DEI LANCIATORI EUROPEI

L’Europa sta sviluppando due lanciatori: Ariane 6 con prime contractor la franco-tedesca Ariane Group, destinato a portare i satelliti in orbita alta, e Vega C con l’italiana Avio, per i satelliti medio-piccoli in orbita bassa.

I due lanciatori sono complementari, ma, evidentemente, con il lanciatore più grande si possono anche trasportare satelliti piccoli (anche grazie alla tecnica dei lanci multipli) e in orbite più basse, mentre non può avvenire il contrario. Vi è, pertanto, una fascia di mercato in cui i due sistemi sono in competizione.

Il problema è poi reso complicato dal fatto che ambedue sono finanziati da Esa, utilizzano la società Arianespace per la commercializzazione dei lanci e i lanci sono effettuati dalla stessa base di Kourou nella Guyana francese.

LA PROSSIMA CONFERENZA MINISTERIALE ESA

La prossima Conferenza ministeriale Esa dovrà approvare i nuovi investimenti comuni, fra cui quelli relativi ai due lanciatori: i maggiori Paesi spaziali cercheranno inevitabilmente di indirizzare le  risorse  sui programmi in cui sono coinvolti e si dovrà, quindi, trovare una soluzione di compromesso. Il tema dei lanciatori ha rappresentato fino ad ora uno di quelli più spinosi, stante anche la complessità di questo settore.

Questo accordo preliminare è, quindi, estremamente utile per spianare la strada a quello governativo e, in generale, per dimostrare che, quando vuole, l’Europa sa muoversi unita.

I due parametri da utilizzare per definire le missioni dei due lanciatori sono l’orbita dei satelliti lanciati (più o meno 2000 chilometri) e il loro peso (entro o oltre le 2,5 tonnellate). Ovviamente sono, in parte, criteri convenzionali, ma sono fondamentali per ridurre la sovrapposizione delle iniziative. Sulla corretta applicazione dovrà vigilare l’Esa, insieme agli Stati direttamente impegnati nel cofinanziare i programmi.

L’ITALIA PUNTA SULLO SPAZIO

Per l’Italia questo accordo è anche un significativo riconoscimento del suo ruolo nel campo del trasporto spaziale, basato sullo sviluppo del lanciatore Vega da parte di Avio: il nostro Paese è riuscito a vincere la sfida lanciata quasi trenta anni fa con la realizzazione di un ‘piccolo’ lanciatore, basato completamente su carburante solido, in grado di assicurare il lancio a costi accettabili di piccoli satelliti. Un’intuizione coronata da successo, ma che per molto tempo è stata guardata con scetticismo, soprattutto a livello europeo, da quanti concentravano l’attenzione sui grandi satelliti. Oggi l’evoluzione tecnologica ha, invece, consentito una progressiva riduzione di pesi ed ingombri e il mercato dei piccoli e nano satelliti è diventato il più dinamico e promettente.

Questo risultato è stato accompagnato dallo sforzo messo in campo nell’ultimo triennio a livello di sistema-Paese. Sul piano governativo è stato organizzato un Comitato  interministeriale per lo spazio presso la presidenza del Consiglio dei Ministri e presieduto da un sottosegretario della Presidenza. Questo ha consentito sia una razionalizzazione della strategia nazionale e dei necessari finanziamenti, sia un impulso alla nostra proiezione internazionale, con l’innalzamento di priorità dello spazio che partendo dal binomio Miur-Asi è salito ai vertici del Governo. Sul piano parlamentare è stato costituito un intergruppo per lo spazio che raccoglie parlamentari di tutte le forze politiche, dimostrando una volontà di sviluppare una strategia nazionale che prescinde dalle appartenenze politiche, ma anche uno strumento necessario per potere dialogare con strutture omonime in Europa, come il corrispettivo Groupe des Parlementaires pour l’Espace in Francia o l’intergruppo “cielo e spazio” nel Parlamento europeo.

Tra l’altro va rilevato che, nella dichiarazione seguita al Consiglio dei Ministri congiunto franco-tedesco del 16 ottobre a Tolosa, si insiste sul rinforzamento della politica spaziale in Europa citando la stretta cooperazione con l’Italia, il che illustra come la triangolazione Parigi-Berlino-Roma sia ormai una dimensione ritenuta necessaria, anche nel contesto bilaterale franco-tedesco.

UN ESEMPIO PER LA NUOVA DIPLOMAZIA TECNOLOGICA

Il recente accordo dimostra la corrispondenza fra contesto bilaterale e europeo come luogo di collaborazione e competizione. La storia dello sviluppo parallelo di Ariane 6 e del Vega C ne rappresenta un esempio emblematico. Entrambi i lanciatori richiedono la collaborazione di industrie europee e il loro sviluppo dipende dall’inserimento nel programma europeo di accesso allo spazio. Va ricordato che il programma a guida italiana Vega è apparso negli anni 2000 come emergente in quanto tendeva ad occupare il segmento del lancio di piccoli satelliti, ma lo faceva con una prospettiva di crescita delle capacità. Questa crescita è stata percepita come una potenziale concorrenza per il programma Ariane che rappresentava la continuità storica delle capacità di lancio in Europa. L’accordo raggiunto permette di regolamentare questo aspetto e offre dunque un notevole esempio di negoziato internazionale con un risultato cooperativo in un quadro di competizione.

Si conferma, quindi, la maturità del settore spaziale dove la competizione franco-italiana si esprime all’interno di un quadro europeo comune: un valido esempio di diplomazia tecnologica moderna, che permette di valorizzare le capacità dei vari sistemi territoriali coinvolti nell’ambito di un framework di collaborazione europea. Può anche raffigurare un modello per le relazioni bilaterali fra Francia e Italia.

La visione di una sovranità tecnologica europea è al centro del mandato della nuova Commissione europea con un portafoglio spaziale affidato a Thierry Breton. Questo crea delle opportunità ulteriori che il settore dei lanciatori è pronto a cogliere, anche sulla base di un forte rapporto bilaterale.

 

(Estratto di un articolo pubblicato su affarinternazionali.it)

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