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Virgin Galactic Licenziamenti

Perché Branson si arrende con Virgin Orbit: fallimento

L'azienda spaziale Virgin Orbit ha fatto richiesta della bancarotta assistita (Chapter 11 della legge fallimentare statunitense). L'attività di lancio di satelliti ha faticato a garantire finanziamenti a lungo termine a seguito del lancio fallito a gennaio. La società cercherà un acquirente per le sue attività.

Sir Branson getta la spugna su Virgin Orbit: la società aerospaziale californiana dichiara bancarotta e cerca compratore.

Il titolo di Virgin Orbit ha perso il 17% ieri in Borsa, dopo che l’azienda ha presentato istanza di fallimento ai sensi del Chapter 11 previsto nel diritto fallimentare statunitense, in preparazione alla vendita.

La decisione arriva dopo il licenziamento annunciato la scorsa settimana di 675 dipendenti, ovvero l’85% della forza lavoro della controllata dell’impero del miliardario britannico Richard Branson. “Sebbene abbiamo compiuto notevoli sforzi per migliorare la nostra situazione finanziaria e ottenere ulteriori finanziamenti, dobbiamo fare ciò che è meglio per l’azienda”, ha spiegato il presidente di Virgin Orbit, Dan Hart, citato in un comunicato stampa.

La messa in vendita arriva dopo meno di due anni da quando Virgin Orbit è sbarcata al Nasdaq di New York con una valutazione di circa 3 miliardi di dollari. Ma il fallimento del lancio di un razzo dalla Cornovaglia Virgin Orbit lo scorso gennaio ha fatto crollare il prezzo delle azioni lasciando l’azienda alla ricerca di nuovi finanziamenti costringendola a sospendere le operazioni.

Tutti i dettagli.

VIRGIN ORBIT DICHIARA BANCAROTTA

L’azienda Virgin Orbit ha presentato istanza di fallimento dopo che la società di lancio di satelliti non è riuscita a garantire i finanziamenti a lungo termine necessari per aiutarla a riprendersi dal fallimento del razzo partito dal suolo britannico lo scorso gennaio.

L’istanza di tutela fallimentare “rappresenta il miglior percorso da seguire per individuare e portare a termine un’efficace vendita che ottimizzi il valore dell’azienda”, ha aggiunto.

I COLLOQUI FALLITI CON IL VENTURE CAPITAL MATTHEW BROWN

Il mese scorso Reuters aveva rivelato l’ipotesi di un accordo con Matthew Brown, operatore texano del venture capital, in trattativa per investire 200 milioni di dollari tramite un collocamento di azioni private. Quei colloqui sono falliti, hanno detto fonti a Reuters la scorsa settimana.

LA PARABOLA DISCENDENTE

La società è nata nel 2017 con l’obiettivo di fornire servizi di lancio per piccoli satelliti come spin-off di Virgin Galactic, e fa parte dell’impero commerciale di Sir Richard, che comprende la compagnia aerea Virgin Atlantic e la compagnia di turismo spaziale Virgin Galactic.

Virgin Orbit intendeva offrire “un metodo nuovo e innovativo per lanciare i satelliti” ed era riuscita a metterne in orbita 33, secondo lo stesso Dan Hart. Conta il miliardario Branson come il suo più grande azionista, con il 75% detenuto da Virgin Investments. Mubadala, il fondo sovrano degli Emirati, detiene la seconda quota più grande al 18%.

E proprio Branson ha versato 31,6 milioni di dollari (29,1 milioni di euro) nella società con sede in California per aiutare a finanziare una vendita attraverso la procedura fallimentare. Questo si aggiunge agli 11 milioni di dollari (10,1 milioni di euro) che ha fornito all’azienda la scorsa settimana per coprire le indennità di licenziamento dopo aver annunciato che avrebbe licenziato l’85 per cento dei suoi 750 dipendenti.

Virgin Orbit non ha realizzato profitti come società pubblica, ricorda il Guardian. Nel terzo trimestre 2022 la società ha registrato una perdita di quasi 44 milioni di dollari e disponeva di riserve di cassa per circa 71 dollari, un netto calo rispetto ai 122 milioni di dollari di fine giugno.

IL LANCIO FALLITO LO SCORSO GENNAIO

Un’altra battuta d’arresto per Virgin Orbit c’è stata lo scorso 10 gennaio quando è fallito lo storico tentativo del Regno Unito di diventare la prima nazione europea a mettere in orbita i satelliti. Il razzo lanciato da Comisc Girl, un jumbo Boeing 747 della compagnia aerospaziale Virgin Orbit, decollato con successo dalla pista dello Spaceport Cornwall, ha subito un malfunzionamento durante la missione, che ha portato alla perdita del suo carico utile di nove satelliti. In caso di successo il Regno Unito sarebbe diventato il nono paese al mondo in grado di mettere in orbita i satelliti e il primo a lanciare satelliti commerciali dall’Europa occidentale.

In un aggiornamento di due settimane fa, Virgin Orbit ha dichiarato che la sua indagine interna è quasi completa, con il razzo per il suo prossimo lancio con modifiche e “nelle fasi finali di integrazione e test”.

Eppure, come ricorda Cnbc, la società è stata tra le poche società aerospaziali statunitensi selezionate a raggiungere con successo l’orbita con un veicolo di lancio sviluppato privatamente. Ha lanciato sei missioni dal 2020, con quattro successi e due fallimenti.

COLPA ANCHE DEI LANCI POCO COMPETITIVI

Secondo Jim Cantrell, amministratore delegato di Phantom Space, una startup che punta a lanciare i suoi primi razzi il prossimo anno, il metodo di lancio di Virgin Orbit è bloccato da costi elevati. Al Guardian Cantrell ha spiegato che la società di Branson ha addebitato circa 20 milioni di dollari per il lancio, molto più dei 3 milioni di SpaceX di Elon Musk, e si è basata su una tecnologia complessa come un corpo in fibra di carbonio.

“È una cosa bella, ma è costosa”, ha rimarcato Cantrell aggiungendo che “Il mercato è là fuori, ma non al prezzo che stanno chiedendo”. Quindi ha stimato che Virgin Orbit avrebbe dovuto effettuare fino a 100 lanci all’anno per raggiungere il pareggio con il suo recente tasso di liquidità.

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