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Microsoft Riconoscimento Facciale

Riconoscimento facciale, cosa hanno deciso Amazon, Microsoft e Ibm

Come Amazon, anche Microsoft aspetterà di vendere la sua tecnologia alla polizia fino a quando gli Stati Uniti non approveranno una legge che ne disciplina l'utilizzo. Diversa la posizione di Ibm, uscita definitivamente dal settore del riconoscimento facciale

Mancava soltanto l’azienda fondata da Bill Gates all’appello. Anche Microsoft non venderà il riconoscimento facciale alla polizia finché non entrerà in vigore una regolamentazione federale.

Brad Smith, presidente di Microsoft, ha dichiarato ieri che la società vieterà le vendite del software di riconoscimento facciale alla polizia fino a quando non saranno approvate le normative federali sulla tecnologia. A riportarlo per la prima volta il Washington Post (di proprietà di Jeff Bezos, fondatore e ceo di Amazon).

L’annuncio segue di poco quello della rivale Amazon, che sospenderà l’uso della polizia del suo servizio “Rekognition” per un anno e quello di Ibm, che uscirà proprio dal business del riconoscimento facciale.

Le prese di posizioni arrivano quando le società tecnologiche si trovano ad affrontare un maggiore controllo sui loro contratti con la polizia.

LA DICHIARAZIONE DI MICROSOFT

“Non vendiamo la nostra tecnologia di riconoscimento facciale ai dipartimenti di polizia statunitensi e fino a quando non vi sarà una solida legge nazionale fondata sui diritti umani, non lo faremo”. ​​Si legge nella nota diffusa da Microsoft.

CHE SEGUE LA MOSSA DI AMAZON

In settimana, anche Amazon Web Services (la divisione cloud di Amazon) ha emanato una moratoria di un anno per sospendere l’utilizzo della sua tecnologia di riconoscimento facciale, Rekognition, da parte della polizia chiedendo una regolamentazione federale.

E QUELLA DI IBM

A dare il via ci ha pensato però Ibm. All’inizio di questa settimana il ceo della società Arvind Krishna ha dichiarato che Ibm ha smesso del tutto di vendere il software di riconoscimento facciale. Non solo, la società smetterà anche di sviluppare la tecnologia.

È altrettanto vero che il riconoscimento facciale non ha fruttato molto a Ibm. La tecnologia è davvero agli inizi e ci sono poche applicazioni in cui potrebbe aver senso per la società.

LA PROTESTA DELLE ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI CIVILI

Prima dell’annuncio di ieri, le organizzazioni per i diritti civili tra cui Aclu avevano chiesto a Microsoft di seguire le mosse di Amazon e Ibm. “Microsoft, che ha rilasciato una serie di dichiarazioni a sostegno di Black Lives Matter, non ha vietato la vendita del suo sistema di riconoscimento facciale ai dipartimenti di polizia”, ​​aveva scritto l’Aclu in un post su Twitter.

A CAUSA DI UNA TECNOLOGIA CONTROVERSA

Le preoccupazioni sulla deriva verso la sorveglianza di massa attraverso l’utilizzo del riconoscimento facciale sono ulteriormente rafforzate dal problema della precisione della tecnologia.

Studi e ricerche hanno evidenziato che l’analisi del viso è meno accurata per le persone con tonalità della pelle più scure, confermando i timori degli attivisti per i diritti civili che false corrispondenze potrebbero portare a arresti ingiusti da parte della polizia.

IL SOFTWARE DI RICONOSCIMENTO FACCIALE  VENDUTA TRAMITE MICROSOFT AZURE

Microsoft promuove la tecnologia di riconoscimento facciale nell’ambito della sua attività di cloud computing Azure. Sul sito Web si legge che gli sviluppatori possono “incorporare il riconoscimento facciale nelle tue app per un’esperienza utente fluida e altamente sicura”. Uber lo utilizza per “aiutare a garantire che il driver che utilizza l’app corrisponda all’account inserito nella piattaforma”.

NO ALLA VENDITA ALLA POLIZIA

Ieri Smith ha dichiarato che attualmente Microsoft non vende la tecnologia di riconoscimento facciale alla polizia statunitense. Ma  come ha sottolineato Reuters, né Microsoft né Amazon hanno risposto a una richiesta di commento sul fatto che i loro divieti si applicassero anche alle forze dell’ordine in generale degli Stati Uniti.

MA CONTINUA IL BUSINESS

Un portavoce di Microsoft ha dichiarato in una nota che la società “sta anche cogliendo l’occasione per rafforzare ulteriormente i processi di revisione per tutti i clienti che desiderano utilizzare questa tecnologia su vasta scala”.

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