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Semiconduttori

Semiconduttori, ecco come la Germania rischia la dipendenza dalla Cina

Il governo federale tedesco potrebbe autorizzare l'acquisizione del produttore di semiconduttori Elmos da parte del suo concorrente svedese Silex, di proprietà al 100% della cinese Sai Microelectronics. L'articolo di Giuseppe Gagliano

Pochi giorni dopo la vicenda del porto di Amburgo, il governo federale tedesco potrebbe autorizzare l’acquisizione del produttore di semiconduttori Elmos da parte del suo concorrente svedese Silex, di proprietà al 100% della cinese Sai Microelectronics. Se diventasse effettivo, questo accordo aumenterebbe la dipendenza della Germania dalla Cina.
La notizia è stata rivelata il 27 ottobre dal quotidiano economico Handelsblatt.

La vendita dell’impianto di wafer di Dortmund – per un prezzo netto di acquisto di circa 85 milioni di euro – è attualmente all’esame del ministero dell’Economia e la decisione definitiva sull’autorizzazione dovrebbe essere presa nelle prossime settimane. Se dovesse convalidare questa operazione, il governo federale si opporrebbe al parere dell’Ufficio federale per la protezione della costituzione, uno dei servizi segreti tedeschi. Secondo le informazioni di Handelsblatt, quest’ultimo ha sconsigliato l’autorizzazione dell’operazione e ha sottolineato il rischio di una crescente dipendenza dalla Cina nel mercato dei semiconduttori.

Questa acquisizione fa parte dell’ambiziosa strategia di Pechino di trasformare la Cina in una potenza leader nel campo delle tecnologie future entro il 2049, anno del centenario della Repubblica popolare.  Da questo punto di vista appare quindi fondamentale il settore dei semiconduttori – un mercato gigantesco, destinato a raddoppiare e che dovrebbe pesare 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 – tanto più che il suo principale competitor in questo campo è Taiwan, che rappresenta quasi il 60% della produzione mondiale.

Indebolito dal clamore suscitato dal suo sostegno alla vendita di un terminal nel porto di Amburgo a una compagnia cinese, questa rivelazione non contribuisce di certo alla credibilità del cancelliere Olaf Scholz che si recherà a Pechino all’inizio di novembre. In effetti, solleva ancora una volta la questione dell’ingerenza della Cina nell’economia tedesca e della sua crescente dipendenza dal Regno di Mezzo, il suo principale partner commerciale.

Mette inoltre in pericolo la fragile costruzione di un’indipendenza strategica europea. Nella sua edizione dell’11 agosto 2022, il quotidiano Die Zeit si chiedeva “Come uscire dalle grinfie della Cina? “.  Il governo tedesco non sembra porsi questa domanda.

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