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Perché anche in Italia aumenterà l’abbonamento a Netflix

Da oggi Netflix aumenta il costo dell'abbonamento in Italia. Ecco cosa (e chi) ha spinto la piattaforma di video streaming a questa decisione

Doccia gelata per gli utenti italiani. Da oggi aumenterà il costo dell’abbonamento a Netflix in alcuni paesi europei, non solo in Italia. Per gli utenti che stanno aspettando le terze stagioni delle serie evento Stranger Things e la Casa di Carta in arrivo a luglio, l’attesa si è fatta più amara con la notizia del costo dell’abbonamento più salato. Ecco perché la piattaforma di video streaming con sede a Los Gatos in California ha preso questa decisione.

I NUOVI COSTI DELL’ABBONAMENTO NETFLIX

A partire dal 20 giugno cresce il prezzo degli abbonamenti Standard e Premium in Italia, mentre restano invariati sia i contenuti compresi nei rispettivi pacchetti, sia il prezzo dell’abbonamento Base (7,99€). Quello Standard aumenta di 1€ (da 10,99€ passa a 11,99) mentre il Premium di 2€ (da 13,99€ a 15,99€). Le differenze tra i pacchetti sono il numero di dispositivi che un abbonato può utilizzare per lo streaming contemporaneamente — uno, due o quattro — oltre alla risoluzione in HD o meno.

I PAESI INTERESSATI

Netflix ha annunciato che aumenterà i suoi prezzi in venti località in tutto il mondo, tra cui Israele, Francia, Spagna, Irlanda e Italia per l’appunto.

PRIMA NEGLI USA

A gennaio la società guidata da Red Hastings aveva già alzato il prezzo negli Stati Uniti, aumentando il suo pacchetto Standard di due dollari. L’aumento tra il 13% e il 18%, a seconda del piano, è stato uno dei più significativi dall’esordio nel 2007, secondo quanto riferito dalla Bbc.

IL COMMENTO DELLA SOCIETÀ DI LOS GATOS

Commentando l’aumento dei prezzi, un portavoce di Netflix ha dichiarato: “Modifichiamo i nostri prezzi di volta in volta per riflettere gli investimenti significativi che abbiamo fatto in nuovi programmi TV e film, nonché miglioramenti al nostro prodotto”. “L’abbonamento Base rimarrà allo stesso prezzo, garantendo che il maggior numero possibile di persone possa godere dei nostri contenuti”.

LA SUPREMAZIA DELLA PIATTAFORMA DI LOS GATOS

Per ora Netflix domina il mercato dello streaming video con 149 milioni di abbonati in tutto il mondo, 60 milioni dei quali provengono dagli Stati Uniti. Per quanto riguarda i cataloghi le stime del settore definiscono la selezione di Netflix a circa 25.000 titoli, la selezione di Hulu Plus a circa 10.000 e la selezione di Amazon Prime a circa 5.000 titoli.

Negli ultimi anni infatti, sia Hulu sia Amazon hanno intensificato le loro produzioni. Al momento però la verità è che un abbonamento Hulu o Amazon è – per la maggior parte degli utenti – un servizio aggiuntivo, a differenza di Netflix che per la stragrande maggioranza di abbonati rappresenta quasi un bene di necessità.

SUCCESSO IN CHIAROSCURO PER NETFLIX

Per mantenere il posto sul trono, Netflix ha speso oltre 13 miliardi di dollari in contenuti originali soltanto nell’ultimo anno. E quest’anno non potrà certo tornare indietro dovrà continuare a pompare in produzione.

Nel frattempo, gli investitori stanno perdendo fiducia visto che la crescita degli abbonati non ha generato una crescita dei ricavi tale da coprire l’aumento della spesa in contenuti. Dal 2011, le entrate sono aumentate di 12,6 miliardi di dollari, ovvero la metà dell’espansione totale delle spese rispetto allo stesso periodo di tempo. Il rapporto tra entrate e spese significa che la società di Red Hastings ha bruciato quasi 13 miliardi di dollari dal 2011. Per il suo modello di business, la crescita dei ricavi degli abbonati dovrebbe coprire il costo delle crescenti spese. Ad oggi, il modello Netflix non funziona, nemmeno lontanamente.

Mentre Netflix bruciava 13 miliardi di dollari di cassa, dal 2011 il gruppo Disney ne generava, invece, 41 miliardi e con questa base di partenza si prepara a entrare a gamba tesa nel mercato del video streaming.

ARRIVANO DISNEY+ & CO

Il colosso di Mickey Mouse si sta preparando al lancio del proprio servizio di video streaming Disney + il prossimo 12 novembre. A metà maggio, Disney ha stretto un accordo con Comcast, il più grande operatore via cavo degli Stati Uniti, per assumere il pieno controllo di Hulu, il che significa che la compagnia di Topolino avrà anche un servizio Tv in diretta che competerà con le grandi compagnie via cavo.

Si mette male per Netflix. Disney ha ritirato molti dei suoi spettacoli e film dal catalogo Netflix in preparazione del debutto di Disney +.

Vuoi vedere un film Marvel o della saga Star Wars? Oppure rivedere Avatar? Senza dimenticare i successi Frozen, Gli Incredibili o Aladdin? Ecco, dovrai abbonarti al servizio Disney +.

Anche AT&T, il colosso statunitense delle tlc proprietario di Time Warner, ha annunciato che la serie cult “Friends” e altri show di proprietà WarnerMedia saranno rimossi da Netflix per essere pubblicati esclusivamente sulla propria piattaforma di streaming.

Infine, il colosso di Cupertino è pronto a fare la sua incursione nello streaming con l’uscita di Apple TV Plus entro la fine dell’anno. Alla Worldwide Developers Conference di giugno, Apple ha proiettato il primo trailer della sua prossima serie originale For All Mankind. Quest’ultima è solo una delle tante serie originali che Apple sta sviluppando per la sua piattaforma di streaming. Anche Comcast si prepara al lancio della piattaforma digitale di NbcUniversal, che non avverrà comunque prima le mosse di AT&T e di Disney.

LA MOSSA NECESSARIA

Ad aprile Netflix si è dichiarata “entusiasta di competere” con i suoi nuovi rivali, aggiungendo che:”Non prevediamo che questi nuovi player influenzeranno materialmente la nostra crescita”. Tuttavia, la società di Los Gatos si aspetta che il numero di abbonati rallenti tra aprile e giugno. Pertanto Netflix si è vista costretta ad aumentare i prezzi negli Stati Uniti, in Brasile, in Messico e in alcune parti d’Europa come l’Italia per contribuire a finanziare la produzione dei propri contenuti originali che finora sono stati alla base del suo successo.

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