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Giornalisti Francia Editori

Perché in Francia i giornalisti picchiano gli editori per gli accordi con Google e Facebook

In Francia i rappresentanti dei giornalisti e degli autori sollecitano gli editori sul rispetto della direttiva europea sul copyright che prevede un compenso quando i loro contenuti vengono riutilizzati su Internet da grandi piattaforme come Google e Facebook

In Francia i giornalisti e gli autori scendono in guerra con gli editori.

Cinque anni fa gli editori francesi hanno ingaggiato una battaglia contro il colosso tecnologico di Mountain View accusandolo di aggirare la direttiva europea sul copyright entrata in vigore in Francia il 24 ottobre 2019.

Questa ha istituito un diritto connesso a beneficio degli editori di giornali consentendo loro di ottenere un compenso per il riutilizzo delle loro pubblicazioni da parte dei servizi di comunicazione pubblica online.

Tanto che proprio lo scorso marzo l’Autorità garante della concorrenza francese ha sanzionato Google per il mancato rispetto degli impegni assunti nel giugno 2022 sui diritti connessi.

Ma stavolta i giornalisti e gli autori francesi non si rivolgono ai colossi tecnologici, quanto direttamente ai loro datori di lavoro.

Nel contesto della direttiva copyright, il legislatore europeo ha esplicitamente previsto che parte della remunerazione corrisposta dalle piattaforme Internet agli editori di giornali vada ai giornalisti e agli altri autori che contribuiscono al contenuto delle pubblicazioni di carattere giornalistico.

Così non è stato secondo i rappresentati dei giornalisti francesi.

Il sindacato francese Snj-Cgt, insieme ad altre sigle sindacali come Cfdt-Journalistes, Sgj, Sgj-Fo, Scam, Adagp, Upp e Saif, ha richiamato l’attenzione su questo tema in una nota pubblicata il 27 maggio 2024, ripresa in Italia da professionereporter.eu.

Tutti i dettagli.

I DIRITTI CONNESSI PREVISTI DALLA DIRETTIVA COPYRIGHT

I diritti connessi previsti dalla direttiva copyright consentono a giornali, riviste o agenzie di stampa di essere remunerati quando i loro contenuti vengono riutilizzati su Internet da colossi come Google o Facebook. Quindi, i motori di ricerca e i social network sono tenuti a pagare delle commissioni, a vantaggio dei creatori di contenuti editoriali.

Dall’entrata in vigore della direttiva copyright in Francia sono stati stipulati una decina di contratti tra parte della stampa francese e giganti digitali come Google e Facebook.

GLI ACCORDI TRA BIG G E GLI EDITORI

Come ricordava di recente Le Parisien, negli ultimi anni, Google ha firmato un accordo con l’organizzazione dedicata alla gestione dei diritti connessi di editori e agenzie di stampa, la Société des Droits Voisins de la Presse, e due accordi quadro: uno con l’Alliance pour la presse d’information générale (Apig, che rappresenta quasi 300 testate di stampa quotidiana nazionale, regionale e locale) e un altro con il Syndicat des éditeurs de la presse magazine (Sepm, che rappresenta 80 editori con oltre 400 testate)

Questi accordi, ottenuti dopo lunghe trattative durante le quali gli editori hanno spesso criticato il comportamento e la mancanza di trasparenza delle piattaforme, hanno permesso alla stampa di ricevere una nuova categoria di ricavi.

Tuttavia, i giornalisti e gli altri autori che creano i contenuti delle pubblicazioni giornalistiche non ricevono ancora la dovuta quota, si legge nella nota delle sigle sindacali francesi.

IN FRANCIA GLI EDITORI NON HANNO MANTENUTE LE PROMESSE, ACCUSANO I GIORNALISTI

Alla luce di ciò, i rappresentati di giornalisti e autori chiedono dunque “negoziati, leali e in buona fede, tra editori e autori (giornalisti e non giornalisti) per determinare la quota di questo nuovo compenso che spetta a ciascuno, che il legislatore ha voluto fosse “appropriata” e giusto” per gli autori.”

“Questi negoziati sono molto difficili ed è difficile che abbiano successo. Molti editori sembrano molto riluttanti a garantire un’equa ripartizione delle entrate, cercando di imporre un pacchetto minimalista, evitando di fornire elementi chiari ai negoziatori, anche se hanno denunciato il rifiuto delle piattaforme di accettare la condivisione di valore che fornisce articoli di stampa online” prosegue la nota di Snj-Cgt, Cfdt-Journalistes, Sgj, Sgj-Fo, Scam, Adagp, Upp e Saif.

“Gli editori avevano promesso di condividere le somme non appena le avessero ricevute, ma troppi di loro non hanno mantenuto la parola data” lamentano ancora i sindacati francesi dei giornalisti e degli autori.

LE PROPOSTE

Infine, “non riuscendo a ottenere accordi soddisfacenti nel quadro giuridico attuale” i sindacati propongono allora alcune migliorie alla legge attuale. Per primo la determinazione “di un tasso di condivisione autore/editore come esiste ad esempio in termini di licenze radiofoniche legali tra artisti musicali e produttori fonografici, in questo caso 50/50”. Secondo, la previsione di “garanzie per evitare la riduzione artificiale della base per la retrocessione dei diritti connessi negli accordi conclusi tra editori e piattaforme Internet”.
“Affinché i negoziati possano proseguire con successo, è necessario un quadro legislativo rigoroso. Le incertezze economiche, i pericoli che gravano sull’informazione e le nuove sfide legate all’intelligenza artificiale ci impongono di reagire rapidamente” concludono i rappresentati dei giornalisti e autori francesi

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