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App Mondiali

Le app dei Mondiali di calcio in Qatar sono spyware?

Le autorità europee per la privacy hanno sconsigliato di scaricare l'app dei mondiali di calcio in Qatar, ritenendole pericolose per la sicurezza: è l'ennesimo problema dell'evento, molto criticato. L'articolo di Marco Orioles.

Le autorità europee per la protezione dei dati hanno un messaggio per i numerosissimi tifosi che stanno accorrendo in Qatar per assistere ai mondiali di calcio: non scaricate le app ufficiali predisposte da Doha perché pongono seri problemi di sicurezza e privacy.

Il monito dell’autorità tedesca sulla privacy

È il quotidiano Politico a evidenziare la singolare convergenza tra le posizioni assunte dalle autorità tedesche, francesi e norvegesi circa i rischi connessi con l’uso delle due app ufficiali dei mondiali di calcio Hayya e Ehteraz disponibili sugli store di Google ed Apple, che secondo gli esperti sentiti da Politico non sono altro che gli ultimi esempi di spyware.

In una dichiarazione rilasciata martedì l’autorità tedesca sostiene che i dati raccolti dalle app “vanno molto oltre” quanto espressamente indicato nella loro privacy policy.

“Una delle app”, si legge nella dichiarazione, “raccoglie dati sui numeri di telefono verso i quali vengono effettuate chiamate”. L’altra app invece “impedisce al dispositivo su cui è installata di entrare in modalità sleep”.

“Ed è anche ovvio”, aggiunge l’autorità tedesca, “che i dati usati dalle App non restano localmente sul dispositivo, ma vengono trasmessi a un server centrale”.

È per questi motivi che si consiglia ai tifosi che vogliono comunque installare la app di farlo su un secondo apparato nuovo o privo di contenuti.

L’allarme delle autorità norvegesi e francesi

Anche le autorità norvegesi e francesi sulla protezione dei dati personali hanno riscontrato delle preoccupanti anomalie.

L’autorità regolatoria norvegese si è detta “allarmata” per l’ampio accesso ai dati richiesto dalle app. “C’è la reale possibilità”, è quanto ha affermato lunedì l’autorità, “che i visitatori in Qatar, e specialmente i gruppi vulnerabili, vengano monitorati ”dagli apparati di sicurezza del Qatar.

L’agenzia francese ha invece suggerito agli sportivi che scaricheranno l’app di prestare una particolare attenzione alle foto e ai video, raccomandando loro di installare le app poco prima della partenza e di disinstallarle immediatamente al ritorno.

Il ministro francese per il digitale Jean-Noël Barrot è ricorso a Twitter per sottolineare che in Francia “tutte le applicazioni devono garantire i diritti fondamentali degli individui e la protezione dei loro dati. Questo non è il caso del Qatar.

L’ennesima pietra sui Mondiali di calcio

Le rivelazioni sul possibile uso distorto delle app ufficiali si aggiungono alla lunga lista dei problemi sollevati da questa manifestazione e dai suoi organizzatori.

Sono in primo luogo note le controversie circa la possibile corruzione da parte del Qatar per farsi assegnare la competizione.

Man mano che i Mondiali si avvicinavano sono finite nel mirino dei media le pessime condizioni dei diritti umani nel Paese, con particolare riguardo al trattamento riservato alla comunità LGBTQ+. A tal proposito hanno fatto scalpore le dichiarazioni dell’ex calciatore del Qatar Khalid Salman, nominato ambasciatore FIFA di questi Mondiali, secondo cui l’omosessualità sarebbe “un danno nella mente”.

Forti critiche inoltre sono state indirizzate al Qatar per il trattamento inumano riservato ai lavoratori immigratiti che hanno partecipato alla costruzione degli impianti sportivi e delle infrastrutture.

Il caso dello spyware, dunque, ai aggiunge a una lunga lista di perplessità circa le buone intenzioni di chi, come il Qatar, tanto ha brigato per il lustro di figurare come organizzatore di un megaevento globale.

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