skip to Main Content

Paucicomplottista

Perché il coronavirus è divampato in Lombardia? Report

La densità abitativa “potrebbe avere un ruolo decisivo nella diffusione dei contagi registrata in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto”. Lo studio della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica 

A Bergamo e Brescia, città focolaio particolarmente colpite dalla pandemia, il virus Sars-CoV-2 ha trovato un alleato d’eccezione. Non parliamo dello smog, ma dell’altissima densità abitativa. Questa, secondo uno studio di esperti della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic), in fase di pubblicazione sulla rivista specializzata Respiration, avrebbe avuto un ruolo decisivo nella diffusione del virus, più dell’inquinamento.

LO STUDIO

Gli studiosi si sono concentrati per comprendere la differente incidenza di smog e densità abitativa sui dati di 3 province del Nord Italia, quelle di Bergamo, Brescia e Verona. Gli esperti hanno analizzato le registrazioni dei livelli di particolato Pm10 da dicembre 2019 a febbraio 2020, quando la circolazione non era vietata, e la densità di popolazione.

DENSITA’ DI POPOLAZIONE VEICOLO DI DIFFUSIONE

Alla base delle discrepanze tra Bergamo (1.617 decessi), Brescia (1.221 decessi) e Verona (126 decessi) “vi è probabilmente una diversa densità di popolazione: dove tante persone vivono vicine, il virus può circolare molto di più e i contagi crescono, indipendentemente dallo smog”, sostengono gli esperti.

IL CASO DI BERGAMO

A Bergamo, città decimata dalla pandemia, il livello di polveri sottili Pm10 è più basso di quello riscontrato nella città di Verona (meno colpita dal virus), ma la provincia lombarda, a differenza di quella veneta ha una densità di popolazione quasi 3 volte superiore.

I LIVELLI DI INQUINAMENTO DELLE TRE PROVINCE

“A Brescia e Verona sono stati registrati livelli di smog simili (46 e 44 microgrammi per metro cubo, ndr), mentre l’aria di Bergamo è risultata significativamente migliore: i malati di coronavirus sono stati però molto più numerosi a Bergamo e Brescia, l’impatto a Verona è stato decisamente minore”, spiega Gianenrico Senna, presidente Siaaic, responsabile del Centro asma e allergie del Policlinico universitario di Verona e coordinatore dell’indagine.

LA DENSITA’ DI POPOLAZIONE DELLE TRE PROVINCE

“Diversa e direttamente correlata al numero di casi di Covid-19 è, invece, la densità di popolazione, maggiore a Bergamo città (3.029 abitanti per chilometro quadrato, 405 in provincia), intermedia a Brescia (2.198 abitanti per chilometro quadrato in città, 265 in provincia) e inferiore a Verona, specialmente in città dove gli abitanti sono meno ‘vicini’ benché il totale della popolazione sia maggiore: i veronesi sono più del doppio dei bergamaschi, ma la densità di popolazione è di 1.297 abitanti per chilometro quadrato, quasi un terzo”, aggiunge Senna.

LA CORRELAZIONE TRA DENSITA’ POPOLAZIONE E MORTI COVID

Insomma, lo studio dimostra che i parametri ambientali tra le tre province sono diversi, “ma pare che l’elemento smog non abbia una correlazione forte e diretta con l’aumento della letalità dei casi di Covid-19, come invece sembra esservi per la densità di popolazione”, aggiunge Senna.

RISULTATI DA CONFERMARE

L’incidenza maggiore della densità di popolazione rispetto all’inquinamento nella pandemia da Covid-19 (il legame smog-epidemia era stato invece dimostrato nel 2003 con la diffusione della Sars) deve essere confermato.

“I risultati andranno confermati, ma potrebbero essere rilevanti per guidare le strategie di salute pubblica per il contenimento del virus”, conclude Gianenrico Senna.

Back To Top