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Smog

Smog, sarà la pubblicità a pulire l’aria

Al via la partnership tra Urban Vision e Anemotech, un’iniziativa concreta per combattere lo smog. Insieme, i due gruppi abbatteranno emissioni inquinanti paragonabili a quelle prodotte in un anno da quasi 14 milioni di auto   L’emergenza smog è una delle priorità dell’Europa, del Governo italiano e dei comuni, che spesso sono costretti a fermare…

Al via la partnership tra Urban Vision e Anemotech, un’iniziativa concreta per combattere lo smog. Insieme, i due gruppi abbatteranno emissioni inquinanti paragonabili a quelle prodotte in un anno da quasi 14 milioni di auto

 

L’emergenza smog è una delle priorità dell’Europa, del Governo italiano e dei comuni, che spesso sono costretti a fermare le auto per abbassare la soglia inquinamento. L’imperativo dei prossimi mesi e anni sarà abbattere le polveri sottili , che com’è noto, provocano malattie e morte.

Ed è per rispondere a questa necessità che Urban Vision, azienda leader nei restauri sponsorizzati, che gestisce gli enormi spazi pubblicitari creati dai teloni di copertura delle impalcature nelle facciate di chiese e palazzi storici, ha deciso di scendere in campo e fare la sua parte. Il gruppo, infatti, ha siglato una partnership esclusiva per la distribuzione e l’utilizzo della tecnologia anti-inquinamento The Breath® di Anemotech e si impegna a installarla entro la metà del 2018 su tutte le proprie affissioni nei cantieri di restauro e riqualificazione urbana di Roma e Milano. Ma andiamo per gradi.

L’emergenza smog

La cattiva qualità dell’aria che respiriamo ha creato ormai da tempo le condizioni per una vera e propria emergenza sanitaria, come si legge nel Rapporto qualità dell’aria in Europa 2016 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, che colloca il nostro Paese al secondo posto nella UE per numero di decessi legati all’esposizione a PM2.5, preceduto solo dalla Germania.

Secondo dati OMS, poi, in Italia si respira l’aria peggiore di tutta l’Europa occidentale, con livelli di inquinamento da PM10 e PM2.5 equiparabili a quelli di alcune aree ad alta densità industriale di Cina e India.

Chi è Urban Vision

Fondata nel novembre del 2004 da Gianluca De Marchi, Fabio Mazzoni e Daniela Valenza, Urban Vision è un’azienda leader nel fund raising finalizzato al recupero architettonico dei più prestigiosi edifici e monumenti del patrimonio artistico italiano e alla riqualificazione di importanti aree urbane.

Con uffici a Roma, Milano e Londra, Urban Vision è Corporate Golden Donor del Fai e si avvale di un team di professionisti in grado di offrire soluzioni di comunicazione che rispondano alle esigenze di visibilità dei brand cofinanziatori dei restauri e nel contempo rispettino il contesto architettonico in cui si opera.

Grazie alla collaborazione tra Urban Vision e Istituzioni pubbliche e private, sono stati restaurati più di 200 edifici tra palazzi storici, chiese e monumenti, attraverso una raccolta di fondi privati di oltre 90 milioni di euro”, ha spiegato Gianluca Da Marchi a Start Magazine, uno dei fondatori.

Da sempre attenta all’ambiente

Urban Vision è “da sempre attenta alle tematiche ambientali; sono prova di ciò il sostegno al Fondo Ambiente Italiano e la partnership avviata ormai da tempo con Earth Day Italia, che rappresenta nel nostro Paese l’ONG internazionale che promuove la Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite. Inoltre da qualche anno promuoviamo anche un importante contest fotografico per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi aUrban Visionmbientali, che riscuote, soprattutto nel pubblico più giovane, un considerevole successo”, ha raccontato De Marchi.

“Quest’anno abbiamo voluto fare un ulteriore passo in questa direzione, siglando una partnership con Anemotech, per l’utilizzo e la distribuzione del  ‘the Breath’ nell’Outdoor, in Italia, Uk ed altri paesi europei e del Medio Oriente in cui operiamo”, ha aggiunto.

Il progetto anti-smog

Il progetto prevede l’installazione da parte di Urban Vision della tecnologia anti-inquinamento The Breath® di Anemotech su tutte le proprie affissioni nei cantieri di restauro e riqualificazione urbana di Roma e Milano. L’iniziativa contribuirà a pulire l’aria abbattendo emissioni inquinanti paragonabili a quelle prodotte in un anno da quasi 14 milioni di autovetture.

Installato su ponteggi, cantieri di restauro o lavori di riqualificazione urbana, questo speciale tessuto multistrato sviluppato da Anemotech in collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, sfrutta il naturale ricircolo dell’aria per assorbire, trattenere e disgregare le molecole inquinanti, riducendo così in modo significativo la concentrazione di veleni nell’atmosfera.

Come nasce la collaborazione Urban Vision Anemotech

“La nostra attenzione per l’ambiente ci ha portato ad indagare le nuove tecnologie ‘green’, inoltre volevamo dare risposta esigenze dei nostri clienti sempre più orientati ad investimenti pubblicitari sostenibili” ci racconta De Marchi.

“Abbiamo letto sui giornali di questo tessuto innovativo mangia smog e abbiamo contattato la start up pavese per capire come applicarlo nei nostri cantieri. Abbiamo subito intuito le potenzialità del The Breath, ma ovviamente abbiamo voluto testarne personalmente gli effetti sui nostri ponteggi e i risultati elaborati dal team del Professor Fava dell’Università Politecnica delle Marche, hanno confermato le performances del prodotto, che è stato tra l’altro oggetto di un importante articolo pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica, The American Journal of Environmental Sciences”.

La tecnologia The Breath

La tecnologia innovativa The Breath è stata progettata per ridurre l’inquinamento atmosferico prodotto da smog, riscaldamento e emissioni industriali.

“È composta da un tessuto multi-strato che assorbe, trattiene e disgrega le molecole inquinanti e nocive migliorando così la qualità dell’aria dell’ambiente circostante. In pratica sottrae gli inquinanti precursori delle polveri sottili nelle aree urbane, che, come è noto, possono avere un impatto diretto sulla salute” si spiega De Marchi.

Scendendo nel particolare, il tessuto di The Breath è composto da 3 strati che lavorano in sinergia, ma ognuno ha a sua propria funzione.

“Una parte frontale più esterna stampabile e antibatterica che facilita la traspirazione dell’aria.
Una parte centrale, la cartuccia carbonica, che adsorbe, trattiene e disgrega le molecole inquinanti e gli odori. Un parte posteriore stampabile e battericida. Infine è importante sottolineare che si tratta di una soluzione sostenibile; per funzionare non ha bisogno di essere collegato a nessuna fonte di alimentazione fossile e/o elettrica, infatti lavora sfruttando il naturale movimento dell’aria. L’aria passa attraverso le maglie del tessuto, raggiunge il cuore della tecnologia e continua il proprio naturale movimento tornando in circolo più pulita e respirabile”, continua De Marchi.

Urban Vision“Naturalmente non pensiamo di risolvere da soli il problema dell’inquinamento, ma abbiamo sostenuto un investimento molto importante per convertire il nostro ciclo produttivo proprio perché crediamo molto nel prodotto e vogliamo fare la nostra parte a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini”.

Roma e Milano: le proiezioni dei risultati

Riferendoci a Roma e Milano, le due maggiori città italiane, in base alle proiezioni effettuate dall’Università Politecnica delle Marche emerge che l’applicazione di The Breath, installata sui 31.400 mq complessivi di spazi out of home di Urban Vision, avrà un impatto sull’inquinamento dell’aria paragonabile all’annullamento delle emissioni di 13.902.700 autoveicoli in un anno.

A Roma, considerando una superficie di 18.700 mq di tessuto The Breath, la capacità annua di abbattimento degli inquinanti è pari al biossido di azoto emesso da circa 2.131.800 auto diesel e ai COV prodotti da circa 5.329.400 auto a benzina. Per fare un esempio immediato, sarebbe come togliere ogni giorno dalla strada 20.442 dei circa 160.000 autoveicoli che circolano quotidianamente sul GRA.

A Milano, l’applicazione di 12.700 mq di tessuto The Breath® potrà abbattere l’inquinamento annuo da biossido d’azoto generato da oltre 1,8 milioni di vetture diesel e quello da COV di 4,6 c milioni di vetture a benzina. In altri termini, sarebbe come annullare ogni giorno le emissioni inquinanti di 17.649 dei circa 94.000 veicoli che transitano in Area C.

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