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I robot non ci ruberanno il lavoro. L’esempio di un’azienda italiana

Una piccola azienda italiana ha automatizzato la sua produzione, senza licenziare nessun addetto. Anzi, assumendone dei nuovi. Ecco la testimonianza che i robot non ci ruberanno il lavoro Disoccupati, con un reddito minimo di base, a guardare i robot lavorare. Solo qualcuno avrà un’occupazione. E sarà manageriale. È così che la Silicon Valley immagina i…

Una piccola azienda italiana ha automatizzato la sua produzione, senza licenziare nessun addetto. Anzi, assumendone dei nuovi. Ecco la testimonianza che i robot non ci ruberanno il lavoro

Disoccupati, con un reddito minimo di base, a guardare i robot lavorare. Solo qualcuno avrà un’occupazione. E sarà manageriale. È così che la Silicon Valley immagina i cittadini del mondo in un futuro non così tanto lontano. Secondo un recente studio pubblicato da Roland Berger,  robot nei prossimi 10 anni sostituiranno l’uomo nel campo della logistica, causando la perdita di 1,5 milioni di posti di lavoro. Già tra soli 4 anni, al 2020, scegliere un automa  costerà dal 20 al 40% in meno rispetto a un operaio a fronte di un aumento nell’efficienza e nella produzione.

Ma davvero i robot ruberanno il lavoro all’uomo?

No. E la testimonianza della nostra affermazione è una piccola azienda di Suzzara, la Piusi. L’azienda, nata  nel 1953 per produrre attrezzature per la meccanizzazione agricola e oggi impegnata nella distribuzione di carburanti e lubrificante nel settore privato, è una di quelle considerate ‘piccole’, periferiche e familiari. Eppure, esporta in 130 Paesi e ha una storia di oltre 50 anni.

Negli ultimi mesi, la Piusi ha scelto di automatizzare gran parte delle lavorazioni meccaniche. Avrà licenziato alcuni suoi addetti, penserebbe qualcuno. E invece no, l’azienda non ha perso nemmeno un addetto, anzi gli ha aumentati (e non di poco). Un processo di innovazione e di efficientamento che, spera il Presidente Otto Varini, porti la Piusi a conquistare “nuovi mercati, soprattutto quelli con una rete di distribuzione stradale dei carburanti inefficiente. Il Vietnam ad esempio, o la Thailandia o la Cambogia”.

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Per raggiungere gli obiettivi serve qualcuno che lavori, sempre. E allora la Piusi ha deciso di affidarsi a dei robot che lavorino 24 ore su 24, senza però rinunciare ai suoi addetti. Otto Varini è convinto che l’automazione non rubi il lavoro e che in essa risiede il presupposto per resistere, per avere un futuro. E dopo l’assunzione di alcuni robot, la Piusi ha anche assunto nuovi dipendenti umani, allargando la sua famiglia.

Che i robot non ci ruberanno il lavoro ne è pienamente convinto anche Gianni Potti, Presidente CNCT Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici. “Gli stessi tedeschi ce lo insegnano che la dinamica non scorre più dalla fabbrica al prodotto: è il prodotto che stabilisce cosa l’azienda produce. Per questo, l’imprenditore deve comprendere bene cosa vuole il mercato, sapendo adattare in corso d’opera la produzione, grazie ai social, all’elemento umano, al predittivo, ai sensori, ovvero ogni strumento utile che lo tenga in contatto in tempo reale con il mercato e i consumatori. Abbiamo allora bisogno di un’industria sempre più flessibile, dove non dobbiamo però ipotizzare uno scenario dominato da robot. Tutt’altro. Sarà l’elemento umano – adeguatamente formato, competente e dotato di skill specifici – al centro della Fabbrica4.0.”, scrive Potti.

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