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Platino

Spazio, a che punto è il progetto Platino di Sitael?

Finanziato dall’Asi e dal governo Italiano, il programma Platino è una costellazione innovativa di satelliti made in Italy sviluppati da un raggruppamento temporaneo di imprese guidato da Sitael. Inizialmente il lancio del primo satellite PLT 1 era previsto nella seconda metà del 2020, posticipato poi nel 2021 e ora si attende entro il 2023

A che punto è il progetto Platino (Piattaforma spaziale ad Alta Tecnologia) per monitorare la Terra?

La realizzazione del programma Platino, finanziato dall’A​genzia spaziale italiana (Asi) e dal governo Italiano con un investimento di oltre 100 milioni di euro, è stata affidata a Sitael, azienda del gruppo pugliese Angelo Investments (la holding guidata da Vito Pertosa) che insieme a ​Thales Alenia Space, Leonardo e Space Engineering (controllata di Airbus) è ​risultata​ vincitrice della procedura competitiva ​promossa​ dall’Asi nel 2017.

Nelle scorse settimane Esa [Agenzia spaziale europea] ha espresso rilievi – rivela oggi il quotidiano La Verità – sulla proposta di Sitael per il programma Platino, ovvero una serie di minisatelliti lanciata nel 2017. “C’è agitazione, anche da parte dei politici, per vedere se è formulabile una nuova proposta tecnicamente valida. Ove la cosa non fosse possibile i fondi potrebbero essere di nuovo distribuiti ad aziende affidabili e a progetti più qualificati”, rimarca il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro.

Proprio un anno fa il Comint — il comitato interministeriale che ha il compito di tutelare le politiche relative allo spazio — sotto la presidenza dell’allora ministro per l’Innovazione tecnologica Vittorio Colao aveva assegnato all’Esa la gestione di 1,3 miliardi di euro dei fondi del Pnrr destinati all’Italia. L’operazione fu giudicata da molti addetti ai lavori una manovra di commissariamento della presidenza di Asi, considerata inadeguata a gestire i fondi spaziali del Pnrr.

Ma c’è di fatto uno scrutinio del progetto Platino ora da parte dell’Esa? D’altronde, è ancora in corso il procedimento per il procurement dei satelliti  – tra cui Platino – che andranno a costituire la costellazione Iride.

Dall’Agenzia spaziale italiana non commentano, ma si segnala che il governo Meloni ha appena nominato due consiglieri nel cda dell’Asi che sono passati così da 5 a 7 come previsto dal nuovo statuto.

Di fatto il programma Platino è in ritardo. Il lancio del primo satellite PLT 1 era previsto nella seconda metà del 2020, mentre il primo PLT 2 (che sarà la piattaforma Platino nella sua configurazione standard nominale) entro il 2022.

Risale al 2020 la firma dell’accordo commerciale che regola i rapporti, nella fase di industrializzazione e commercializzazione del Programma Platino fra Sitael, Leonardo, Thales Alenia Space Italia e Airbus con il lancio dei satelliti Platino programmati nel 2021 e 2022.

Ma dall’Asi si ricorda che il lancio di Platino 1 è atteso nel 2023 in base alla ripresa dei voli del lanciatore Vega-C.

Tutti i dettagli.

COS’È IL PROGRAMMA PLATINO

Il programma dell’Asi Platino nasce per supportare, mediante l’utilizzo di minisatelliti, un’ampia gamma di missioni nei settori dell’osservazione della Terra, telecomunicazioni e scienza.

La piattaforma è perfettamente compatibile per la messa in orbita attraverso il lanciatore italiano Vega, da Kourou nella Guyana Francese.

Come spiega Spazio 5050, la rivista dell’Asi, “Platino è un “jolly”. Significa che lo stesso modello di veicolo, il satellite, può essere dotato di strumenti diversi a seconda delle funzioni richieste: osservazione della Terra, telecomunicazioni, rilievi scientifici.”.

Finanziato dall’Asi e dal governo con 100 milioni di euro, Platino è realizzato dal raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla mandataria Sitael con Thales Alenia Space, Leonardo e Airbus Defence and Space. Sempre nella classe degli smallsat, si avvarrà di apparati più leggeri, satelliti di circa 200 chilogrammi.

“A partire dal 2017 – ricorda Francesco Longo, responsabile dell’unità di Osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale italiana – abbiamo sviluppato questa piattaforma multi-missione, concepita per avere la giusta flessibilità e imbarcare numerosi strumenti. L’obbiettivo è aumentare le performance e ridurre le dimensioni”.

L’INTESA COMMERCIALE NEL 2020

Nel giugno 2020 è stato firmato l’Accordo Commerciale che regola i rapporti, nella fase di industrializzazione e commercializzazione del Programma Platino, tra Sitael (prime contractor), Thales Alenia Space Italia, Leonardo e Airbus. L’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Spazio, Riccardo Fraccaro (M5s), aveva commentato che nel programma “sono coinvolti l’Asi che coordina il progetto, quattro società leader del settore e il governo che promuove un nuovo salto tecnologico, permettendo all’industria italiana di assumere personale altamente qualificato e di iniziare a produrre e fare industria”.

Secondo il presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia, Platino “è una piattaforma versatile, ad alto contenuto tecnologico e tutta italiana, che permetterà alla nostra industria di offrire servizi competitivi in vari settori applicativi dello spazio nei prossimi anni”.

IL DECOLLO DI PLATINO 1 ENTRO IL 2023

In particolare, Platino 1 avrà uno strumento Sar in banda X – cioè un radar ad apertura sintetica, tecnologia in cui l’Italia primeggia da anni – e opererà con Cosmo-SkyMed, per esempio nel misurare i movimenti del territorio, come vulcani, frane sui versanti delle montagne, ma anche ponti ed edifici.

“Si tratta di una opportunità industriale importante per prodotti che stiamo ultimando e che saranno pronti a volare nel 2023” spiegava lo scorso autunno al Sole 24 Ore Chiara Pertosa presidente di Sitael, alla guida della Business Unit Spazio.

Ma inizialmente il decollo della missione Platino 1 era previsto nella seconda metà del 2020, poi posticipato nel 2021 e ora si attende “entro il 2023”.

LA MISSIONE PLATINO 2

Sviluppata con la Nasa, la missione Platino 2 trasporterà invece uno strumento nell’infrarosso, dedicato alla misurazione della qualità dell’aria, del particolato e delle polveri sottili. Ora si chiama Maia (Multi-Angle Imager for Aerosols) ed è previsto decolli nel 2024.

Come spiega l’Asi “Platino 2 è progettata per osservare le zone critiche come quella di Taranto, di Gela, la Pianura Padana, e incrociare le informazioni sul particolato atmosferico con le statistiche delle patologie respiratorie”.

I CONTRATTI SIGLATI CON LEONARDO PER PLATINO 3 E 4

Infine, lo scorso 23 gennaio, l’Asi ha siglato con Leonardo due contratti dal valore totale di circa 33 milioni di euro per lo sviluppo e realizzazione della camera ad alta risoluzione di PLATiNO 3 e della camera iperspettrale di PLATiNO 4. I due strumenti ottici di ultima generazione sono il cuore tecnologico delle prossime missioni PLATiNO, spiegava l’Asi.

Non resta quindi che attendere la messa in orbita di Platino 1 quest’anno.

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