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Spacex

La Nasa si affida a SpaceX, ma l’Esa ha paura di Musk

SpaceX conquista ancora più spazi nella Nasa per trasportare personale nello spazio. Il capo dell'Esa, però, invita i governi europei a mettere un freno alle ambizioni di Musk.

 

SpaceX, la società aerospaziale americana fondata da Elon Musk, ha ottenuto dalla Nasa tre nuovi lanci per portare personale dell’agenzia sulla Stazione spaziale internazionale. La notizia, spiega Business Insider, è giunta dopo i ritardi subiti da Boeing (azienda americana che produce velivoli) per l’approvazione della sua capsula spaziale Starliner.

I PROBLEMI DI BOEING

La Nasa vorrebbe alternare la scelta di SpaceX e Boeing per le sue missioni, ma Boeing sta avendo problemi tecnici e ritardi nello sviluppo: le voci dicono che non sarà in grado di effettuare voli per la NASA prima del 2023.

LA NASA NON HA TEMPO

L’agenzia, attraverso Kathy Lueders, ha però fatto sapere di non poter aspettare troppo tempo perché i viaggi verso la Stazione spaziale internazionale sono “cruciali” e “necessari per mantenere una presenza americana sulla stazione”.

I CONTRATTI DI SPACEX

Lo scorso settembre la Nasa ha selezionato SpaceX per la messa in orbita di satelliti per il monitoraggio dei fenomeni meteorologici, all’interno della missione GOES-U: il valore del contratto è di 152,5 milioni di dollari.

Fonti riportate da Business Insider avevano rivelato che SpaceX si era aggiudicata un altro contratto da 9,4 milioni per lo sviluppo, per conto della NASA, di lander per l’allunaggio. Il contratto rientra nel programma Artemis dell’agenzia, che dovrebbe portare nuovamente gli astronauti americani sulla Luna entro il 2025.

L’ATTACCO DELL’ESA

Josef Aschbacher, il nuovo direttore generale dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, pensa invece che SpaceX rappresenti un rischio per il Vecchio continente. Secondo lui – lo ha detto al Financial Times – i governi europei dovrebbero mettere a punto un’azione coordinata per respingere le ambizioni di Musk di dominare lo spazio: se lasciato libero, avverte, il miliardario finirà per scrivere le regole dei nuovi mercati economici che si stanno aprendo.

Starlink – il progetto di SpaceX per la costruzione di una grande costellazione di satelliti nell’orbita bassa che permetterà di offrire connessioni a Internet dallo spazio – è una minaccia alle aziende europee del settore, che potrebbero non riuscire a sfruttare il potenziale dell’economia spaziale, dice Aschbacher.

Secondo il capo dell’ESA, i governi europei dovrebbero dare agli operatori regionali le “stesse opportunità per operare in un mercato equo”. Ma già oggi, però, la grandezza di Starlink rende difficile alle aziende del continente fargli concorrenza: SpaceX ha intenzione di spendere fino a 30 miliardi di dollari nella crescita del progetto. L’industria europea dei satelliti, di contro, è composta da operatori tradizionali, di vecchio stampo, che si affidano a un numero ridotto di satelliti nell’orbita alta, costosi, per fornire servizi di trasmissione televisiva.

Negli Stati Uniti Starlink ha già ottenuto autorizzazioni per la messa in orbita di oltre 30mila satelliti. La Germania potrebbe assegnargli lo spettro per circa 40mila, e Starlink è al lavoro pure su una grossa iniziativa di connettività tramite l’orbita bassa nel Regno Unito.

I timori di Aschbacher sono condivisi dal ministro dell’Economia del Lussemburgo, Franz Fayot, secondo cui c’è bisogno “di stabilire regole comuni” per lo spazio per “la colonizzazione, o anche solo il fare cose in uno spazio completamente deregolamentato, è un problema”.

Starlink ha già inviato nell’orbita bassa circa 1740 satelliti.

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